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13 marzo 2022

“... e non impareranno più la guerra...” Cosa posso fare per la guerra con la mia fede? | 13 Marzo 2022 |

(Immagine cortesia della fotografa ucraina  Tetiana Shyshkina )
 Dove è Dio nella guerra? E perché un Dio d'amore permette la guerra? E per chi parteggia Dio nella guerra? Dio è esattamente tra le trincee, nei rifugi, tra le strade martoriate di bombe, nel dolore e nella sofferenza, attraverso le sue braccia, le sue mani, le sue gambe in terra: quelle di chi ha creduto, e che si impegna per il prossimo... sino a quando non impareranno più la guerra.

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Normalmente vi faccio lezioni di greco ed ebraico e corsi di etimologia e grammatica. Oggi voglio farvi una lezione di geografia, e Dio sa quanto non vorrei averla mai fatta.

Su questa una carta geografica “muta”, sapete indicarmi dove sta l'Ucraina? Forse se mettiamo qualche confine la trovate meglio. E se mettiamo qualche colore ancora meglio. 

L'Ucraina è una nazione grande 603 milioni di chilometri quadrati (il doppio dell'Italia) e ha una popolazione ci più di 44 milioni di abitanti... o forse dovrei dire, purtroppo, aveva..

In Ucraina sono nati famosi scrittori, come Gogol e Bulgakov, musicisti famosi come il pianista Vladimir Horovitz, sportivi come Segej Bubka e Andriy Shevcenko.

Ci sono città meravigliose e piene di storia, come Kiev, Leopoli, Donesk, Odessa... e adesso c'è la guerra.

Ogni guerra dovrebbe riguardarci da vicino anche quelle che ci sono da decenni in Somalia, in Etiopia, in Libano... ma questa fa decisamente più male perché è a un “tiro di schioppo” da casa; Kiev è a 1600 chilometri da noi, Leopoli 1200 (Londra è a 1400 e Lisbona a 1800).

La guerra ce l'abbiamo dentro casa,  e potrebbe coinvolgere anche noi. All'inizio del nuovo millennio ci troviamo di fronte ad un'antica domanda:  Perché Dio permette la guerra?

Il Canadian Army Journal nel 2003 uscì con un articolo  nel quale diceva che dal 3600 a.C.  il mondo ha conosciuto solo 292 anni di pace.  Dal 3600 a.c. al 2003 d.c. ci sono state 14.531 guerre,  con quasi 4 miliardi di vite perse.  Dovremmo aggiornare il conto... sono passati venti anni.

Con i soldi spesi per gli armamenti e per le ricostruzioni post belliche  si potrebbe fondere una cintura d'oro intorno all'equatore,  larga 157 chilometri e profonda 10 metri.

Perché la guerra? E per chi è credente, la domanda è anche peggiore: perché un Dio d'amore permette la guerra?

Per chi parteggia Dio in una guerra? La storia ci racconta che nei secoli più di un “capo militare” ha detto che Dio era dalla sua parte: Costantino, Hitler... per citarne due.

Chi è il nemico da battere per Dio? Si narra che, quando scoppiò la prima guerra mondiale,  il ministero della guerra di Londra  inviò un messaggio in codice a uno degli avamposti britannici  nelle zone inaccessibili dell'Africa. Il messaggio diceva:  "La guerra è dichiarata. Arrestate tutti gli stranieri nemici nel vostro distretto".  Il ministero della guerra ricevette questa risposta:  "Ho arrestato quattro tedeschi, sei belgi, quattro francesi, due italiani, tre austriaci e un americano. Si prega di comunicare immediatamente con chi siamo in guerra". 

Con chi siamo in guerra? Con chi è eternamente in guerra l'uomo? Giacomo, fratello di Gesù, lo spiega:

“Da dove vengono le guerre e le contese tra di voi? Non derivano forse dalle passioni che si agitano nelle vostre membra?  Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate;  domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:1-4)

Da sempre il vero nemico dell'uomo si chiama “peccato”.

In quaresima ricordiamo che Gesù è venuto per sconfiggere il peccato; ogni peccato.  Da quelli che riteniamo “piccoli”, come una bugia,  a quelli che pensiamo un po' più gravi, come un adulterio, a quelli che riteniamo gravissimi, come un omicidio, a quelli che riteniamo imperdonabili, come scatenare una guerra.

Per Dio, tutti questi peccati, valgono la stessa cifra: 1. L'uno vale l'altro: è sempre un “mancare il bersaglio” come più volte ho detto essere l'etimologia del verbo “peccare”.

Ovviamente hanno conseguenze diverse nel mondo, ed il mondo giustamente le valuta e le punisce in modo diverso...  ma hanno la stessa radice:  la disobbedienza a Dio. E hanno la stessa origine: “Io valgo, io voglio, io prendo... IO...IO... IO...”

Guernica era una piccola cittadina dei Paesi Baschi,  nel nord-est della Spagna.  Era formata da un agglomerato di case separate da stradine strette e tortuose.  Il 26 aprile 1937 era giorno di mercato e la gente si era riversata nelle strade, quando arrivarono gli aerei del III Reich, e in meno di due ore spazzarono via la città, e 1654 tra uomini, donne , bambini. Morì persino il bestiame... tutto.

Il pittore spagnolo Pablo Picasso  sei giorni dopo decise di  riversare il suo dolore in un'opera dipingendo nel suo studio a Parigi lo strazio della sua gente, i corpi martoriati, con due soli colori: il nero della morte e l'ocra del sangue.

Tre anni dopo l’esecuzione dell’opera,  nella Parigi occupata dai nazisti,  l’ambasciatore tedesco Otto Abetz, in visita allo studio di Picasso,  alla visione di una fotografia di “Guernica” chiese: “Avete fatto voi questo orrore, maestro?”. Pablo Picasso rispose: “No, è opera vostra!”.

Non era Pablo, né Dio, ad aver causato l'orrore; sia Pablo che Dio ne erano stati esclusivamente testimoni. L'orrore era dovuto al peccato  di uomini che dicevano: “Io valgo, io voglio, io prendo... IO...”

Dio è stato per millenni spettatore più o meno silenzioso dei vari peccati umani, ed ha provveduto anche una soluzione attraverso il suo figlio offerto come espiazione a chi si pente. Ma solo a chi si pente:

“Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e la cupidigia che è idolatria. Per queste cose viene l’ira di Dio {sugli uomini ribelli}.” (Colossesi 3:5)

Dio è ancora spettatore,  ma non lo sarà per sempre; arriverà l'ira, la sua ira.

Si, ma adesso, io vedo solo l'ira e la distruzione di chi non si pente e non si piega. E Dio cosa fa? E dov'è?

Piuttosto che spiegarvelo con una lezione biblica voglio mostrarvelo attraverso le parole di chi è lì, sul campo di battaglia, tra le bombe che cadono e le persone che muoiono: queste sono le parole che un missionario che lavora presso una facoltà di teologia a Kiev ha scritto alla nostra Amy, la missionaria che per dodici anni ha servito in questa chiesa:

“Aggiornamento UETS Ucraina Giorno 15 dal pastore Oleksander. Questi professori e pastori stanno dando l'esempio di un ministero di servizio senza paura e  di incredibile coraggio. 

Giorno 15 di guerra

Ciò  che abbiamo insegnato nelle nostre classi dell'essere in missione,  è che deve comportare una stretta vicinanza con gli altri. Non possiamo amare e servire coloro a cui Dio ci ha mandato da lontano. Per questo motivo, la nostra squadra di volontari composta da docenti, studenti e laureati dell'UETS, insieme ai rappresentanti della società biblica ucraina, continua a servire chi ha bisogno.

Negli ultimi giorni, attraverso la grazia di Dio e al sostegno dei nostri amici, abbiamo (1) evacuato circa 250 persone dalla zona di guerra all'Ucraina occidentale; (2) aiutato centinaia di persone, tra cui decine di madri con i loro bambini, a fuggire dalla zona di intensi combattimenti nelle città di Irpin' e Bucha; (3) distribuito tonnellate di cibo tra le persone nascoste negli scantinati e nei rifugi antiatomici, e anche gli anziani confinati nelle loro case; (4) consegnato due pacchi pieni di medicinali (soprattutto per la febbre e il dolore) ai rifugi antiatomici.

Le persone, le cui storie valgono la pena di essere condivise separatamente (hanno trascorso 6 giorni negli scantinati senza connessione mobile, acqua, cibo, elettricità), continuano a chiedere perché mai rischiamo deliberatamente le nostre vite per aiutarli. Quando sentono la nostra risposta  e apprendono il vero motivo per cui lo facciamo, promettono di venire ai nostri corsi dopo la fine della guerra. Questa testimonianza è il miglior modo per assicurarci che stiamo facendo ciò che la Chiesa è chiamata a fare. Infatti, è davvero difficile trattenere le lacrime quando parliamo con loro.

Inoltre, queste attività ci permettono di condividere il Vangelo e di pregare con la gente. Spieghiamo la radice del male e li confortiamo nel loro dolore. Inoltre, spezziamo il pane e beviamo il vino  con i soldati ucraini che credono in Cristo, incoraggiandoli nella loro fede. Nonostante tutti gli orrori che la nazione ucraina sta affrontando, possiamo vedere che Dio è in movimento, usando le nostre mani. Sia lodato Lui!””

“Aggiornamento UETS Ucraina Giorno 16 dal pastore Oleksander. Amici, pregate e continuate a pregare finché tutto questo non sarà finito! 

Giorno 16 di guerra

La terribile guerra è ancora in corso e solo Dio sa per quanto tempo continuerà. Anche se è difficile per noi trattenere le lacrime quando vediamo la devastazione della nostra terra, con città e paesi letteralmente rasi al suolo, così come la tremenda sofferenza del popolo ucraino, oggi vorremmo condividere con voi alcune buone notizie.

In primo luogo, ieri, la nostra facoltà ha tenuto un incontro online con i nostri studenti residenti. Nonostante il fatto che la guerra li abbia sparsi per tutta l'Ucraina, stanno bene, e cercano di essere utili ovunque si trovino, manifestando l'amore e la cura di Dio alle persone. La maggior parte di loro sono coinvolti in vari ministeri della chiesa, soprattutto sociali; alcuni organizzano evacuazioni; altri lavorano con i rifugiati. Ci sono diversi che si sono uniti a unità di difesa territoriale (questi studenti hanno bisogno di un sostegno speciale di preghiera).

Ciò che li accomuna è il loro impegno a servire Dio attraverso il servizio alle persone. È un grande incoraggiamento per noi, perché vediamo che i loro studi al seminario non sono stati vani. Grazie alla guerra, sono tutti diventati ministri influenti.

Durante la riunione, i nostri studenti hanno espresso le loro richieste di preghiera. Hanno chiesto di pregare per (1) i volontari dell'UETS che servono a Kiev; (2) tutte le città e i paesi assediati in Ucraina e le persone lì; (3) la protezione di Dio per il campus dell'UETS; (4) la direzione del seminario; (5) i loro amici con cui non hanno alcun legame.

In secondo luogo, lodiamo Dio che l'ultimo membro dello staff del seminario e la sua famiglia, con cui non avevamo contatti da diversi giorni, sono stati evacuati ieri dalla zona dei combattimenti violenti. Ci siamo preoccupati molto per loro. Oggi sono al sicuro. Quindi, grazie mille per essere con noi in preghiera per loro! 

Cosa sta succedendo in Ucraina? C'è una guerra, frutto del peccato di uomini egoisti: “Io valgo, io voglio, io prendo... IO...IO... IO...” Dove è Dio?

Esattamente in mezzo al popolo che soffre. Come ci arriva?

“Allora il re dirà a quelli della sua destra: “Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che vi è stato preparato fin dalla fondazione del mondo.  Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste;  fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?”  E il re risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, lo avete fatto a me.” (Matteo 25:34-40)

Non possiamo amare e servire coloro a cui Dio ci ha mandato da lontano. Sono le parole di Oleksander. La chiesa, tu ed io, siamo le braccia, le mani, le gambe di Dio.  Ecco dov'è Dio nella guerra.  Ecco cosa fa nella guerra.

Fino a quando il peccato non sarà sconfitto per sempre, sino a quando persino i potenti della terra non saranno costretti a piegare le ginocchia per ascoltare la loro condanna, la chiesa, te ed io, porteremo Dio tra le trincee,  nei rifugi, negli ospedali,  nelle strade martoriate di bombe.

C'è chi lo farà fisicamente,  come il pastore Oleksander,  rischiando la propria vita, c'è chi lo farà da una distanza, attraverso gli aiuti umanitari, l'ospitalità, le preghiere.

Non possiamo essere distanti, non dobbiamo permettere che l'orrore che vediamo in TV ci allontani da chi soffre, che sia credente o meno. Che la notizia scali nel nostro interesse, come avverrà se la guerra continua nei TG; l'abbiamo già visto con le altre: Bosnia, Libano, Siria, partire in prima pagina e poi,  dopo un po', non essere neppure presenti prima delle previsioni del tempo.

Siamo parte della medesima squadra, una squadra che non abbandona i propri fratelli; 

“Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono.” (Romani 12:15) 

dice Paolo, sino a quando...

“Egli giudicherà tra nazione e nazione e sarà l’arbitro fra molti popoli; essi trasformeranno le loro spade in vomeri d’aratro e le loro lance in falci. Una nazione non alzerà più la spada contro un’altra, e non impareranno più la guerra. Casa di Giacobbe, venite e camminiamo alla luce del Signore!” (Isaia 2:4-5)

Fermiamoci a pregare. 

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