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10 ottobre 2021

Con che cosa ti stai rivestendo? | 10 Ottobre 2021 |

Gesù non si è sottratto dall'essere nudo sulla croce pur di darti dei nuovi abiti da vestire al posto di quelli che il mondo ti ha messo addosso, e  proteggerti col suo mantello di amore. Ma devi scegliere tu, ogni giorno, di vestire quei nuovi abiti.
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Tempo di lettura: 9 minuti 
Tempo di ascolto audio/visione video: 24 minuti

Siamo all'ultimo passo del nostro cammino tra i “nudi” della Bibbia. Cosa abbiamo visto fino ad ora?

Adamo ed Eva scoprirono di essere nudi dopo aver disobbedito per la prima volta a Dio.

Giobbe affermò che nudo era nato e nudo sarebbe morto e che tutto il resto era un di più concesso da Dio.

Michea ululava e mugghiava nudo davanti al popolo che una volta era stato il popolo di Dio per dire loro  “Siete nudi e siete pazzi, perché avete abbandonato il vostro Dio”.

Vorrei, prima ti continuare, aprire una piccola parentesi parlando del concetto di “nudo” nella Bibbia.

Leggendo i brani che ho usato per le prediche potreste pensare che la Bibbia associ sempre la nudità a qualcosa di cui vergognarsi, di sbagliato, di sporco. Se pensi così vorrei farti leggere un paio di brani:

“Il tuo collo è come la torre di Davide, costruita per essere un’armeria; mille scudi vi sono appesi, tutti gli scudi dei valorosi.  Le tue mammelle sono due gemelli di gazzella che pascolano tra i gigli.... Le sue mani sono anelli d’oro, incastonati di berilli; il suo corpo è d’avorio lucente, coperto di zaffiri. Le sue gambe sono colonne di marmo, fondate su basi d’oro puro.  (Cantico dei Cantici 4:4-5, 5:14-15)

Queste frasi non sono tratte da un romanzo erotico, ma fanno parte della Bibbia e non stanno parlando, come qualcuno vorrebbe interpretare, di metafore per descrivere la chiesa, ma di un  corpo fisico di  una lei (le mammelle) e di quello di un lui (le gambe).

Per cui la nudità nella Bibbia non è sempre associata con qualcosa di negativo: dipende dal perché,  o dal per cosa si è nudi.

Il libro di 2 Samuele ci racconta l' episodio nel quale l'Arca del Patto fa il suo ingresso a Gerusalemme, e davanti all'Arca che contiene le tavole della Legge (i 10 Comandamenti), troviamo Davide che danza:

“Davide era cinto di un efod di lino e danzava a tutta forza davanti al Signore.” (2 Samulele 6:14)

Ora, per farvi capire, Davide stava danzando vestito SOLO di un “efod”. Cosa era un “efod”? Era un paramento sacro di lino con fili porpora, rosso e viola, ma soprattutto, somigliava un po' a un grembiule da cucina, che copre davanti, ma di dietro no!

Infatti, quando fu tornato a casa, la moglie di Davide, Mical (figlia di Saul), avendolo visto dalla finestra, non sembrava davvero felice: 

«Bell’onore si è fatto oggi il re d’Israele a scoprirsi davanti agli occhi delle serve dei suoi servi, come si scoprirebbe un uomo da nulla!» (2 Samuele 6:20)

La parola tradotta con scoprirsi in originale è גָּלָה g̱âlâ che significa “denudarsi-spogliarsi”.  Davide rispose:

«L’ho fatto davanti al Signore che mi ha scelto invece di tuo padre e di tutta la sua casa per stabilirmi principe d’Israele, del popolo del Signore; sì, davanti al Signore ho fatto festa. Anzi mi abbasserò anche più di così e mi renderò umile ai miei occhi; ma da quelle serve di cui parli, proprio da loro, sarò onorato!» (2 Samuele 6: 21-22)

Attenzione: Davide sta affermando una cosa ben precisa: “L'essere nudi o vestiti non fa differenza se quello lo facciamo per il Signore!”

Davide sta dicendo in sostanza  che c'è una nudità che non offende Dio se è fatta davanti a lui e per lui. Davide dice: “Per il mio Signore farò molto di più che essere nudo”.

Vi ricordate la prima volta che l'uomo aveva scoperto di essere nudo, vero? Era quando Adamo ed Eva  si erano guardati dopo aver disobbedito a Dio. E vi ricordate quale era stata la prima azione che Dio aveva fatto verso le sue creature?

“Dio il Signore fece ad Adamo e a sua moglie delle tuniche di pelle, e li vestì.” (Genesi 3:21)

All'inizio dei tempi la prima cosa che Dio ha fece fu di provvedere alla nostra nudità sacrificando delle vite per coprirci. 

Ed alla fine dei tempi, (perché da quando è venuto Gesù  stiamo vivendo gli ultimi tempi,  anche se nessuno sa quanto dureranno) Dio ha fatto la medesima cosa.

Davide aveva detto che lui per il Signore avrebbe fatto ben più che essere nudo. Dio userà uno della sua stessa stirpe per fare ben più che coprire la mia e la tua nudità:

“I soldati dunque, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una parte per ciascun soldato, e anche la tunica. La tunica era senza cuciture, tessuta per intero dall’alto in basso.  Dissero dunque tra di loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocchi»; affinché si adempisse la Scrittura {che dice}: «Hanno spartito fra loro le mie vesti e hanno tirato a sorte la mia tunica». Questo fecero dunque i soldati.” (Giovanni 19:23-24)

La tunica era l'ultimo indumento prima della pelle; era la canottiera e le mutande dell'epoca. I romani toglievano anche quello ai condannati a morte, come ultima umiliazione e affinché dessero scandalo a chi guardava. Isaia dirà:

“Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca.” ( Isaia 53:7 a)

Giovanni ci spiega che tutto ciò avveniva perché si compisse qualcosa  che nella Bibbia era già stato scritto, nel salmo 22... da Davide!

Vedete come tutto ritorna? Davide aveva danzato nudo (o quasi) davanti all'arca che conteneva le Tavole della Legge.

Lo aveva fatto per il Signore, perché la Legge entrava nella città Santa,  a Gerusalemme! Ora un altro re  (“Re dei Giudei”, così diceva la scritta sulla croce), era nudo. Non per celebrale la Legge, ma per completare la Legge ed elargire la Grazia.

Da allora in poi, non saremmo stai mai più nudi! La Legge che ci condannava, l'insieme di comandamenti ai quali nessun uomo sarebbe mai stato capace di obbedire sino in fondo, non avrebbe più avuto efficacia su di noi, perché saremmo stati sotto al Grazia di Cristo.

Davide, qualche salmo dopo il 22, avrebbe affermato:

“Tu hai mutato il mio dolore in danza; hai sciolto il mio cilicio e mi hai rivestito di gioia” (Salmo 30:11)

Essere nudi rappresenta l' essere vulnerabili, l' essere esposti; come uomini e donne nel mondo abbiamo provato a proteggerci,  a”vestirci” con mille altre cose: la famiglia, il lavoro, il danaro, il sesso... tutte cose che ci danno una apparente sicurezza... ma che alla fine, come dice Giobbe, svaniranno:

“Nudo sono uscito dal grembo di mia madre e nudo tornerò in grembo alla terra...”. (Giobbe 1:21)

Non porteremo nessun vestito con noi... se non quello con cui ci vuol coprire Cristo:

“Se pure gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti secondo la verità che è in Gesù, avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità.” (Efesini 4:21-24)

Come ti senti,  in questo preciso momento della tua vita? Ti senti nudo, o nuda, o ti senti vestito, o vestita? E se ti senti vestito, con che cosa ti stai rivestendo? Stai vestendo quelli che il mondo o te stesso, ti sei messo addosso per sentirti protetto, per sentirti protetta? Abiti che ti tengono al caldo... almeno per un po'.

Oppure ti senti nudo, ti senti nuda, perché quegli abiti non ti piacciono più, oppure si sono strappati e sono caduti:  un matrimonio in frantumi, un lavoro perso, un futuro incerto...

Gesù si è lasciato spogliare, affinché tu potessi rivestirti.

“Si, Marco, io vorrei rivestirmi di Cristo... ma cosa significa e come faccio?” Paolo ti dice: 

“La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno, senza gozzoviglie e ubriachezze, senza immoralità e dissolutezza, senza contese e gelosie; ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne i desideri.” (Romani 13:12-14)

Paolo sta  usando un verbo all'imperativo: è un ordine: “Rivestitevi” La Grazia attraverso Gesù, è disponibile a tutti, ma devi scegliere indossarla.

Quando mi vesto ogni mattina, faccio una scelta:  mi metto questo o quello.  In questo brano Paolo ci dice  cosa dobbiamo decidere di NON  indossare.

Non indossare le dipendenze: all'epoca c'era solo l'alcool...  adesso c'è l'imbarazzo della scelta... e non penso solo alla droga, ma a tutto ciò che ci condiziona, io gioco, il porno, i social, tutte le cose che ci allontanano dalla vita vera e ci fanno vivere come in una bolla.

L'immoralità: il “sesso ricreativo”, quello che non prevede nessun vero legame, quello che cambia spesso partner

perché “ogni lasciata è persa”. Le contese: quelle di cui ne sono piene le TV tra politici, opinionisti, influencer, reality e quant'altro... dove tutti urlano e tutti litigano... e alla fine noi non sappiamo neppure perché!

“ Questi - dice Paolo - sono gli abiti che non ti devi mettere la mattina. Mettiti questi altri, invece”:

“Vestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza.” (Colossesi 3:12)

Avete ascoltato un TG, o visto un talk shaw, o un reality  in questi ultimi tempi? Se si, per quanti minuti hanno parlato di misericordia,  di benevolenza,  di umiltà,  di mansuetudine,  di pazienza?

Zero, vero? E' per questo che Paolo dice  che dobbiamo “vestirci” di questi sentimenti; non ce li abbiamo addosso, perché normalmente abbiamo gli altri. Quelli che ci dice di NON mettere la mattina.

Ma, anche stavolta, ogni mattina dobbiamo decidere con cosa vestirci; dobbiamo decidere di indossarli.

Ma vestirci solo non basta,  dice Paolo, “Dovete proteggere quei nuovi vestiti con un mantello speciale”:

“Al di sopra di tutte queste cose vestitevi dell’amore che è il vincolo della perfezione.” (Colossesi 3:14)

Quando hai qualcosa  su cui è stato posto un  “vincolo”, che sia un terreno o del denaro, significa che non lo puoi toccare fintanto che sussiste quel vincolo.

Fintanto che il mantello dell'amore ricopre  la misericordia, la benevolenza,  l' umiltà,  la mansuetudine, la  pazienza essi non potranno essere toccati, saranno al sicuro, protetti. Per quanto lo saranno? Per quanto l'amore di Cristo ci proteggerà, rivestendoci della sua Grazia? Paolo afferma:

“Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?...Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati.” (Romani 8:35, 37)

L'amore con cui Cristo ti ama è un mantello speciale che nulla potrà toglierti: neppure l'essere nudi. Colui che ci ha amati, ha accettato di essere nudo pur di ricoprici per sempre  col mantello della sua Grazia.

Ma devi scegliere di vestirti di quel mantello.

Conclusione

Siamo giunti alla fine di questa serie di quattro messaggi che si aprivano con una domanda, che era quella di Dio fatta ad Adamo:

“Chi ti ha mostrato che eri nudo?” (Genesi 3:11)

"Chi ti ha detto che eri nudo?” Ora sai che puoi non essere più nudo, più nuda, se accetti il mantello di amore di Cristo.

Preghiamo.

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08 agosto 2021

Costruire la gioia su Cristo 2° parte - Il Libro di Filippesi | 8 Agosto 2021 |

Dove stai cercando la gioia? Nella Legge, o nella Luce? Nelle regole o nelle ruote che servono per portarle? Le indicazioni di Paolo servono a aumentare la gioia, ma la gioia, quella vera, proviene solo da Cristo.
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Tempo di ascolto audio/visione video: 32 minuti

Stiamo parlando da un po' del libro di Filippesi, che è uno dei libri più “gioisi nella Bibbia”

Come definiresti la gioia? Ho trovato incoraggiante una etimologia che fa derivare la parola “gioia” non dal latino “gaudium”, godimento (soprattutto fisico), ma dal sanscrito  "gai, gāyati ", ovvero "cantare",  nonché la radice indoeuropea "gaud" (formata da gā = alto + ud = canto). 

Da questa ricostruzione etimologica,  la parola gioia ha in se  l'idea di elevare un alto canto (di gioia, appunto)  come  reazione ad una forte emozione positiva di esultanza,  di benessere, di appagamento, di felicità...

Quando proviamo gioia perciò stiamo cantando con tutta la nostra voce verso ciò che ce la fa provare.

Tre settimane fa abbiamo visto  i primi  cinque motivi per cui cantare (che potete leggere / ascoltare / vedere QUI) oggi vediamo gli altri cinque.

6. La gioia è negli altri: l'egoismo uccide la gioia

“Ma anche se dovrò aggiungere il sacrificio della mia vita a quello che la vostra fede offre a Dio, ne sarò contento e mi rallegrerò insieme con tutti voi.  E anche voi dovete esserne felici e gioire con me.” (Filippesi 2:17-18 PV)

Paolo ne aveva già parlato in precedenza quando richiamava i credenti all'unità per annunciare il Vangelo di Gesù al mondo. Ma qui Paolo dice che non basta essere uniti per avere gioia  ma che la mia gioia arriva quando tu provi gioia.

In pratica Paolo dice che se io mi adopero perché tu abbia gioia, allora la tua gioia diventerà la mia gioia. Questo è uno dei principi fondamentali per essere veri servitori in una comunità di credenti.

Essere un buon servitore, essere una buona servitrice, non è aver ricevuto un incarico nella chiesa,  una sorta di promozione, uno status simbol: “io sono un responsabile di chiesa”. Ma è capire che il mio servire, sarà efficace quando quello che faccio farà sorridere, darà consolazione libererà, salverà qualcuno; allora io sarò nella gioia.

Sapete, molti “pastori” si sentono a posto solo perché guidano, predicano, battezzano, fanno matrimoni e funerali; Paolo  dice in 1 Corinzi:

“Non che noi vogliamo dirigere la vostra fede, ma desideriamo collaborare alla vostra gioia, perché è per fede che voi rimanete saldi.” (1 Corinzi 1:24 PV)

Un vero pastore, dice Paolo,  non dirige, ma collabora; non ti impone di quello che devi fare, pensare e pregare, non ti da delle regole e basta, me ti aiuta ad applicarle  affinché tu possa cantare di gioia nella tua vita di credente.

Ah... dimenticavo... questo non vale SOLO per i pastori, o per i diaconi, o per i responsabili di qualche cosa in chiesa, ma per tutti coloro che hanno creduto! Pietro dice nella sua lettera che i credenti sono “... un sacerdozio regale...” ( 1 Pietro 2:9). Questo è ciò che chiamiamo “il sacerdozio universale dei credenti”.

Come sacerdote di Cristo sei tenuto, sei tenuta non solo a desiderare la gioia degli altri, ma anche a collaborare affinché gli altri abbiano gioia. Se pecchi di egoismo, stai uccidendo la tua gioia.

Ora, puoi essere di aiuto ad altri credenti se te ne stai a casa, magari guardi i culti online, preghi da solo, da sola e vivi la tua vita di credente in perfetto isolamento?

La risposta, ovviamente, è: “No!”: ti serve una chiesa dove aiutare altri ed altre ad avere gioia.

Sesta istruzione del foglietto Ikea:  sforzati di portare gioia agli altri.

7. La gioia è nella riunione - la separazione uccide la gioia

“Perciò ci tengo molto che (Epafròdito)  ritorni da voi, perché so quanto vi farà piacere rivederlo, e questo alleggerirà anche le mie preoccupazioni. Accoglietelo dunque con grande gioia per piacere al Signore, ed abbiate stima di uomini così.” (Filippesi 2:28-29 PV)

Se avete letto la lettera di Filippesi, saprete che Eparfòdito era stato lì lì per morire; ora Paolo lo rimanda da loro per gioire assieme.

Certo, non è che dobbiamo per forza avere un fratello o una sorella che sono stati vicini alla morte per gioire. Ma il concetto è questo: rincontrarsi con vecchi amici credenti, persone con cui abbiamo condiviso  una parte della nostra vita nella fede, ci reca gioia.

All'epoca di Paolo l'unica maniera per incontrasi era andare a piedi. Se c'è una sola cosa buona che ci ha insegnato il lockdown è che abbiamo la tecnologia per incontrarci stando a casa propria.

Chi sono le persone che sono state importanti  nella tua vita di credente? Ci sono ancora? Se si, da quanto non le vedi e non le senti? Fai una lista di tre o quattro persone (se sono di più, meglio) e programma di “incontrarle”, sia di persona (meglio) che in modo virtuale.

Se pensi di non andare in vacanza quest'anno, sappi che Charles Spurgeon (predicatore battista inglese dell'800) una volta disse  “Quando incontro qualche vecchio amico nella fede è come essere in vacanza di una settimana.”

Può essere una gran vacanza spirituale e una gran medicina per l'anima cantare di gioia assieme ad altri credenti  Se invece decidi di fare l'eremita, l'asociale, quello o quella che tiene il muso guarda quello che dice Proverbi:

“Tutti i giorni sono brutti per l’afflitto, ma per il cuore contento è sempre allegria.” (Proverbi 15:15)

Non ti conviene; starai uccidendo la tua gioia.

Settima istruzione: pianifica di incontrarti con altri credenti.

8. La gioia è avere piani per il futuro -  la mancanza di uno scopo uccide la gioia

“Perciò, restate fermamente uniti al Signore! Ho tanta voglia di rivedervi, cari fratelli! Voi siete la mia gioia e la ricompensa del mio lavoro.” (Filippesi 4:1 PV)

Paolo, incatenato ad un soldato romano, sapendo che Nerone lo avrebbe mandato a morte... faceva ancora piani!

Una delle cose per cui mia madre Maria è vissuta quasi novanta anni è che non aveva mai smesso di fare piani per il futuro, e questo le dava gioia... fino a quando non ha incominciato a preoccuparsi per la sua salute che era sempre più malmessa!

Era credente,  e conosceva bene questo passo, ma...

"E chi di voi può, con la propria ansietà, aggiungere un’ora sola alla durata della sua vita? …  Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.” (Matteo 6:27, 34)

Ma spesso noi ci crediamo qui (nella testa) ma non ci crediamo qui (nel cuore)... e smettiamo di cantare di gioia. Paolo ci credeva...e basta! Non si preoccupava, e continuava a cantare!

Gesù a detto “Dacci OGGI” il nostro pane QUOTIDIANO” (Matteo 6:11) ovvero:“Occupati, non preoccupati dell'oggi,  perché all'oggi ci penso io.Qualsiasi cosa sia il tuo oggi,  dal raffreddore in su, dallo a me perché voglio che tu sia concentrato sul futuro... così che tu possa occuparti, non preoccuparti dell'oggi, mentre pianifichi il domani, per avere gioia.”

Mia madre Maria ha vissuto nella gioia  gran parte della sua vita... poi ha smesso di fare piani.. e si è preoccupata, e la gioia negli ultimi tempi è svanita, e lo sapeva; è per quello che diceva che era ora che Dio la chiamasse a se.

La mancanza di scopo  rende la vita e tutti i suoi problemi  più difficili da sopportare.

Ottava istruzione: occupati di oggi e fai piani per domani.

9. La gioia  è  apprezzare ogni momento - gli avvenimenti della vita proveranno a uccidere la gioia

"Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi.” (Filippesi 4:4)

Paolo non  specifica quando dobbiamo rallegrarci né per cosa dobbiamo rallegrarci... tanto dobbiamo SEMPRE rallegrarci. E lo ripete due volte... perché di solito lo dimentichiamo!

“Anche se ho un familiare ammalato?" Si! “Anche se i soldi non bastano per arrivare a fine mese?” Si! “Anche se sono stato licenziato?” Si!

Vi ricordate la differenza tra felicità e gioia che abbiamo visto nel primo di questi due messaggi?

La a felicità è legata all'adesso, a cosa mi accade, (cose belle, cose brutte); la gioia è legata al passato cosa è accaduto (sono stato salvato da Gesù).

La felicità è legata al come sono (sano, malato, libero, in carcere), la gioia è legata al chi sono (sono un figlio/figlia di Dio, sono perdonato/perdonata).

La felicità è legata a quello che ho (sono ricco, sono povero), la gioia è legata a quello che avrò (sono erede del cielo).

Ve lo metto in un modo differente. Una delle cose che mi dà gioia la mattina, è svegliarmi e vedere il sole che spunta dietro al Monte Cimino. Per cui la mia gioia risiede nei mille colori che il sole proietta nel cielo e sulle nuvole.

Supponiamo che una mattina mi svegli col mal di  schiena: (capita spesso da un po' a questa parte): sarò felice del mal di schiena? Di sicuro no!

Questo significa che, poiché ho il mal di schiena, l'alba è sospesa a data da destinarsi, vero? Detto volgarmente, al sole, al monte, alle nuvole e all'atmosfera, del mio mal di schiena non glie ne importa un fico secco!

I colori dell'alba non  sono legati al come mi sento quella mattina, e neppure la gioia di vederli lo è, anche se non sono felice col mio mal di schiena!

Ve la metto ancora in un'altra maniera... anzi, lascio che sia Gesù a mettervela in un'altra maniera:

"Beati voi, quando gli uomini vi odieranno, e quando vi scacceranno, vi insulteranno e metteranno al bando il vostro nome come malvagio, a motivo del Figlio dell’uomo. Rallegratevi(= chairo – la stessa parola che usa Paolo) in quel giorno e saltate di gioia, perché, ecco, il vostro premio è grande in cielo; perché i loro padri facevano lo stesso ai profeti.“ (Luca 6:22-23)

Gesù afferma che, i colori stupendi dell'alba ci sono anche quando stai dentro ad un pozzo profondo; e che nessuno potrà mai portarteli via, che puoi continuare a cantare a tutta voce!

Attenzione,  perché se non riesci a vedere i colori stupendi che hanno dipinto la tua vita da quando hai creduto in Cristo, allora finirai per concentrarti  sui mal di schiena, sugli intoppi, sulle pareti del pozzo dove stai ora,  finiranno per uccidere la tua gioia e per spegnere il tuo canto.

Nona istruzione: impara ad avere gioia per chi sei non per come stai.

10. La gioia è nel dare - L'avarizia uccide la gioia

“Mi ha fatto immenso piacere che avete pensato di nuovo a me, e ringrazio per questo il Signore. So che mi avete ricordato sempre, ma vi era mancata l'opportunità di dimostrarmelo.” (Filippesi 4:10 PV)

Vi ricordate cosa avevano fatto i Filippesi per Paolo come pensiero? Una cartolina? Una e.card? Un “GIF” animato? Certo che no! I pensieri per Paolo dei Filippesi erano: preghiere,  soldi,  cibi,  vestiti, erano persone che da Filippi andavano a piedi fino a dove Paolo era in carcere  per stare assieme a lui.

I Filippesi non erano ricchi, anzi, tutt'altro, ma DAVANO abbondantemente, e con gioia. E quella gioia nel dare provocava in Paolo la gioia nel ricevere; gioia vedere che non si erano dimenticati, che erano generosi, che erano pronti a dare, anche se non avrebbero potuto permetterselo.

Da chi avevano appreso questo? Lo avevano sentito dire più e più volte  proprio da Paolo:

“In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”».” (Atti 20:35)

Paolo descrive due gioie : quella di chi riceve, ed è una gioia “standard”, “S” e quella di chi da che è una gioia “maxi”,  “XXL”

Per provare la gioia standard, “S” basta che tu sia connesso ad una chiesa sana dove i membri prendono sul serio quello che dice Paolo, e sono generosi, e ti danno.

Ma se  cerchi la gioia “XXL” allora sei tu quello che deve dare, che deve impegnarsi a renderla sana,  osservando i comandamenti di Gesù.

Attenzione,  se tu hai il “braccino corto” se sei avaro nel dare, allora stai impedendoti anche di ricevere. Non avrai gioia, “S” e non avrai più gioia “XXL”

Decima istruzione: dai più di quello che ricevi.

Abbiamo concluso le dieci istruzioni del foglietto Ikea, e tu potresti dirmi: “OK Marco, ho capito, farò come dice Paolo per avere gioia nella vita”.

Se ti ho portato a pensare questo sin qui significa che ti devo chiedere scusa perché non sono un buon predicatore.

Queste due predicazioni si intitolano “Come costruire la mia gioia SU CRISTO” non “su quello che dice Paolo”! Queste istruzioni fanno parte di una strategia  per AUMENTARE la nostra gioia, non sono la fonte VERA della gioia.

Senza la VERA fonte della gioia, tutte queste istruzioni sono assolutamente inutili. E' come se avessimo il foglietto, ma non le parti del mobile.

Quale è la VERA fonte della gioia? E' seguire la Legge? Conoscere a menadito  tutte le regole per essere cristiano?

Sapete, se vi predicassi  SOLO la Legge, se vi insegnassi SOLO  i buoni principi contenuti nella Bibbia è come se vi dicessi: “vai al piano di sopra, buttati dal balcone, e VOLA!

NON PUOI FARLO!  Ci vuole qualcosa, o qualcuno  che mi dia le ali ...

Qualcuno che conosca chi ha scritto la Legge, e che lo faccia conoscere anche a te, e che è la fonte VERA della gioia.

LO CONOSCI?

“In lei (nella Parola) era la vita, e la vita era la luce degli uomini... Poiché la Legge è stata data per mezzo di Mosè; la Grazia e la Verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo..” (Giovanni 1:4,17)

La Legge era un sasso, la Grazia e la Verità sono una luce. La Legge era un peso, la Grazia e della Verità sono le ruote con cui trasportarla: e il non avere più pesi da portare è questo che produce la gioia.

“Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia completa.” (Giovanni 15:11)

Dove stai cercando la gioia? Nella Legge, o nella Luce? Nelle regole o nelle ruote che servono per portarle?

A chi stai cantando con tutta la tua voce?

Costruisci la tua gioia su Cristo, perché...

“Tu m’insegni la via della vita; ci sono gioie a sazietà in tua presenza; alla tua destra vi sono delizie in eterno.” (Salmo 16:11)

Preghiamo.

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02 febbraio 2020

Essere sovranista per Cristo | 2 Febbraio 2020 |


A quale nazione appartieni? A quella dove vivi, o a quella dove vivrai, se hai creduto in Cristo? E chi avrà la sovranità tra le leggi del mondo e la Legge di Cristo?
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Ieri per la mia famiglia  è stato un giorno “particolare”.Non so ancora dirvi se sia stato un giorno buono oppure cattivo; il tempo lo dirà.

Perché era un giorno speciale? Perché da ieri io sono ufficialmente sposato con una extracomunitaria!

No, non vi preoccupate, non ho divorziato da Janet, ma è la nazione di Janet che ha divorziato dall'Europa.

Sto parlando, ovviamente, di quello che va sotto il nome di “Brexit”. Dalla mezzanotte del 31 gennaio 2020 Il Regno Unito ufficialmente  non fa più parte dell' Unione Europea.

E c'è un gran fermento Oltremanica, grandi aspettative, grandi progetti di cambiare questo e quello; chi ha votato si aspetta di vedere presto tutte le promesse elettorali avverate!

Non vi preoccupate, non voglio parlarvi di politica internazionale né di “sovranismo”... anzi, voglio PROPRIO parlarvi di sovranismo... della “parola” sovranismo”...

Quanti la conoscono? Se la conoscete, da quanto tempo è che la conoscete?

Sapete, avrei voluto anche stavolta farvi un bello studio sull'etimologia, da quali parole latine, greche o francesi provenga... ma non posso!

Non posso perché è una parola “nuovissima”,  che ha cominciato a circolare agli inizi del 2002 ma che è stata compresa nei vocabolari ufficiali (Treccani, Devoto, Zingarelli) solamente nel 2018!

Vediamo la definizione che ne fa la massima autorità della lingua italiana ovvero il Vocabolario della Crusca:

sovranismo:  sost. m., Derivato da sovrano con il suffisso -ismo,  Posizione politica che rivendica la sovranità nazionale dei singoli Stati, contrapponendosi alle ideologie globaliste e/o anche alla politica di concertazione degli organismi sovranazionali, con particolare riferimento all’Unione europea.

So quello che pensi: “Si, va beh, Marco, ma che c'entra tutto questo con una predicazione in chiesa?”

Sovranista per Cristo

Sapete che vi dico? Che tutti i credenti dovrebbero essere dei “sovranisti” convinti!

Che tutti i credenti dovrebbero invocare una sorta di Brexit, e aspettarsi di vedere le cose che cambino...

Ancora peggio vero? A questo punto pensate davvero che il viaggio in Gran Bretagna  mi abbia severamente nuociuto  alla mia salute mentale, vero?

E avreste ragione, se io volessi parlarvi di un determinato Stato di una nazione...

Se io non vi volessi parlare della VERA nazione a cui tu, se sei credente in Cristo appartieni davvero.

A quale nazione appartieni tu?

“Pietro, apostolo di Gesù Cristo, agli eletti che vivono come forestieri dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, nell’Asia e nella Bitinia,” (1Pietro 1:1)

Pietro stava scrivendo a persone che non erano ebree, che non avevano mai visto Gerusalemme, ma che lui chiamava “forestieri” in greco “παρεπίδημος parepidēmos” “che non sono a casa”.

Per un vero credente,  dice Pietro, la vera patria non è quella dove vivi, dove sei nato... e neppure quella dove verrai sepolto.

La tua vera patria è il cielo, nella presenza di Dio.  Perciò, finché viviamo in questo mondo,  siamo stranieri, forestieri.

Paolo dirà in Filippesi:

“Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore,” (Fil 3:20)

Tutto questo che c'entra col diventare sovranista? Cosa voglio suggerivi, allora? Di diventare “disobbedienti” allo stato? Di rifiutare le autorità? Tutt'altro.

Boris Johnson con la sua Brexit intende, a torto o a ragione, riportare la “sovranità” delle decisioni all'interno del suo Paese, non essere più soggetto a ciò che dicono o fanno tutti gli altri.

Dove è la nostra patria? In Cielo, con Cristo! Ma a quali leggi stiamo obbedendo? A quelle dello stato e della società dive viviamo, oppure a quelle dello stato a cui apparteniamo? Abbiamo bisogno di una Cristexit nelle nostre vite, di ritornare al sovranismo di Dio Cristo la nostra Patria, Dio il nostro Sovrano!

E cosa c'è di meglio  per cambiare, dell'inizio di un nuovo anno?

Così come Johnson ha dei piani (spero!) in mente per fare ciò che ha promesso quello che voglio proporti questa mattina è un piano che duri per tutto il 2020 e oltre,  per vivere nella tua nazione ma come come forestieri dispersi nel  Lazio per parafrasare le parole di Pietro.

Attenzione a quello che ho detto: Boris Johnson ha un PIANO (spero!) per adempiere alla PROMESSE.

Hai mai fatto una “promessa”? “Domani comincio la dieta!” “Da lunedì vado in palestra! “Questa è l'ultimo pacchetto di sigarette!”

Ci sei riuscito, ci sei riuscita? Quanto è il tuo “record” di durata?

Gran parte delle promesse e delle decisioni  pur sapendo che sono buone per la nostra vita, inesorabilmente vengono disattese... da noi stessi!

Sapete quale è il problema vero? Non c'è un piano per mantenere la promessa!

Se cercate su internet troverete centinaia di piani  per raggiungere gli obiettivi, tipo questo:

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PIANO PER RAGGIUNGERE I TUOI OBIETTIVI


  1. fissare obiettivi raggiungibili 
  2. essere sfidanti dagli obiettivi 
  3. avere un progetto scritto 
  4. pensare “positivo” 
  5. avere 3 settimane di disciplina 
  6. avere indulgenza con se stessi 
  7. comprendere le ragioni che impediscono il successo;
  8. identificare e ricordarsi i vantaggi del raggiungerli; 
  9. non considerare gli insuccessi come sconfitte; 
  10. avere un gruppo di supporto (anche on-line)
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E buono? Si... ma anche no! Perché anche no? Perché in questo piano io devo fare fare fare, obbedire alle leggi e alle regole di una società di cui sono cittadino... ma quando io non sono che un “forestiero” di quella società.

C'è un piano più “semplice”? Qualcosa che riassuma tutte le dieci azioni in una sola? Paolo dice di si.

Paolo scrive una lettera ad una chiesa quella di Corinto, che amava ma che aveva  una massa enorme di problemi: erano salvati, ma si comportavano ancora come cittadini greci non come “forestieri” e “cittadini dei cieli”

Con che piano sarà arrivato Paolo? Comportatevi così,  memorizzate questi versetti leggete questi libri, venite ai miei seminari... Nulla di tutto questo:

“Anch'io, fratelli, quando venni da voi, non venni ad annunciarvi il messaggio di Dio con belle parole o grande sapienza, perché avevo deciso che vi avrei parlato soltanto di Gesù Cristo e della sua morte sulla croce.. ". (1 Corinzi 2:1-2 PV)

Il piano era, semplicemente “Gesù è morto per te”.

Perché solo Cristo?

Perché Paolo vuole parlare ai Corinzi SOLO di Cristo? Perché anche lui è d'accordo con Boris Johnson!

Mi spiego: Johnson ha detto (scusate se semplifico il concetto): “Non possiamo obbedire alle leggi UE e contemporaneamente fare quello che vogliamo noi. Noi vogliamo che le nostre regole, le nostre abitudini, le nostre leggi siano SOVRANE rispetto a quelle dell'UE. ' per questo ce ne andiamo.”

E Paolo dice lo stesso: è inutile applicare le regole di cittadino di questo mondo e di questa società  e le regole del tuo mondo (tu sei cittadino dei cieli).na delle due regole/leggi deve essere SOVRANA.

Come credenti dovremmo fare una Cristexit nei nostri cuori, essere sovranisti per Cristo e per le sue leggi.

Cosa significa questo? Bisogna smettere di obbedire alle leggi dello Stato? Vogliamo creare uno stato “teocratico”, tipo Iran dove il testo di legge è un testo sacro? Dove per capire chi ha la precedenza all'incrocio devo leggere un Salmo o un'epistola?

Cerco che no! C'è un modo differente. Molti mi hanno detto: “ Ma Marco, Cristo è al primo posto della mia vita! Lui viene prima del mio lavoro, della mia famiglia, dei miei soldi!”

Ed è questo il problema: stiamo obbedendo alle leggi di due stati differenti: alle leggi di Cristo e a quelle della famiglia, alle leggi di Cristo e a quelle del lavoro, alle leggi di Cristo e a quelle dell'economia. In pratica, obbediamo ad una nazione e all'altra.

Quale è la ricetta di Paolo allora? “Non vengo a spiegarti per filo e per segno tutto, ma ti ricordo solo una cosa: Cristo è salito in croce per te”.

Sempre ai Corinzi aveva detto:

“Poiché la predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio.” (1 Corinzi 1:18)

Dice insomma :”Non vi preoccupate se vi prenderanno per matti, è normale. Ma per noi che apparteniamo alla nazione di Cristo, quella è pura potenza, lì trovo la forza per obbedire alle due leggi assieme! ” 

Dobbiamo essere “sovranisti” per questa legge, deve regnare non sopra, ma DENTRO tutte le altre; debbo obbedire alla legge di Cristo DENTRO la mia famiglia, debbo obbedire alla legge di cristo DENTRO il mio lavoro, debbo obbedire alla legge di Cristo DENTRO l'economia, perché lui è morto in croce per me.

Dove trovo l'energia?

E' facile tutto questo? Mi viene naturale? E' senza sforzo? Assolutamente no! Applicare la legge di Cristo all'interno della mia vita quotidiana richiede sforzo, richiede potenza...

Dove la trovo io, che già sto messo male di mio in quanto ad energia?

Paolo parla di “potenza di Dio” nella croce. Che significa tutto questo? Che devo riempire la casa di crocefissi, mettermene uno al collo quasi fosse un “accumulatore” di potenza”? Certamente no! Anche se potente, non è il “simbolo croce” a dare potenza, ma l'effetto che quel simbolo ha provocato nella storia dell'umanità.

Gesù, dopo essere stato crocifisso e risorto ha detto:

“Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi”(Atti 1:8)

E Paolo ha aggiunto:

“Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen. (Efesini 3:20-21)

L'energia per la mia Cristexit, per obbedire alla legge di Cristo  DENTRO le leggi della società dove vivo è a disposizione H24.

Tu puoi dirmi “Ok Marco, ma mica è facile fare quello che mi chiedi! Io non so da dove cominciare per mettere la legge di Cristo nella mia vita quotidiana!”. C'è un unico sistema:

“La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.” (Colossesi 3:16-17)

Leggi la Parola,  parla con altri credenti, chiedi consigli,e pensa che tutto quello che fa lo stai facendo per Cristo.

Alla luce di questa potenza, voglio mostrarti come inserire  DENTRO le leggi della società dove vivi la legge di Cristo:

Clicca sull'immagine per caricare il file PDF

Ricorda, vivi in questo mondo, ma non sei di questo mondo, se credi in Gesù! Sii sovranista per lui, fallo regnare nella tua vita, obbedisci alle sue leggi dentro le leggi del mondo. E ricorda; Cristo è morto per te!

Preghiamo.

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24 settembre 2017

La Legge e l'Amore | 24 Settembre 2017 |

Anche se non siamo più sotto la Legge, ma sotto la Grazia, spesso tendiamo a voler stabilire ancora regole e modi che ci sembra ci avvicinino di più a Dio.  Ma Gesù è venuto per trasformare quella Legge a noi ostile in un dono d'Amore.

Jean Baptiste Lampasona, attraverso Galati 4, ci illustra come Gesù sia venuto per liberarci dalle nostre regole, che spesso ci portano lontano da dove il Padre vorrebbe noi fossimo, per trasportarci nella sua dimensione di Amore.


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"1 Io dico: finché l’erede è minorenne, non differisce in nulla dal servo, benché sia padrone di tutto; 2 ma è sotto tutori e amministratori fino al tempo prestabilito dal padre. 3 Così anche noi, quando eravamo bambini, eravamo tenuti in schiavitù dagli elementi del mondo; 4 ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, 5 per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l’adozione. 6 E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre»." (Galati 4:1-6)
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