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09 gennaio 2022

La postura di Gesù | 9 Gennaio 2022 |

Che "postura" hai come credente? In quale posizione ti metti per accogliere, servire ed amare il prossimo, così come ha fatto Gesù?
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Predicatrice: Jean Guest
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Tempo di lettura: 10 minuti
Tempo di ascolto audio/visione video: 35 minuti

Man mano che cresciamo la nostra postura cambia. Passiamo dal gattonare, ai primi passi traballanti, a quelli forti e dritti fino a quando l'età ci colpisce e ci ritroviamo a tornare a traballare. Chiedete a qualsiasi attore il cui lavoro è quello trovare la chiave per interpretare il personaggio e vi dirà che la nostra postura, la nostra camminata, faccia molto parte di chi siamo come persone e d come gli altri ci percepiscono.

Negli ultimi anni i cristiani hanno iniziato a usare il termine  “postura” nel parlare di discepolato. Non significa che stiamo parlando di come stiamo letteralmente in piedi o seduti, ma piuttosto di come intendiamo il discepolato e come ci presentiamo nel modo in cui ci avviciniamo agli altri.

“Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori, né si siede in compagnia degli schernitori, (Salmo 1:1)

Nel Salmo 1 vediamo le 3 posture del peccato: possiamo attivamente camminare verso il male, non allontanarci da esso scegliendo di rimanere, e possiamo sederci passivamente mentre gli altri fanno del male.

La Bibbia ci dà  delle alternative in netto contrasto a questi comportamenti fallimentari. 2 Giovanni ci dice: 

“In questo è l’amore: che camminiamo secondo i suoi comandamenti.” (2 Giovanni 1:6)

Filippesi ci dice che dobbiamo stare 

“in questa maniera saldi nel Signore” (Filippesi 4:1 b)

Ed Apocalisse 3:21 afferma: 

“Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono...” (Apocalisse 3:21)

Il comun denominatore in tutte queste "posture" spirituali positive è l'obbedienza. Proprio così come con una buona postura fisica il nostro corpo funziona meglio, con una buona postura spirituale funzioniamo meglio come discepoli camminando eretti e in libertà.

Ecco una preghiera per noi oggi.

Quando le preoccupazioni di questo mondo mi distraggono e mi allontanano da te, aiutami a rispondere alla tua voce mite che mi invita a riavvicinarmi a te. Perché alla tua presenza c'è la pienezza della gioia. Guarisci la mia postura interiore affinché io possa camminare dritto, camminare diritta nello Spirito: non piegato, non piegata non frettoloso, non frettolosa,  disponibile verso gli altri e pronto, e pronta  per il servizio.

Come possiamo sviluppare una buona postura spirituale? Quando guardiamo Gesù, vediamo che l'obbedienza si manifesta nella sua umiltà, servitù e amore.

La postura dell'umiltà

Al centro della nostra fede c'è l'umiltà.

“Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, 6 il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.” (Filippesi 2:5-8)

Tyler Staton dice di Emmanuel Dio con noi: "E' la gloria più alta, fondata nella realtà più bassa". L’incarnazione è ciò che dà senso al cristianesimo. 

Il pastore Marco ha predicato su questo la settimana scorsa, quindi non mi dilungo molto qui sull'umiltà di Gesù come Dio con noi. Voglio sottolineare che l'umiltà spesso ci rende vulnerabili.

Ecco cosa dice il cantante Bono  degli U2 sull'incarnazione:

“L'idea che Dio (se c'è una forza d'Amore e di Logica nell'universo) sia alla ricerca di spiegare se stesso è abbastanza sorprendente. Che sia alla ricerca di spiegare se stesso e di descriversi diventando un bambino nato nella povertà della paglia... un bambino, ho pensato: "Wow!" Questo è poesia. L’amore inconoscibile, la potenza inconoscibile, descrive se stesso come il più vulnerabile. Ecco. Ero seduto lì, ... e le lacrime mi scendevano sul viso, e vedevo la genialità di tutto ciò, la genialità assoluta di scegliere un particolare punto nel tempo e decidere di agire su questo. Perché è esattamente quello di cui stavamo parlando prima, l'amore ha bisogno di trovare forma, l'intimità ha bisogno di essere sussurrata. Per me ha senso. In realtà è logico. È pura logica. L'essenza deve manifestarsi. È inevitabile. L'amore deve diventare un'azione o qualcosa di concreto. Doveva accadere. Ci deve essere un'incarnazione. L'amore deve farsi carne.” 

Dio era disposto a rendersi vulnerabile a tutto ciò che il mondo, la carne e il diavolo potevano scagliargli contro, per il nostro bene, perché siamo amati incondizionatamente. E questo è l'inizio della nostra crescita in umiltà. 

L'umiltà significa essere obiettivi di chi siamo davanti a Dio e agli altri. Qual è una giusta visione di noi stessi? Sarà diversa da persona a persona, ma alcune cose sono comuni a tutti noi. Siamo figli di Dio: creati, amati e redenti dalla sola grazia di Dio, non da qualcosa in noi stessi o da noi stessi; e dotati da Dio di certi doni , capacità, risorse e vantaggi unici, che devono essere usati per la sua gloria.

La vera umiltà consiste nel credere a ciò che Dio dice di te. Diamo uno sguardo alla storia della chiamata di Gedeone.

“Poi venne l’angelo del Signore e si sedette sotto il terebinto di Ofra, che apparteneva a Ioas, abiezerita; e Gedeone, figlio di Ioas, trebbiava il grano nello strettoio per nasconderlo ai Madianiti. L’angelo del Signore gli apparve e gli disse: «Il Signore è con te, o uomo forte e valoroso!» Gedeone gli rispose: «Ahimè, mio signore, se il Signore è con noi, perché ci è accaduto tutto questo? Dove sono tutte quelle sue meraviglie che i nostri padri ci hanno narrate dicendo: “Il Signore non ci ha forse fatti uscire dall’Egitto?” Ma ora il Signore ci ha abbandonati e ci ha dati nelle mani di Madian». Allora il Signore si rivolse a lui e gli disse: «Va’ con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian; non sono io che ti mando?» Egli rispose: «Ah, signore mio, con che salverò Israele? Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manasse, e io sono il più piccolo nella casa di mio padre».  Il Signore gli disse: «Io sarò con te… ». (Giudici 6:11-16 a)

Se dovessimo tracciare una linea e chiamarla vera umiltà, da un lato della scala sarebbe l'insicurezza totale e dall'altro l'arroganza assoluta. E a seconda di chi siamo e dalle nostre circostanze oscilleremmo da un estremo all'altro della scala, quindi è importante che ricalibriamo e lo facciamo credendo a ciò che Dio vede quando ci guarda.

Gedeone si trova assolutamente all' estremità dell'insicurezza della scala a causa delle sue circostanze. Quando l'angelo appare pensa di avere l'albero sbagliato. Quel "ahimé, mio Signore" sta lì come se fosse un  "Oh, non credo proprio!". Non ci crede perché si sente abbandonato, il lavoro che sta facendo deve essere  nascosto e lui è il più debole della tribù più piccola.  Ma Dio non gli dà tempo dicendo: "poverino, si, è dura", lo chiama con queste parole: “Va’ con questa tua forza” io sarò con te'. 

Quanti di noi quando c'è un'opportunità o una chiamata hanno voci che suonano nella propria testa e ci impediscono di vederci come ci vede Dio? Quanti di noi sentono: "Non sono abbastanza istruito o istruita, non sono abbastanza coraggioso o coraggiosa, non sono del sesso giusto, non sono nel giusto stato d'animo”. Dio ti dice: "Potente guerriero, vai con la forza che hai già, Io sarò con te". 

Cosa succede quando Gedeone finalmente crede a Dio? È obbediente e pronto a servire.

La postura di un servitore

Se l'umiltà è il cuore della nostra fede, allora l'essere un servitore o una servitrice è il modo in cui si realizza nella nostra vita quotidiana.

Questo è un dipinto di Ford Maddox Brown di Gesù che lava i piedi a Pietro. È un dipinto fantastico e all'epoca era già un artista di successo, ma non riuscì a venderlo finché non lo trasformò in questo modo:

E non era solo a causa delle sensibilità e del senso di pudore del 800: c'è qualcosa di profondamente inquietante e provocatorio nella nozione di un Dio che è disposto a spogliarsi nudo e lavare i piedi. Ma questo è il Gesù che noi seguiamo. Ora lui non vuole che ci togliamo i nostri vestiti (almeno non credo), ma ci chiede di essere disposti a renderci vulnerabili alle persone nel modo in cui li serviamo.

“Quando dunque ebbe loro lavato i piedi ed ebbe ripreso le sue vesti, si mise di nuovo a tavola, e disse loro: «Capite quello che vi ho fatto?  Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono.  Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io. In verità, in verità vi dico che il servo non è maggiore del suo signore, né il messaggero è maggiore di colui che lo ha mandato.  Se sapete queste cose, siete beati se le fate.”  (Giovanni 13:12-17)

Comporta dei rischi, l' essere vulnerabile rischia l' essere respinti, l' essere vulnerabile rischia l' essere derisi, l' essere vulnerabile rischia l' essere rifiutati.

Prendetevi un momento per riflettere su questo - qui Gesù sta lavando i piedi di Pietro (un Pietro troppo vecchio, ma si trattava di voler simboleggiare il padre fondatore della Chiesa); in meno di 24 ore da questo momento, Pietro avrebbe negato di conoscere Gesù. 

Gesù ha lavato i piedi di Giuda, che nel giro di poche ore lo avrebbe tradito. L'essere un servitore è rischioso, ma è accompagnato anche dalla benedizione di Dio. 

 “Se sapete queste cose, siete beati se le fate.” (Giovanni 13:17) 

Non so come Dio vi stia chiamando a servire, o a chi servire, ma quella chiamata viene sempre elaborata attraverso la preghiera, la generosità, l'ospitalità e l'umiltà.

“Allora il re dirà a quelli della sua destra: “Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che vi è stato preparato fin dalla fondazione del mondo.  Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste;  fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi”.  Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere?  Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito?  Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?”  E il re risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, lo avete fatto a me”.” (Matteo 25:34-40)

Il filo conduttore di questo passaggio sull'essere servitore è la giustizia - il nostro vangelo è amore e giustizia assieme.

“Ho proclamato la tua giustizia nella grande assemblea; ecco, io non tengo chiuse le mie labbra; o Signore, tu lo sai. Non ho tenuto nascosta la tua giustizia nel mio cuore; ho raccontato la tua fedeltà e la tua salvezza; non ho celato la tua benevolenza né la tua verità alla grande assemblea.” (Salmo 40:9-10)

Come cristiani non dobbiamo essere contenti di vivere in un mondo dove la gente ha fame, dove molti non hanno accesso all'acqua potabile, dove le persone rimangono senza casa, dove i rifugiati non sono benvenuti, dove il mondo funziona solo per chi non è disabile, dove le persone vengono comprate e vendute. Una parola di avvertimento: non possiamo fare tutto, saremmo sopraffatti; ma dobbiamo fare qualcosa.

 Il movimento di preghiera 24/7 dice "scegli una lotta" perché questo è ciò che è la preghiera, è una lotta contro le potenze di questo mondo, e poi concentra la tua energia su quell'unica battaglia. Anche qui nella piccola realtà dell'Italia rurale dovremmo essere in lotta e possiamo farlo informandoci sulla lotta che abbiamo scelto, pregando e se possibile sostenendola con tempo e denaro.

Posso suggerirvi alcune lotte da prendere in considerazione?

  • l'emergenza climatica; 
  • le persone imprigionate per il loro credenze, siano esse cristiane o meno; 
  • la schiavitù moderna e il traffico di persone; 
  • la mobilitazione globale di persone rimaste senza casa a causa della guerra o della carestia. 

Ce ne sono molti altre, andate a combattere dove Dio vi chiama.  E siamo in lotta perché l'amore ci obbliga.

La postura dell'amore

L'umiltà è il cuore della nostra fede, l'essere servitori la manifestazione della nostra fede e l'amore è la fonte della nostra fede.

“Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo. (1 Giovanni 4:19)

Lo dirò di nuovo: non c'è niente che tu possa fare per far sì che Dio ti ami di più, non c'è niente che tu possa fare che vi farà amare di meno. Il suo amore è incondizionato. 

Di recente studiando la Parabola del Figliuol Prodigo sono stata costretta a rendermi conto che il figlio tornò a casa perché era affamato e senza casa, non perché gli mancasse e amasse suo padre, eppure il Padre corse verso di lui, con le braccia tese in un amore che accoglie ed accetta. 

Ed è così che il nostro atteggiamento dovrebbe essere mentre rappresentiamo la chiesa nella nostra comunità: sei il benvenuto, sei benvenuta, sei accettato, sei accettata, sei amato, sei amata, perché noi sappiamo cosa significa essere amati.

Amen.

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11 luglio 2021

La Teologia dell'Unità - Filippesi 2 | 11 Luglio 2021 |

La nostra unità  è ciò che mostra al mondo il volto di Gesù; come credenti  dobbiamo essere uniti avendo altruismo e umiltà. Posso essere altruista senza essere umile, o essere umile ed essere ancora egoista. Ma se non amo disinteressatamente e non mi rendo umile, non posso essere veramente unito ai miei fratelli e alle mie sorelle in Cristo: e il mondo non riuscirà a vederlo.
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Predicatrice: Celeste Allen
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Tempo di lettura: 10 minuti
Tempo di ascolto audio/visione video: 33 minuti

Benvenuti a questo secondo appuntamenti della nostra serie sulla lettera di Paolo ai Filippesi.

Amo il libro di Filippesi.  Qualche anno fa ho deciso di leggere Filippesi per intero, ogni giorno per un mese. E nonostante ciò, trovo ancora nuove intuizioni quando lo leggo. Questa mattina vorrei condividere con voi alcune cose in cui mi sono imbattuta solo un paio di settimane fa mentre studiavo il secondo capitolo di Filippesi. 

La regola d'oro

"Tratta gli altri come vorresti che gli altri trattassero te."  È solo un piccolo diamante che Gesù ha lasciato cadere nel mezzo del discorso della montagna. 

“Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché  questa è la legge e i profeti.. " (Matteo 7:12)  

In tutto il mondo ogni grande religione insegna  in un modo o nell'altro la regola d'oro. e la maggior parte delle persone - indipendentemente da ciò che il loro comportamento indicherebbe - dicono di credere in essa. 

La realtà è che la maggior parte delle persone ci credono anche se con alcuni limiti. Limiti come: 

  • dovrei trattare gli altri nel modo in cui voglio essere trattato... a meno che non mi abbiano trattato male.

Oppure:

  • dovrei trattare gli altri nel modo in cui voglio essere trattato... a meno che non sia davvero scomodo per me (o vagamente scomodo, o un po' scomodo) . 

O anche:

  • dovrei trattare gli altri nel modo in cui voglio essere trattato... a meno che non mi costi più di quanto sono disposto a dare. 

Ma in generale, dovrei trattare gli altri nel modo in cui voglio essere trattato.

Se tutto il mondo è d'accordo che , entro certi limiti, si dovrebbe seguire la Regola d'Oro , allora cosa c'è di diverso per i credenti?

Nella lettera di Paolo ai cristiani di Filippi, li esorta a vivere secondo l'insegnamento di Gesù. Dice, 

“Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma {anche} quello degli altri.”.( Filippesi 2: 3-4)   

Qui Paolo riassume ciò che Gesù insegnava nella Regola d'oro :

L'altruismo

“Non concentratevi solo su voi stessi, ma pensate piuttosto agli altri. Considerate gli altri più importanti di voi stessi. Trattateli nel modo in cui vorresti essere trattati.”

Noi umani siamo piuttosto bravi a badare ai nostri interessi. In inglese diciamo: " Gotta look out for numero uno!” “Devo fare attenzione al numero uno!" (In realtà diciamo proprio" numero uno", non "number one"). 

Siamo intrinsecamente egoisti. Quando sei al supermercato, diretto alla cassa, e vedi qualcun altro con un carrello pieno che va alla cassa, cosa fai? Acceleri per arrivare prima! L'egoismo è la realtà della nostra natura caduta . Nasciamo egoisti. Hai mai visto un bambino piccolo dire (o far capire): "Dormi bene la notte, mamma, e dammi da mangiare quando ti sei riposata"? Mai. Dal momento in cui siamo nati, siamo governati dagli interessi personali. Vogliamo quello che vogliamo, e lo vogliamo subito, indipendentemente da chiunque altro . 

Ma prima di iniziare a rimproverarti per essere egoista, nota ciò che dice Paolo nei versetti 19-21 

“Ora spero nel Signore Gesù  di mandarvi prestoTimoteo per essere io pure incoraggiato nel ricevere vostre notizie. Infatti non ho nessuno di animo pari al suo che abbia sinceramente a cuore quel che vi concerne. Poiché  tutti cercano i loro propri interessi, e non quelli di Cristo Gesù .” (Filippesi 2:19-21)

Anche quei discepoli che viaggiavano come missionari con Paolo non vivevano secondo l'insegnamento dell'altruismo di Gesù . Quindi tu ed io non siamo i soli credenti che soffrono di interessi personali.

Quindi, quando Paolo dice: "Non fate nulla per spirito di parte", sta già andando contro la natura umana. Ma quando aggiunge: "ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso", sappiamo che questo richiede un intervento di Dio.

Al momento opportuno, Dio ha agito . La notte prima di essere crocifisso, Gesù disse:

“...e io pregherò  il Padre, ed egli vi darà  un altro Consolatore perché  sia con voi per sempre: lo Spirito della verità , che il mondo non può  ricevere perché  non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché  dimora con voi, e sarà  in voi.” (Giovanni 14:16-17)  

Per grazia di Dio, i credenti hanno lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo ci dà la capacità di fare ciò che non possiamo fare da soli. È solo grazie allo Spirito Santo che vive in noi che possiamo scegliere di occuparci degli interessi degli altri, prima che dei nostri. E dico “scegliere” perché non è automatico. Dobbiamo ancora fare quella scelta.

Quindi dovrei chiedere, ma non lo chiedo... perché mentiamo a noi stessi e giustifichiamo le nostre azioni. Devo chiedere a Dio: “Mostrami dove sto scegliendo di non badare agli interessi degli altri? Dove sto agendo per egoismo?”

E quando Dio mi mostra quelle aree, devo chiedere allo Spirito Santo di aiutarmi a cambiare.

C'è un'altra cosa che Paolo fa notare . Nei versetti da  5 a 8 dice,

“Abbiate in voi lo stesso sentimento che è  stato anche in Cristo Gesù , il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò  l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente,  ma svuotò  se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini;  trovato esteriormente come un uomo, umiliò  se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.” (Filippesi 2:5-8)

L'Umiltà

L'umiltà è ciò che ci permette di riconoscere che non siamo le persone più importanti del pianeta. Come sottolinea Paolo nel versetto 3, l'umiltà è il passo che mi permette di vedere gli altri come più importanti di me stesso.

“Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà , stimi gli altri superiori a se stesso.” (Filippesi 2:3)

Pietro riprende la stessa idea nella sua prima lettera. 

“Infine, siate tutti concordi, compassionevoli, pieni di amore fraterno, misericordiosi e umili; 9 non rendete male per male, od oltraggio per oltraggio, ma, al contrario, benedite; poiché  a questo siete stati chiamati affinché  ereditiate la benedizione”.( 1 Pietro 3:8-9)

L'umiltà ci aiuta anche a riconoscere che il nostro modo di vedere le cose non è l'unico modo, e così possiamo essere in amorevole comunione con credenti che hanno un punto di vista diverso. Questa amicizia amorevole può aiutarci a vedere le aree dentro di noi he hanno bisogno di essere cambiate. Per citare Tom Ashbrook, un noto autore e che si occupa di formazione spirituale:

“E'  in presenza di rapporti di fiducia che possiamo guardare onestamente a noi stessi, senza vergogna o condanna, e cercare il Signore perché  il Suo potere cresca e cambi.”  

(Esplorare i Sette Stadi della Crescita Spirituale -  R. Thomas Ashbrook)

Posso veramente avere rapporti di fiducia, la comunione dello Spirito Paolo menziona in precedenza , se solo sono umile. Devo credere di non sapere tutto ed essere disposto ad ascoltare quando un fratello o una sorella mi mostra qualcosa di me che non vedo.

Ma certamente  abbiamo bisogno di aiuto per essere umili , e l'unico che può aiutarci è Dio . Quindi devo chiedere a Dio: “Dove nella mia vita e nei miei atteggiamenti ho bisogno di più umiltà?” E ancora, quando Dio mi mostra quelle aree, devo chiedere allo Spirito Santo di aiutarmi a cambiare.

Ultimo punto: se sei credente anche da poco tempo, avrai di sicuro ascoltato una predicazione  o partecipato a un seminario o letto un libro o un articolo circa il condividere la fede, sul parlare di Gesù alla gente. Non mantenere segreta la nostra fede è una parte piuttosto basilare dell'essere cristiani. Lo scrittore di Romani dice:

“...perché , se con la bocca avrai confessato Gesù  come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato...” (Romani 10:9)

Se sei come me, almeno una parte di te rabbrividisce quando senti questo perché viviamo in società post-cristiane dove c'è così tanta disinformazione, così tanti malintesi su cosa significhi essere un credente.

Per esempio, negli Stati Uniti , il termine “evangelico” è stato politicizzato e trasformato in qualcosa che non ha praticamente nulla a che fare con Gesù. Ho un ottimo amico che non è cristiano che si lamentava con me di "quegli orribili evangelici". Si sentiva perfettamente a suo agio di dirmelo perché sa che  la mia fede si basa un un rapporto con Gesù - non con la destra politica associata con il termine “evangelico”.

Quando vivevo in Inghilterra, ho sentito ripetutamente nuovi credenti dire che avevano sempre pensato che i cristiani fossero pazzi , fuori di testa , e sono rimasti davvero sorpresi quando hanno scoperto che una persona che conoscevano perfettamente normale era cristiana.

E, naturalmente, c'è il problema se la chiesa perde il suo scopo e diventa  una struttura di potere, piuttosto che un gruppo di persone che amano Gesù . Quando ciò accade , la gente pensa che il cristianesimo riguardi solo l'ottenimento e il mantenimento del potere .

Ci sono tutte queste idee sbagliate nel mondo. Così allora come può sapere il mondo che Gesù era chi diceva di essere? Come possiamo mostrare Gesù al mondo che ci circonda?

Prima della sua morte e resurrezione, Gesù pregò per i suoi discepoli. Quella preghiera è annotata in Giovanni 17 . In quella preghiera Gesù dice: 

“Padre santo, conservali nel tuo nome, quelli che tu mi hai dati, affinché  siano uno, come noi... io in loro e tu in me, affinché  siano perfetti nell’unità  e affinché  il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li hai amati come hai amato me. (Giovanni 17:17, 23)

L'Unità

L'unità è l' unico modo con in quale Gesù ha detto che il mondo avrebbe saputo che Egli è stato inviato dal Padre, che Gesù era chi aveva detto di essere. Filippesi 2 ci mostra cosa significhi:

“Se dunque v’è  qualche consolazione in Cristo, se vi è qualche conforto d’amore, se vi è  qualche comunione di Spirito, se vi  è qualche tenerezza di affetto e qualche compassione, rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento.” (Filippesi 2:1-2)

Abbiamo sentito dire che noi nella chiesa siamo le mani e i piedi di Gesù nel mondo. E questo è vero. Ma la nostra unità è il volto di Gesù al mondo. Il mondo può riconoscere chi è Gesù solo quando vede come i credenti si amano gli uni gli altri perché l'unità nasce dall'amore e dall'umiltà . Possiamo evangelizzare fino alla nausea, ma se i non credenti non vedono l'amore in noi, allora non possono vedere Cristo.

1 Giovanni 4:20 dice:

“Se uno dice:  Io amo Dio , ma odia suo fratello,  è bugiardo; perché  chi non ama suo fratello che ha visto, non può  amare Dio che non ha visto. ” (1 Giovanni 4:20)

Non ci vuole la laurea per capirlo, e i non credenti non sono sciocchi . Se non c'è unità , il mondo lo vedrà. Il motivo numero uno per cui i missionari lasciano il campo sono i problemi interpersonali con altri missionari. E sappiamo tutti che l'incapacità dei cristiani di andare d'accordo non è confinata al campo di missione. Pettegolezzi, maldicenze, spaccature in chiesa ( e l'orgoglio che le provoca ) . È tutta disunità, e questo distrugge la nostra capacità di mostrare Gesù al mondo.

Quindi come lo affrontiamo? Torniamo allo Spirito Santo. Non solo abbiamo bisogno dello Spirito Santo per curare gli interessi degli altri, non solo abbiamo bisogno dello Spirito Santo per essere umili, abbiamo bisogno dello Spirito Santo per avere l'unità che mostrerà al mondo chi è Gesù.

Così, ancora una volta, devo chiedere a Dio : “Come sto promuovendo l'unità  del Corpo di Cristo? Cosa sto facendo che ferisce l'unità  del Corpo? E, ancora una volta, quando Dio mi mostra quelle aree, devo chiedere allo Spirito Santo di aiutarmi a cambiare.

Altruismo - Umiltà - Unità

Posso essere altruista senza essere umile. Posso anche essere umile ed essere ancora egoista . Ma se non vi amo disinteressatamente e non mi rendo umile , non posso essere veramente unito a voi, miei fratelli e sorelle in Cristo . 

E la nostra unità è ciò che mostra al mondo il volto di Gesù.

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