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01 febbraio 2006

Il buon odore di Cristo | 1 Febbraio 2006 |

Il buon odore di Cristo
Immaginate di avere, nella vostra casa, qualcosa di molto prezioso, per il quale avete dovuto aspettare anni ed anni, accumulando pazientemente, mese dopo mese, la somma necessaria ad acquistarlo.
A chi, come me, piace il vino, potrebbe essere una bottiglia di Brunelllo d’annata, o di Dom Perignon… una di quelle bottiglie che si espongono nei musei per quanto sono preziose e ricercate, così preziosa che il suo costo si aggira attorno… ad un anno intero del vostro stipendio!
Ma siete riusciti ad acquistarla: ora è vostra, e starà a voi di decidere il giorno e l’occasione memorabile in cui utilizzare quella bottiglia: il matrimonio di vostra figlia, le nozze d’oro, la laurea di vostro figlio…
E supponete anche che, un giorno, vi faccia visita un amico carissimo, una persona speciale che vi ha aiutato in un momento molto difficile della vostra vita. L’amico è solo di passaggio; sta andando nella Capitale del vostro Paese; si ferma con voi a pranzo, ma durante quel tempo assieme, capite che quella non è una gita di piacere, e che anzi, il vostro amico va là per subire un processo, dove potrebbe essere condannato, anche se voi sapete che l’accusa che gli si muove è falsa, e che lui è innocente, assolutamente innocente.
E sapete anche che nel vostro stato, per quel reato è prevista la pena di morte! L’amico continua a parlare, a rassicurarvi che tutto va bene, che deve continuare nel suo viaggio, che è necessario che lui subisca questo processo… ma i suoi occhi sono tristi, terribilmente tristi. Vi sovviene allora in mente quella bottiglia preziosa, quella per cui avete speso tanto tempo e tanta fatica, e un bel po’ di soldi.
Sapete che non salverà il vostro amico, ma non conoscete altro modo per onorare quell’amicizia se non quello di offrire la cosa più preziosa che avete in casa al momento. Non c’è molto tempo, l’amico tra poco dovrà andare, dovete decidere in fretta se tenere per voi il vostro tesoro, oppure offrirlo per regalare anche un solo minuto di gioia all’amico, ben sapendo che quello potrebbe essere uno degli ultimi minuti vissuti al suo fianco, forse l’ultima volta in cui vedrete il suo volto sorridere a voi.
Dovete decidere tra il diritto di godere delle vostre fatiche, e quello di ricordarsi del bene ricevuto. Dovete decidere tra la vostra gioia… e l’amore per lui! Se nella vita di tutti i giorni scelte come queste sono, per nostra fortuna, rare, nella nostra vita di credenti lo sono meno.
Come uomini e donne del mondo, è raro che siamo chiamati a decidere su una situazione simile; ma come figli di Dio, la nostra stessa vita in Cristo dipende dalla nostra risposta. Perché?
Leggiamo assieme Giovanni 12:1-8
“Gesù dunque, sei giorni prima della Pasqua, si recò a Betania dove abitava Lazzaro, colui che era morto e che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero un convito, Marta serviva e Lazzaro era uno di quelli che erano a tavola con lui. Maria allora prese una libbra di olio profumato di nardo autentico di gran prezzo, ne unse i piedi di Gesù e li asciugo con i suoi capelli; e la casa fu ripiena del profumo di quest’olio. Allora uno dei suoi discepoli, Giuda Iscariota, figlio di Simone, quello che stava per tradirlo, disse: "Perché non si è venduto quest’olio per trecento denari e non si è dato il ricavato ai poveri?". Or egli disse questo, non perché si curasse dei poveri, ma perché era ladro e, tenendo la borsa, ne sottraeva ciò che si metteva dentro. Gesù dunque disse: "Lasciala; essa l’aveva conservato per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me".” (Giovanni 12:1-8)
Gesù si reca a Gerusalemme per l’ultima volta, scendendo da Efraim (al nord); ma egli devia verso Betania (3 km da Gerusalemme)., anche se Betania non è proprio sulla strada per Gersalemme. In quella città si ferma a casa di Lazzaro; Gesù conosceva bene quella famiglia; aveva in un certo senso un amore particolare per i suoi componenti….anche se Gesù non ha riguardi personali!
La prima volta che aveva incontrato Maria, Marta e Lazzaro, stava scendendo dalla Samaria verso Gerusalemme: era stato invitato da Marta a casa sua. Mentre Marta si affaccendava per servire al meglio l’ospite, la più giovane Maria era rimasta così colpita da Gesù che si era seduta ai suoi piedi ed era rimasta lì ad ascoltare affascinata le sue parole, tanto che Marta aveva sbottato, dicendo a Gesù: “Signore, non ti importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti’ Ma il Signore le rispose: ‘Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una sola è necessaria.
Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta” (Luca 10: 40-42) Al V. 3 del cap. 11 Giovanni racconta che quando Lazzaro si era ammalato, le sue sorelle Marta e Maria avevano mandato a dire a Gesù: “Signore, ecco, colui che tu ami è ammalato.” E più avanti, al V. 35 vediamo Maria gettarsi ai suoi piedi,dicendogli “se solo tu fossi stato qui, Lazzaro non sarebbe morto”; e vediamo Gesù piangere per Maria, per Marta e per Lazzaro. C’era una grande amicizia tra Gesù e quella famiglia. Giovanni dice : “Or Gesù amava Marta, e sua sorella e Lazzaro”. Ed è forse per questo che, sulla via che lo avrebbe portato a morire sul Golgota, egli decide di deviare di tre chilometri per aggiungere in un luogo sicuro, tra visi e voci amiche.
E dà così a Maria, ed a noi, la possibilità di mostrare che ella aveva, più di altri, compreso chi fosse Gesù e cosa significasse seguirlo. Già, perché il gesto che tanto scandalizzava Giuda Iscariota, quel versare sopra i piedi di Gesù un valore di 300 denari (e pensate che lo stipendio di un operaio a quei tempi era di 1 denaro al giorno… come dire al giorno d’oggi che qualcuno offre un dono pari ad un anno del proprio stipendio) era la risposta ad un cammino di fede che era iniziato quel giorno di sei mesi prima nel quale, invece di servire a tavola e rendere la casa bella per l’ospite d’onore, Maria si era seduta ai suoi piedi, muta, ad ascoltarlo.
Maria aveva scelto di ascoltare, piuttosto che essere servizievole, aveva scelto di capire piuttosto che fare bella figura. E Gesù stesso l’aveva stretta a se, difendendola pubblicamente dinanzi ai rimproveri di Marta. “Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta” Allo stesso modo, anche per noi, c’è stato un giorno, (di tanti o pochi mesi fa non conta), in cui abbiamo scelto di ascoltare e di capire quello che Gesù aveva da dirci, piuttosto che continuare a correre correre correre nel mondo. E come per Maria, anche noi abbiamo avuto le nostre “Marta” che hanno criticato. E, come con Maria, Gesù ci ha stretti a se, incoraggiandoci a credere fermamente che QUELLA fosse la cosa necessaria, che QUELLA fosse la parte buona.
Ma il cammino di fede di Maria non era stato tutto rose e fiori. C’erano stati anche i giorni della disperazione, i giorni in cui la sua fede in Gesù sembrava non bastare a colmare l’immenso dolore per la morte dell’amato fratello Lazzaro. Leggiamo assieme Giovanni 11:32-35. “Appena Maria giunse al luogo in cui si trovava Gesù, e lo vide, si gettò ai suoi piedi, dicendogli: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto".”“Gesù allora, come vide che lei e i Giudei che erano venuti con lei piangevano, fremé nello spirito e si turbò, e disse: "Dove l’avete posto?". Essi gli dissero: "Signore, vieni e vedi". Gesù pianse.”
Maria credeva nelle parole di Gesù, sapeva come sua sorella Marta che Lazzaro sarebbe resuscitato nell’ultimo giorno, ma quel dolore, così immenso e feroce, offuscava la realtà di quelle promesse tanto da farle sembrare ben poca cosa. Ancora una volta Maria, che aveva ascoltato attonita la buona novella, che aveva sperato Gesù arrivasse in tempo per guarire il fratello, era ai suoi piedi, ma stavolta prostrata dal dolore. Gesù, a ragione, avrebbe potuto dirle: “Oh, donna di poca fede. Non credi alle mie parole, forse Non Sai che Lazzaro virà in eterno al mio fianco se ha creduto in me e in chi mi manda?”
E invece, Gesù, come vide che lei e i Giudei che erano venuti con lei piangevano, fremé nello spirito e si turbò, …e pianse. Gesù non condanna il dolore e la disperazione di Maria, ma anzi, piange assieme a lei! Nella nostra vita di credenti, prima o poi, giungono momenti bui, momenti dove sembra che le nostre preghiere rimbalzino contro il soffitto della nostra stanza. Momenti dove, nonostante continuiamo a credere in Gesù, stentiamo a comprendere quello che ci sta accadendo, dove alziamo il pugno al cielo e gridiamo “Signore, perché proprio a me? Signore, so che mi ami, ma non capisco più i tuoi piani!”. In quei momenti, dobbiamo sapere che Gesù non ci condanna per il nostro dolore, né per i nostri dubbi umani; ma dobbiamo sapere soprattutto che Gesù non è disinteressato, ma freme per il nostro turbamento, che piange le nostre stesse lacrime. E che è lì, pronto per domarci il suo aiuto.
Dice una poesia:
Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato la mia vita come fosse un cammino
sulla sabbia accompagnato dal Signore.
E sullo schermo della notte stellata
ho rivisto proiettati tutti i giorni di quel lungo cammino..
Ho guardato indietro e ho visto
che per ogni giorno della mia vita, apparivano due orme sulla sabbia:
l’orma dei miei piedi e l’orma di quelli del Signore.
Così sono andato avanti, fino ad esaurire
anche l’ultimo giorno di cammino.
Allora mi sono fermato e ha guardato indietro,
notando che in certi punti c'era un'orma sola...
Quei punti erano quelli dei giorni più difficili della mia vita;
i giorni di maggior angustia, di maggiore paura e di maggior dolore.
Stupito, mi sono volto al Signore domandando:
"Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
in tutti i giorni della mia vita,
ed io ho accettato di vivere il mio cammino assieme a te.
Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili?".
Ed il Signore guardandomi negli occhi ha risposto:
"Figlio mio, sai che ti amo immensamente
e che ti dissi sarei stato con te
e non ti avrei lasciato neppure solo attimo del tuo cammino:
i giorni in cui tu hai visto un'orma sola sulla sabbia,
sono stati i giorni in cui ti ho portato fra le mie braccia.

Le braccia di Gesù avrebbero di lì a poco sollevato Maria tramite la risurrezione del fratello; ad alcuni di noi è capitato un intervento così potente e risolutivo (guarigioni, soluzioni di problemi familiari, ecc), per altri le braccia di Gesù hanno significato riuscire ad affrontare ed accettare eventi dolorosi.
Maria aveva udito e creduto in Gesù, aveva ricevuto conforto da lui, aveva visto la sua potenza… Ma se il cammino di fede di Maria si fosse fermato qui, a poco sarebbe valso il suo credere in Gesù.
Così, durante l’ultima cena in casa sua (l’ennesima, chissà quante ne avrà fatte Gesù per salutare e confortare in anticipo tutte le persone che aveva conosciuto e che amava!), Maria decide di testimoniare pubblicamente la sua immensa gratitudine verso Gesù; prende l’anfora che contiene quell’olio che costa quanto un anno di stipendio di un operaio, che costa 15.000 Euro, e ancora una volta si inginocchia ai piedi del Maestro.
Pur essendo padrona di casa, si umilia di fronte a tutte le persone arrivate lì, facendo ciò che era riservato solo ai più insignificanti dei servi. E, andando contro le strettissime convenzione Giudee, si scioglie i capelli in pubblico, usandoli per asciugare i piedi di Gesù.
Maria con il suo comportamento dà gloria a Gesù; poco importano a lei i trecento danari di nardo versati sui piedi del Maestro, né l’umiliazione pubblica per il suo comportamento. Maria dona i suoi averi, la sua reputazione, la sua immagine e la sua posizione sociale per dare la gloria a Gesù.
Maria ha capito che Gesù sarebbe stato condannato a morte, e forse ha anche capito che sarebbe andato deliberatamente a morire per lavare via i suoi peccati… per sempre! E allora, che valgono 300 danari di nardo, che vale un anno di stipendio, che vale l’umiliazione di sciogliersi i capelli in pubblico e di pulire i piedi all’ospite come l’ultimo dei servi, davanti ad un dono così immenso, così smisurato… così sublime!
E il profumo che si spande per la casa di Maria, non è quello del nardo prezioso, ma è quello della sua vita, donata a Gesù come pegno di riconoscenza per quello che aveva già fatto nella sua vita e per quello che di lì a poco avrebbe fatto per tutte le Maria del mondo. Com’è stata la nostra strada di credenti?
E’ stata simile a quella di Maria, o forse è stata completamente differente? Poco importa, la strada; ciò che importa è giungere alla decisione di Maria, tra il diritto di godere delle vostre fatiche, e quello di ricordarsi del bene ricevuto, tra la nostra gioia… e l’amore per Gesù.
Tramite il suo rinunciare a se stessa, la stessa vita di Maria diviene un profumo, un simbolo del perché Gesù è morto per noi; Egli ha pagato il prezzo definitivo perché potessimo fuggire l’odore orrendo della morte e divenire noi stessi un profumo soave per il mondo. E al giorno d’oggi, quando dimostriamo con le parole e coi fatti che Gesù è la nostra ragione di vita, la gente non può non notarlo. Diamo, come Maria, tutto di noi a Gesù, oppure conserviamo in luoghi nascosti dei piccoli tesori che vogliamo rimangano solo nostri?
Ci mettiamo al servizio del nostro Salvatore, oppure siamo attenti a conservare la stima e l’immagine che il mondo ci ha appiccicato addosso? Maria ha dato tutta se stessa a Gesù in risposta a ciò che egli avrebbe fatto per lei, il dono d’una nuova vita vissuta la suo fianco. E il profumo del suo donarsi era di gran lunga più intenso di quello del nardo.
Avere dei credenti vicino dovrebbe essere per gli altri come entrare dentro una stanza piena di fiori profumati. Paolo dice in 2 Cor. “Or sia ringraziato Dio il quale ci fa sempre trionfare in Cristo e attraverso noi manifesta in ogni luogo il profumo della sua conoscenza.
Perché noi siamo per Dio il buon odore di Cristo fra quelli che sono salvati, e fra quelli che periscono; per questi un odore di morte a morte, ma per quelli un odore di vita a vita. E chi è sufficiente a queste cose? Noi non falsifichiamo infatti la parola di Dio come molti altri, ma parliamo in sincerità come da parte di Dio davanti a Dio in Cristo.” (2 Corinzi 2:14-17) Anche la vita di Maria è stato un cammino sulla sabbia accompagnata dal Signore, con giorni di gioia immensa e giorni di dolore immenso; ma ella ha capito che Gesù è stato sempre al suo fianco, talvolta portandola tra le sue braccia. Ed ella ha risposto a tutto questo.
Maria ha donato tutto di se; stiamo vivendo un amore per Gesù che non conosce esitazioni? Se Maria avesse atteso una sola settimana in più per fare quello che ha fatto, sarebbe ormai stato troppo tardi per dimostrare il suo amore per Gesù; una croce glielo avrebbe impedito quello stesso venerdì. Che il Signore ci aiuti e ci dia la forza di essere o di divenire il buon odore di Cristo.
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