Sarebbe bello non cadere mai... Perché non è tanto la prima caduta che fa male, ma l'ennesima caduta dopo cento cadute. Cosa fai quando cadi? Quando cadi hai tre sostegni potenti: la fede, la Parola e le preghiera. Perché sarebbe bello non cadere mai, ma quanto è più bello rialzarsi, e vincere, dopo essere caduti tante volte!
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Predicatrice: Lucia Pedoto
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Oggi vorrei cominciare guardando un video insieme:
Era la prima, o forse la seconda, lottava proprio per il podio, ma è caduta. Chissà quante ore, quanti giorni, quanti mesi, quanto si sarà preparata quell'atleta per poter arrivare a correre cos, a questo livello. Chissà quante volte in allenamento o durante altre gare sarà già caduta, perché gli atleti corrono e perciò cadono, Chissà quante volte avrà provato ad evitare quell'appoggio difettoso che fa sempre.
Caspita corri veloce, però poi quando metti giù piede d'appoggio male perdi equilibrio; quanto ci avrà lavorato col suo allenatore su questo? Era pronta però, aveva raccolto tutte le energie in suo possesso, stava dando il 100%... Era lì, o prima o seconda...
Ma niente è ricaduta sempre su quel piccolo dettaglio: un piede messo male. Pensate, il corpo la grandezza del corpo, e un piede appoggiato male in velocità. Si sarà sentita sconfortata, si sarà sentita spaventata stava, mandando all'aria tutto il lavoro di mesi per un semplice errore; aveva pochi secondi pochi centesimi di secondo per capire cosa fare
Ormai era per terra; aveva solo due scelte: tante da prendere per i pochi millesimi di secondo che le restavano. Poteva smettere di gareggiare; certo avrebbe dovuto alzarsi, non poteva certo rimanere lì sdraiata per terra a fare un pisolino. Comunque doveva alzarsi e magari riprendere la corsa giusto per salvare un po' l'orgoglio, ormai l'avevano distaccata di metri e metri, e in questo sport sono molti. Avrebbe comunque perso. Però poteva rialzarsi, correre un po' lentamente, così, almeno da arrivare alla fine del traguardo; come si dice ”The Show Must Go On”, fino alla fine; ti rialzi e vai.
Oppure l'altra scelta era:”Sì, sono caduta di nuovo! Sì, sempre su questo errore! Sì, di nuovo, ma non mi importa, non mi frega stavolta! Quale sarà il risultato, mi rialzo e corro di nuovo al 100%, come prima. E non penso al fatto che sono sconfortata, al fatto che ho fatto una figuraccia, al fatto che il mio allenatore, che credeva in me, potrebbe esserci rimasto male, alle mie le mie colleghe avversarie che stavo battendo, ma che mi sono camminiate sopra per un mio errore. Non mi interessa: io mi rialzo corro come si fa, con onestà e con forza.”
Secondo voi cosa avrà fatto questa atleta: si è ridata da fare al massimo o ha ripreso una corsa in base a quello che poteva fare? Ormai era rimasta ultima! Lo vogliamo vedere quello che ha fatto?
Sarebbe bello non cadere mai. Ma pensate che bello vincere dopo essere caduti tante volte! Ci siamo mai sentiti così come questa atleta? Sconfortati, sconfortate anche dopo tanto impegno a programmare qualcosa per poi ritrovarsi con la paura di non sapere come andrà a finire? Io no mai, assolutamente! Ovviamente, sto scherzando!
Quali sono le buche su cui cadiamo?
“Caspita, mi ero ripromesso che non avrei più dato uno schiaffo a mia moglie, e glielo ho dato un'altra volta!”
“Ho promesso che non avrei mai più aperto il mobiletto degli alcolici, e invece sono di qua di nuovo con questo bicchiere in mano.”
“Eccomi davanti l'ennesima volta a questo sito che mi ero ripromessa che non avrei più aperto.
No! Di nuovo ho lasciato a metà qualcosa che a evo cominciato... come per sempre!”
“La malattia è tornata! Eppure ho fatto tutto quello che mi dicevano i dottori... ma è tornata di nuovo! E adesso?”
“E questo lutto, questa perdita del mio caro mi fa così male ancora dopo tutto questo tempo! E adesso?”
Sconforto, depressione, preoccupazione... Sappiate che, se vi è successo, siete in ottima compagnia! Non siete soli, non siete sole! Ricordiamocelo, quando siamo proprio in quel momento del buio, quando siamo proprio in quello sconforto che non ti fa vedere nient'altro se non la caduta.
E poi, ragazzi, non so per voi come sia, ma non è la prima caduta che fa male, e neanche la seconda e la terza, perché sei fresco e ti puoi alzare; è la centesima caduta che è faticosa! Devi prenderti e rialzarti...La centunesima... Quando invece dovremmo essere già abituati a cadere a rialzarc, E invece no, sono quelle lì quelle difficili, quando cadi di nuovo, quando di muovo quel piede, mentre sei in velocità, lo appoggi male, e perdi l'equilibrio.
Perciò, in quel momento, quando vedi solo nero e pensi che sei caduto, che sei caduta per la centesima volta, non sei solo, no sei sola; e la Bibbia ce lo dimostra.
Giobbe aveva perso tutti i figli, il bestiame le ricchezze, e in ultimo la salute. Quante volte ci facciamo un taglietto sulla mano e ci brucia da morire quando condiamo l'insalata? Lui aveva dalla pianta del piede fino alla sommità del capo un'ulcera; nudo sulla cenere si trattava com un coccio...
Sarà stato sconfortato?
“Tanto che preferirei soffocare, preferirei morire piuttosto che vivere in queste mie ossa” (Giobbe 7:15)
“Ora mi consumo, mi hanno colto i giorni dell’afflizione. (Giobbe 29:16)
E Davide? Quanti bei versetti ci ha regalato Davide di inno al Signore, di adorazione, di ringraziamento? Ma quanto è stato sconfortato e afflitto Davide?
Davide era un pastorello, viveva felice con il suo gregge quando un giorno Dio ha pensato bene di mandare Samuele, di ungerlo e di dire a questo ragazzino che aveva quindici anni che sarà il nuovo re d'Israele. E da lì una schiera di persone che vorrebbe ucciderlo... Guai su guai: era sconfortato:
“Io grido con la mia voce al Signore; con la mia voce supplico il Signore. Sfogo il mio pianto davanti a lui, espongo davanti a lui la mia tribolazione.” (Salmo 142: 1-2)
E ancora Mosè. Era cresciuto in casa del faraone; un posto di privilegi, fino a quando uccide un egiziano perché questo egiziano bastonavano ebreo. Fugge nel deserto e va a fare il pastore. Ma che fa Dio? Lo richiama, perché era un grande corridore Mosè e non voleva interrompere la sua corsa appena dopo la caduta non poteva perché avrebbe fatto comodo a tanti. E allora Dio lo richiama e gli dice: “Ho un lavoretto facile per te: vai dal faraone e digli di liberare il mio popolo. E tu lo condurrai nella terra dove vivranno felici e beati, dove scorre latte e miele.”
“Mosè rispose e disse:”Ma ecco essi non mi crederanno e non ubbidiranno alla mia voce, perché diranno: Il Signore non ti è apparso” (Esodo4:1)
”Mosè disse al Signore:”Ahimè, Signore, io non sono un oratore; non lo ero in passato e non lo sono da quando tu hai parlato al tuo servo; poiché io sono lento di parola e di lingua” (Esodo 4:10)
Mosè ha provato per un attimo a rimanere lì per terra, sdraiato dopo la sua caduta; ma poi sappiamo quello che ha fatto quando ha obbedito al Signore.
E, ancora , Paolo! Paolo se fosse vissuto nella nostra epoca sarebbe il “life coach” per eccellenza! Paolo è il motivatore dei motivatori: “Correte la vostra gara! Riceverete la corona! Non vi scoraggiate! Edificatevi! State sempre aggrappati a Dio!”
Ma anche lui si è sconfortato perché era di carne:
“Mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca. Tre volte ho pregato il Signore perché l’allontanasse da me; ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. Per questo mi compiaccio in debolezze, ingiurie, in persecuzioni, in angustie per amore di Cristo; perché quando sono debole sono forte, allora sono forte.” (2 Corinzi 12:7-10)
Non si sa bene cosa fosse questa spina di cui parla Paolo; potrebbe essere una metafora spirituale, o che avesse qualcosa all'orecchio o all'occhio o un altro tipo di malattia. Però aveva qualcosa che lo faceva soffrire; la sua carne umana stava soffrendo, e ha chiesto a Dio di liberarlo da quel dolore. Dopo tutto quello che stava facendo per Dio, pure questa spina! Beh, avrà avuto tutto diritto di sconfortarsi ma non è rimasto nello' sconforto; tutti sappiamo quello che ha fatto Paolo.
E basta! Poi nella Bibbia non ci sono altri sconfortati: siamo io, Giobbe, Davide, Paolo... C'è qualcun altro che era sconfortato? Qualcuno di leggermente importante, citato proprio al volo della Bibbia?
“Allora Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a essere triste e angosciato. Allora disse loro: «L’anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me». E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Matteo 26:36-39)
Ho letto molte volte questa parte nella Bibbia scritta dai vari Apostoli, ma non avevo mai fatto caso che Gesù lo chiede tre volte, come Paolo; tre volte Gesù fa questa preghiera al Padre.
Lo sconforto è umano, e Gesù il corridore per eccellenza, il vincitore tra i vincitori, anche lui è stato sconfortato, angosciato. E chissà Satana quanto ha gioito in quel momento dicendo : “E vai adesso se non si rialza, ce la battiamo io e te, Dio!”
Invece no: si è alzato più forte di prima. Ha abbracciato la sua croce, la nostra croce e ha vinto la sua gara.
Adesso direte : “E vabbè, sì Lucia. Sì, ci hai dimostrato che lo sconforto è normale; ce l'abbiamo tutti, pure Gesù. Ma a me non cambia niente, perché il mio cuore comunque è sconfortato, perché comunque i miei problemi rimangono. Io vedo solo buio!”
Ma abbiamo tre alleati, tre antidoti, tre armi, chiamatele come volete; tre doni preziosi che possiamo usare quando siamo sconfortati, che sono un po' come la base del soffritto quando cucinate. Qui la maggior parte siamo donne, non so se vi piace cucinare, ma piace anche maschietti adesso cucinare; sedano, carote e cipolla, la base con cui puoi fare tutto.
Il cuore sono questi tre ingredienti fondamentali del regno cristiano: Fede, Bibbia e Preghiera.
Non ci serve nient'altro; la cosa che ho fatto maggiormente stanotte e nell'ultima settimana era pregare pregare pregare pregare, e dire: “Ci sei tu lassù che controlli tutto. Non lo so dove andiamo, ma va bene così: io ci sono. Io sto qui, aspetto che tu mi faccia vedere cosa dire.” Fede, Bibbia e Preghiera.
Fede
Giobbe, il nostro amico Giobbe, l'abbiamo lasciato che era afflitto e sofferente:
“Io riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti di eseguire un tuo disegno … Sì ne ho parlato; ma non lo capivo; …Ti prego, ascoltami e io parlerò; ti farò delle domande e tu insegnami! … Perciò mi ravvedo, mi pento sulla polvere e sulla cenere.” (Giobbe 42:2-6)
"Io, infatti, conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo – dice il Signore – progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza.“ (Geremia 29;11)
E' come quando si va in una città che non si conosce: si mette il navigatore e ci si affida, perché il navigatore sicuramente sa più di noi. Dio è il navigatore della nostra vitan; non sappiamo i nostri passi dove ci condurranno, non sappiamo neanche cosa succederà fra due minuti... Affidiamoci a lui nel buio più profondo; ovunque ci troviamo, fermiamoci e diciamo: “Signore io vengo dove vai tu!”
Fidatevi, fidiamoci. La Fede è la prima cosa; senza di quella non si va da nessuna parte.
Parola
L'importanza della parola. Ora è facile comunicare; abbiamo WhatsApp, Messenger, prima c'era Twitter e ora i ragazzi più giovani hanno Tik Tok. Ma all'epoca in cui pochi sapevano scrivere a malapena il nostro padre Celeste ci ha lasciato la Parola; ci ha lasciato tutto scritto. E' tutto lì: dobbiamo soltanto avere la costanza di aprire quel libro e leggere:
“Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore.” (Ebrei 4:12)
”Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3:16)
Preghiera
eE, per terza la preghiera. La preghiera è il filo diretto con Dio. Non dovete neanche aspettare di avere campo, di avere il cellulare carico, di aver pagato il vostro abbonamento telefonico; e wireless, ma proprio la forma top, la forma 2.2 del wireless!
La preghiera; fermiamoci e preghiamo sempre, perché è l'unico modo per metterci in contatto con il nostro Dio, e per sapere questo suo navigatore dove ci vuole condurre:
“Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.” (Filippesi 4:6-7)
”Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera.” (Romani 12:12)
Siamo in questa gara, la dobbiamo correre, ragazzi! Lavoreremo comunque perché i nostri giorni li decide il Signore, ma a noi ci aspettala decisione di quei piccoli millesimi di secondi; i secondi in cui siamo per terra, dove non vediamo più nulla, dove sentiamo soltanto la nostra testa che ci dice che è finita, che non ce la possiamo fare ad andare avanti, non possiamo ricominciare... E' lì entriamo in gioco noi con la nostra volontà. E' lì che allora, sì, bisogna alzarsi su.
Fede, Bibbia e Preghiera... e il nostro Signore non ci abbandona!
Perciò, ricordiamoci: Dio è in controllo, la Parola mi conforta e mi fortifica, la Preghiera mi tiene in costante contatto con Dio. Eccoli i tre antidoti contro lo sconforto. Non perché le cose da lì in poi andranno meravigliosamente e voi salterete per i campi fischiettando; no. Ma perché avrete qualcuno potente all'ennesima potenza che andrà davanti a voi e se vuoi tribolate lui vi farà da scudo.
Preghiamo.
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