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29 maggio 2022

Quando la tempesta non si placa | 29 Maggio 2022 |

Cosa fai, quando le onde della tempesta nella tua vita non si placano? Dove trovi assistenza e conforto? Gesù siede sulla riva del Cielo, vede e prega per te, affinché tu lo faccia entrare nella tua barca, per affrontare assieme la tempesta.
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La settimana scorsa abbiamo detto che la fede in Gesù  non è un lasciapassare verso una vita senza problemi, ma un aiuto costante nella vita delle persone  quando arrivano le tempeste.

Ma, sapete, la verità è che noi, anche se siamo credenti, tendiamo ad affrontare le tempeste della vita in perfetta solitudine, credendo di farcela da noi stessi.

Non è che non crediamo che Gesù sia capace di aiutarci, e nemmeno che sia disinteressato,  e che la sua promessa di starci a fianco  non sia più un'opzione valida.

Semplicemente, ci “dimentichiamo”; talvolta per orgoglio (“Ce la posso fare da solo!”) talvolta per un errato rispetto (“Non voglio disturbare Gesù per questa cosa!”) il più delle volte perché “ci troviamo lì”: la tempesta è arrivata all'improvviso e ci ha colti di sorpresa, e siamo indaffarati a legare vele e tirare corde  piuttosto che a invocare Gesù in soccorso.

C'è una tempesta di cui scrivono sia Matteo che Marco che ha proprio questa genesi: vediamo il racconto che ne fa Marco:

“Preso commiato, se ne andò sul monte a pregare. Fattosi sera, la barca era in mezzo al mare ed egli era solo a terra. Vedendo i discepoli che si affannavano a remare perché il vento era loro contrario, verso la quarta vigilia della notte [le quattro di mattina] , andò incontro a loro camminando sul mare; e voleva oltrepassarli, ma essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono che fosse un fantasma e gridarono; perché tutti lo videro e ne furono sconvolti. Ma subito egli parlò loro e disse: «Coraggio, sono io; non abbiate paura!»“(Marco 6:46-50) 

Cosa accade nella vita dei credenti quando si scatena una tempesta?

Quando il vento è contrario...

Vedendo i discepoli che si affannavano a remare perché il vento era loro contrario, ” (v. 48a)

I discepoli non erano lì  per piacere; non avevano deciso di fare “una gita in barca”, ma per lavoro, essendo pescatori. E non avevano deciso “a caso” di uscire di notte, come facevo io da ragazzo con le turiste tedesche per fare colpo su di loro...

Se siete pescatori, già sapete che le pescate migliori si fanno di notte, magari con una luce (si chiamano “lampare”).

Non stavano in mezzo al mar di Galilea per portare Gesù  ad evangelizzare le folle, non c'era un ministerio da compiere tra i non credenti... Era, semplicemente, lavoro (quello che noi chiamiamo “secolare”... se mai esista una distinzione tra il lavoro per Dio e quello per vivere... ma questa è un'altra predica!) Insomma, pescare o morire di fame.

Generalmente non ci stupiamo se nelle nostre vite arrivano tempeste legate a ciò che facciamo per Gesù; anzi, le accettiamo, le esponiamo come fossero medaglie al valore, le riteniamo logica conseguenza e dimostrazione  dell'efficacia del nostro lavoro per il Signore! Siamo “preparati”, magari ne soffriamo,  ma accettiamo e lottiamo.

Ma quando  la tempesta arriva nella vita di tutti i giorni, a lavoro, magari sotto forma di licenziamento, o a casa, sotto forma di una malattia  (il Covid ha fornito una bella mano ultimamente!) o per strada, sotto forma di bombe che cadono dal cielo perché c'è una guerra in corso... (anche qui vari governanti mondiali sono una fonte infinita di opportunità) allora siamo impreparati. Talvolta ci sentiamo abbandonati:  “Signore, perché io, perché questo, perché adesso?”

Dov'è il Gesù che ha promesso “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente.” (Matteo 28:20 b) Dov'è quel Gesù? Vi faccio rivedere il versetto:

...c'è chi a riva sta vedendo...

Vedendo i discepoli che si affannavano a remare perché il vento era loro contrario, ” (v. 48a)

Sapete, io penso che quando Gesù diceva  “nel mondo avrete tribolazioni” (Giovanni 16:33 a) non stesse pensando  solo a noi, non solo ai credenti... ma a tutti; credenti e non credenti indistintamente.

Le tempeste arrivano a tutti, credenti e non credenti, senza alcuna distinzione; in questo non siamo “speciali” perché abbiamo creduto in Gesù. La differenza per il credente è che sa che Gesù ha vinto il mondo per noi.

Gesù è sulla riva del Cielo, che guarda le malferme barchette su cui ci avventuriamo sul mare della vita, e non solo guarda, ma agisce...

Vi ricordate che cosa aveva fatto fino a quel momento Gesù?

“Preso commiato, se ne andò sul monte a pregare.” (v. 46)

Ti sei mai chiesto, cosa pregasse Gesù quando si appartava? Pregava di sicuro il Padre, ci sono tanti esempi, che ci ha lasciato, dal Padre Nostro al Getsemani... ma poi? Cosa pregava “oltre” Dio? Ce lo spiega Paolo...

“...è alla destra di Dio e anche intercede per noi.” (Romani 8:34 b)

...e lui stesso:

“Io prego per loro (i discepoli) non prego per il mondo, ma per quelli che tu mi hai dati, perché sono tuoi.” (Giovanni 17:9)

Gesù dalla riva del Cielo vede  anzi, pre-vede,  vede prima quello che ti accadrà. E prega PRIMA che ti accada che tu possa farcela, se sei credente, che tu lo accetti per starti a fianco se non lo sei ancora.

Tu potresti dirmi: “Bello Marco, sapere che Gesù prega per me... ma io ho bisogno di aiuto “fisico”, di braccia, gambe, soluzioni, azioni...”

Vi svelo un segreto: il motto della nostra chiesa “Amare non è un sentimento, amare è un'azione” non è mio... l'ho copiato! Da chi?

...ed agisce...

“... verso la quarta vigilia della notte [le quattro di mattina] , andò incontro a loro camminando sul mare;.(v. 48b)

Vi ricordate quando era intervenuto Gesù nella tempesta della scorsa settimana? Quando i discepoli avevano gridato “Maestro, non t'importa che moriamo?” (Marco 4:38 b). Stavolta non c'è un grido, né una supplica, né una invocazione... (temo qualche bestemmia, ma potrei sbagliare...).

Eccolo là, il comportamento classico di noi uomini! La tempesta arriva all'improvviso in un ambito prettamente di vita e non di fede, e noi corriamo tra vele e corde... e ci scordiamo che Gesù esiste!

Ma lui, Gesù, arriva lo stesso, ed agisce... ma come stavolta?

La settimana scorsa aveva “sgridato le onde e parlato al mare (Marco 4:39); stavolta, invece, le onde restano e il vento pure... Perché? Perché Gesù non è nella barca...  almeno non ancora.

Gesù sta offrendo il suo aiuto, anche se non richiesto, arriva “vicino”, e per farsi notare fa un miracolo incredibile, solo per dire : “Ehi! Sono qui! Fatemi salire!”

Mettiti nei panni dei discepoli, nella loro barca tra le onde: quale sera per loro il più grande problema? Ovviamente le onde! Ma in realtà è un falso problema.

Il problema vero, non sono le onde, ma il vento; è lui che crea le onde. Le onde sono l'effetto visibile di un problema invisibile.

Noi facciamo lo stesso; pensateci un attimo. Non mi spaventa perdere il lavoro, ma mi spaventa il suo effetto:  non avrò di che far vivere i miei figli.

Non mi spaventa il tumore, ma il suo effetto: la sofferenza mia e delle persone care che mi vederanno malato. 

Non mi spaventa  la guerra; ma il suo l'effetto: le bombe, la distruzione, la morte di innocenti.

E Gesù, attraverso la sua “camminata” dimostra che sulle onde, sull'effetto visibile di una causa invisibile, se tu credi, si può anche camminare.

Molto spesso non è possibile rimuovere l'origine delle onde  nelle tempeste della nostra vita; non puoi impedire il tuo licenziamento, o la tua malattia, o la guerra nella tua patria. Ma Gesù ti mostra che puoi camminare in mezzo a ciò che provoca la tempesta nella tua vita.

Perché lo fa? Per dimostrare i suoi superpoteri? No; il suo obiettivo non è la sua fama, ma la tua attenzione.

… così che tu veda lui e lo chiami...

“ e voleva oltrepassarli,  ma essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono che fosse un fantasma e gridarono” (v.48b-49)

Sapete, quando Gesù arriva nella tempesta, e ti dimostra che è possibile camminare sulle onde, in pochi sono pronti a credere che sia lui ad averlo fatto. Riconosciamo che è Gesù quello che si avvicina, ma “gridiamo” spaventati: “Come è mai possibile tutto questo?” Se succede, quando succede, non fartene una colpa: è umano! Gesù non si offende! 

E anche un urlo scomposto,  suona ai suoi orecchi come una preghiera! “Ah! Finalmente hai visto che ci sono, eh!”

… per poterti parlare e confortare...

“... tutti lo videro e ne furono sconvolti. Ma subito egli parlò loro e disse: «Coraggio, sono io; non abbiate paura!»" (v. 50)

Vi ricordate la settimana scorsa  cosa aveva fatto Gesù per prima cosa? Prima aveva fatto cessare il vento e le onde, e poi aveva confortato i discepoli.

Stavolta la prima cosa che fa, invece è confortare i discepoli. Perché? Perché Gesù non è ancora nella barca.

Gesù sa che la cosa importante, non è far cessare il vento, ma darti la vita eterna.

Vorrei poterti dire che le onde cesseranno sempre  quando Gesù arriverà nella tua barca. Mi spiace: non posso. Alcune tempeste  finiranno, altre no.

Un anno fa, in questo esatto giorno, la nostra sorella Maria... mia madre... finiva la sua corsa su questa terra, e  raggiungeva il suo Signore.

Per ventidue anni aveva vissuto  tra le onde alte di una tempesta che non poteva passare: l'aver visto morire il proprio sposo sotto i suoi occhi.

Quella tempesta, Gesù, non la poteva far cessare: ma poteva accompagnare Maria per il resto dei suoi giorni nella barca della sua vita. Poteva farla  sentire amata,  desiderata,  accudita,  figlia...

Maria lo aveva fatto entrare nella sua barca. E ci ha lasciato, desiderando davvero di finire la corsa, di andare dove non ci sono più tempeste, né vento, né onde...

C.S Lewis  ha detto:

“Dio sussurra nei nostri piaceri, parla nella nostra coscienza, ma urla nelle nostre pene: è il suo megafono per risvegliare un mondo sordo.

In alcune tempeste Gesù saprà farle cessare, in altre sarà al tuo fianco, anche se non cesseranno. Ma alcune di quelle serviranno a farlo entrare nella tua barca per affrontare quelle che non possono cessare.

… e farti camminare sulle onde della tempesta.

Quando sei in una tempesta, e il vento non è cessato Gesù vuole che tu non abbia paura, che domini le onde, anzi, che le usi come tappeto per i tuoi piedi

“Allora Pietro lo chiamò: "Signore, se sei davvero tu, dimmi di venire da te, camminando sull'acqua!" "Vieni!" disse il Signore.” (Matteo 14:28-29 a PV)

Quando il vento è contrario, c'è chi a riva sta vedendo ed agisce così che tu veda lui e lo chiami per poterti parlare e confortare e farti camminare sulle onde della tempesta.

Gesù vuole entrare nella tua barca, accompagnarti, darti la sua potenza affinché tu possa dominare le onde, e farne un tappeto su cui camminare.

Preghiamo.

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