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04 aprile 2021

“Quanto sono profonde le tue radici?” Pasqua | 4 Aprile 2021|

Dove trovi il nutrimento per continuare a vivere quando tutto attorno è desolato ed arido? Quanto sono profonde le tue radici? Lo sono abbastanza da poter trarre nutrimento dall'unica fonte di acqua pura che è il Cristo che celebriamo a Pasqua?
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Oggi è un giorno speciale per tutti i credenti in Cristo: in qualsiasi luogo essi si trovino, ricordano l'evento che ha cambiato la loro storia personale.

In Italia siamo abituati a pensare alla Pasqua un po' come un “secondo Natale”, dove tutti siamo più buoni, e ci sentiamo in dovere di fare auguri a tutti.

Anche la Pasqua è stata “inglobata” nella cultura italiana, assieme a Natale, Capodanno,   la Festa della Mamma, quella del Papà,  Ferragosto,  e, oramai (anche da noi) Halloween... Pian piano è divenuto un altro giorno per fare festa, un altro giorno per fare regali e pranzi.

Hai mai riflettuto cosa stai dicendo quando auguri a qualcuno “Buona Pasqua”? Forse già sai che viene dalla parola greca πάσχα – pascha-  che è il modo con cui nei vangeli (scritti in greco) viene tradotta la parola ebraica  פֶּסַח  p̱esaḥ, ovvero passaggio, in ricordo dell'angelo della morte che “passò oltre” le case degli ebrei in Egitto che erano state segnate col sangue di un agnello sacrificato.

Sappi che, quando dici a qualcuno “Buona Pasqua”, stai augurando un “buon passaggio”... di cosa? Di quell'angelo presso la casa sua!

Ovviamente, scherzo! Se vuoi, fai pure gli auguri... ma ti voglio far riflettere che in origine la Pasqua non era qualcosa da festeggiare, ma da celebrare, e da annunziare; e non potevi augurare  “Buona Pasqua" a qualcuno se non eri convinto che avesse creduto in Cristo!

Sapete, ogni credente delle prime chiese salutava il giorno di Pasqua dicendo “Cristo è risorto”; e se l'altro rispondeva “E' veramente risorto” allora sapeva che stava parlando con un altro credente.... e forse gli diceva “Buona Pasqua”! Questa tradizione è rimasta nella chiesa Ortodossa. La Pasqua non era una celebrazione “inclusiva”, per tutti, ma una celebrazione “esclusiva” per pochi.

Perché questo? Perché celebrare la Pasqua  ti rendeva eleggibile per il martirio.  I cristiani non erano amati molto dal mondo, perché dicevano cose “politicamente scorrette”; parlavano di un unico Signore, Dio e Creatore, parlavano di un unica salvezza in Cristo.

In molti luoghi nel mondo, è ancora così;  se dici che Cristo è veramente risorto, se testimoni della salvezza attraverso la croce, la tua vita (e quella della tua famiglia) è in pericolo.

Afganistan, Pakistan, Iran, Iraq, Siria, Nigeria, Corea, India, Eritrea Libia, Yemen, Cina, Colombia... e in molti altri posti ancora nel mondo, oggi persone celebrano la Pasqua rischiando la propria vita.

Incontrare Gesù, da sempre, è stato rischioso: lo era anche prima che fosse messo in croce  e che fosse risorto. Vi ricordate la storia di Nicodemo? Era un “fariseo”, uno studioso della Bibbia, aveva visto e sentito ciò che Gesù faceva e diceva... Ma era rischioso per lui “andare contro” tutta la tradizione, i sacerdoti, i suoi colleghi farisei che attendevano un messia condottiero, che mettesse al loro posto i Romani,  e gli restituisse ricchezza e potere.

E così, una notte, senza farsi vedere da nessuno, come farebbe un ladro, andò a bussare alla porta di Gesù:

C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. Egli venne di notte da lui e gli disse: «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi segni miracolosi che tu fai, se Dio non è con lui». Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio». Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?» Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. (Giovanni 3:1-5)

Nicodemo era cresciuto leggendo la Bibbia, le sue radici affondavano nella parola di Dio... e per quello vedeva, e capiva che Gesù era stato mandato da Dio. Ma non se la sentiva di esporsi, aveva paura delle conseguenze, di essere giudicato, di non essere “politicamente corretto”.

Molti oggi sono come Nicodemo, festeggiano pure la Pasqua, ma se si tratta di“esporsi” oltre, di prendere posizione, di chiamare le cose che il mondo ama tanto e dice essere giuste col loro nome e cognome, peccato; adulterio, peccati sessuali, aborto, eutanasia, omosessualità, avarizia... Nessuno di questi maggiore o minore di altri come l'essere bugiardi o il bestemmiare, perché per Dio ogni peccato vale uno, ogni peccato è un mancare l'obiettivo che Dio ha stabilito per noi, e non c'è classifica tra il più grave e quello meno.  Per moti è difficile dire che Cristo è l'unica via... beh, allora … ”...preferisco farlo di notte, quando nessuno vede e sente non, si sa mai.” La Pasqua non fa una gran differenza per loro, una festa vale l'altra, e la vita rimane uguale a prima.

Non per Nicodemo; aveva iniziato con timore... ma l'incontro con Gesù avrebbe dato i suoi frutti:

“Nell’ultimo giorno, il giorno più solenne della festa, Gesù stando in piedi esclamò: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno»... Le guardie dunque tornarono dai capi dei sacerdoti e dai farisei, i quali dissero loro: «Perché non lo avete portato?»... Le guardie risposero: «Mai un uomo ha parlato così!»Perciò i farisei replicarono loro: «Siete stati sedotti anche voi? Ha qualcuno dei capi o dei farisei creduto in lui? Ma questo popolino, che non conosce la legge, è maledetto!» Nicodemo (uno di loro, quello che prima era andato da lui) disse loro: «La nostra legge giudica forse un uomo prima che sia stato udito e che si sappia quello che ha fatto?» “ (Giovanni 7:37-38, 45-51)

Gesù aveva parlato alla folla in un giorno di festa (la festa di Tabernacoli o Capanne) quando una moltitudine di gente lo ascoltava, affermando cose  che non erano piaciute ai sacerdoti.

Nicodemo, dice Giovanni, era “uno di loro”, un fariseo, uno che pensava e diceva le cose “politicamente corrette”, e proprio per quello Gesù li aveva chiamati, ipocriti, vipere, sepolcri imbiancati. Ma stavolta Nicodemo non cerca Gesù nel buio; stavolta si “espone”, prende le parti di Gesù. Le sue radici superficiali che trovavano nutrimento dalla conoscenza della Legge vanno un po' più un giù, e iniziano a attingerne dagli insegnamenti di Cristo.

Non tutti credono, e diventano subito super eroi, pronti a sfidare tutto e tutti per Gesù. Le radici di Nicodemo hanno iniziato a affondare nel terreno fertile che sono gli insegnamenti di Cristo, cominciando a dare dei frutti, ma non sono ancora maturi. Alcuni  si fermano a questo livello:  sono attratti da Gesù, gli piace quello che dice, ma sono titubanti nell'accettare di seguirlo.

La loro radice non va abbastanza a fondo, Gesù c'è, si... ma non fa la differenza... Per loro la Pasqua diventa quasi un”problema da gestire”: “Non posso far vedere troppo agli altri che ci tengo... magari, non vado in chiesa, ma faccio gli auguri a tutti!”

Nicodemo, invece, aveva continuato ad estendere in profondità la sua radice, ad affondare negli insegnamenti di Gesù; e a non aver più paura di esporsi come suo seguace.

“Dopo queste cose, Giuseppe d’Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma in segreto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di poter prendere il corpo di Gesù, e Pilato glielo permise. Egli dunque venne e prese il corpo di Gesù. Nicodemo, quello che in precedenza era andato da Gesù di notte, venne anch’egli, portando una mistura di mirra e d’aloe di circa cento libbre.” (Giovanni 19:38-39) 

Giuseppe era un membro del Sinedrio, il tribunale speciale che aveva condannato Gesù... e anche lui seguiva Gesù "di notte", di nascosto.

Le radici di Nicodemo erano radici profonde: non si vergognava più di dimostrare che seguiva Gesù. Non aveva più timore per la sua carriera, né per la sua vita: anzi, metteva a disposizione i suoi beni per coprire di profumi il corpo di Cristo, con quasi 36 chili di costosissima mirra ed aole (circa 360 denari romani, un anno di stipendio di un operaio ebreo).

La Bibbia non dice se Nicodemo abbia avuto timore che fosse tutto finito quel venerdì; ma di sicuro avrà gioito, come noi gioiamo oggi, per la tomba vuota.

La sorsa settimana  ho iniziato facendovi vedere una foto (questa) (FOTO) e citando una frase  dello scrittore americano Marthy Rubin: “The deep roots never doubt spring will come” che tradotto suona: “Le radici profonde non dubitano mai che la primavera arriverà”.

Ti ho chiesto quali tra i due alberi fosse il più vivo. L'albero che fiorisce al primo tepore in inverno, e il
gelo lo può danneggiare, o quello che attende che arrivi la primavera. Questa settimana ti chiedo: quanto sono profonde le tue radici?

Nella mia foto ci sono due alberi: quello fiorito è una mimosa. La mimosa ha delle radici estese ma superficiali, che non vanno in profondità; è per questo che ha necessità di stare vicino all'acqua. Se l'acqua si allontana, se il lago si abbassa, la mimosa può morire di sete.

L'altro albero, invece, è un fico. Le radici del fico sono molto profonde, e riesce a trovare nutrimento anche quando tutto attorno  è secco, bruciato, sterile. Anche se viene tagliato, il fico si rigenera, dando un nuovo albero, perché la parte importante non è il tronco, ma le radici che attingono in profondità il nutrimento e possono generare nuova vita.

Quanto sono profonde le tue radici in Cristo? Abbastanza da trarre da lui nutrimento anche nei momenti aridi, quando la vita sembra sterile, quando la stagione è torrida e secca? Sono abbastanza profonde da non aver paura di ciò che ti accade attorno o che accadrà a te, o ai tuoi cari in questa epoca di pandemia? Riesci a trarre nutrimento anche quando non c'è pioggia?

Hai letto le parole che Gesù ha pronunciato alle folle durante quella festa di Tabernacoli?

«Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno» (Giovanni 7:37-38)

Se tu hai accettato il sacrificio di Gesù al venerdì come l'unico che può lavare i tuoi peccati, allora la potenza di Dio che trasforma una crocifissione in una resurrezione ti appartiene.

Se tu credi che Gesù è realmente risorto per vincere la morte al posto tuo allora le tue radici possono attingere a quel fiume profondo di cui parla il Salvatore, anche in questo periodo, il più arido dei nostri tempi.

Non festeggiare la Pasqua come una festa tra le altre; celebra la Pasqua, perché, se hai creduto che Gesù è realmente risorto, allora la tua è davvero una buona Pasqua.

Preghiamo.

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