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Sembra strano celebrare in un anno dove di gioie ci sono state davvero poche, e dove invece le lacrime sono state molte.
E' ancora più strano celebrare il Natale, che è la festa dove più di ogni altra le persone vogliono stare vicine, abbracciasi e baciarsi, in un anno dove la raccomandazione è il “distanziamento sociale”, l'assenza di strette di mano e di abbracci... figuriamoci di baci!
Che cosa ha da dirci, allora questo Natale?
La prima cosa che mi viene in mente è proprio il fatto che celebriamo un Dio che vuole a tutti i costi starci vicino, tanto da scendere in terra ed incarnarsi nel seno di una donna, Maria.
La prima cosa che possiamo ricevere in questo Natale è ricevere questo bambino come Dio nella carne. La storia del Natale è che
"Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna."(Giovanni 3:16).
"Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna."(Giovanni 3:16).
Il distanziamento non deve farci dimenticare che Gesù è venuto per vederci uniti e solidali gli uni con gli altri: nel vangelo di Matteo Gesù ha detto :
"Ama il tuo prossimo come te stesso". (Matteo 22:39)
Continuiamo ad amarci, anche se a distanza, anche sotto le mascherine, anche dietro gli schermi di plexiglass, perché il Natale parla di amore.
La seconda cosa che possiamo prendere è l'obbedienza: siamo stati chiamati ad obbedire a delle raccomandazioni per il nostro bene. Sono talvolta dure, richiedono sacrificio, ma il premio a cui mirano sarà sconfiggere il male.
Allo stesso modo Gesù è sceso per darci un esempio di obbedienza alle regole del Padre. Nella Seconda lettera di Giovanni Apostolo è scritto:
“Questo è l'amore: che viviamo secondo i suoi comandamenti e come avete sentito fin da principio.”. (2 Giovanni 6)
Le regole dell'emergenza debbono rammentarci che Gesù è sceso per incoraggiarci a seguire le regole del Padre, che si chiamano Comandamenti, il cui premio sarà la vita eterna.
La terza cosa che possiamo prendere è la comunione fraterna: per il nostro bene ci si chiede di non riunirci, di stare poco assieme: ma questo è con il fine di tornare a stare assieme e a riunirci.
Sempre l'apostolo Giovanni alla fine della sua lettera afferma:
“Avrei ancora tante cose da scrivervi, ma non voglio farlo per lettera, perché spero di venire a trovarvi presto e di parlarne con voi da vicino. Così la nostra gioia sarà completa.” (2 Giovanni 12)
Gesù è sceso in terra per renderci una grande famiglia, unita sotto il suo nome. Quando tutto sarà finito, ricordiamoci che essere una famiglia non e solamente condividere il medesimo spazio fisico, ma incontrarsi (e non solo sui sociale)
Se vuoi conoscere la gioia del Natale anche in questo periodo difficile,: ricevi Gesù come Dio nella carne, cammina nei suoi comandamenti, ama gli altri e vivi assieme agli altri.
Queste cose non faranno sparire tutti i tuoi problemi. Viviamo in un mondo imperfetto. Ma cambierà il tuo cuore e inizierà a riempirlo di gioia.
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