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13 dicembre 2020

La Gioia oltre le luci - 3° Domenica di Avvento | 13 Dicembre 2020 |

La gioia può dipendere da come stai, ma la Gioia, quella con la G maiuscola, dipende da chi hai incontrato nella tua vita e da come quell'incontro la ha cambiata.
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Siamo alla terza Domenica di Avvento: nelle due precedenti domeniche abbiamo acceso le candele della Speranza e della Fede. Quest'oggi accendiamo la terza, quella della Gioia.

La Gioia: che cosa è la gioia? Come la definiresti? Cosa è che ti fa “essere gioioso?” Cosa ti muove il riso?

Oppure facciamo il contrario; cosa è che ti abbatte e ti affanna? Che ti affligge e ti rende amaro o amara? Che ti angoscia, che ti avvilisce... eccetera?

Se riuscissimo ad individuare cosa è che ci priva della gioia, allora sapremmo cosa fare per averla. Basterebbe solo “evitare” quelle cose, vero?

Fosse facile! Viviamo in un mondo che ci stressa, che sembra fatto apposta per toglierci la gioia. Spesso ci svegliamo la mattina  e il primo pensiero è:  Oh, mio Dio! Un altro giorno!”

E poi, a Natale, senti il tuo Pastore che ti parla di “gioia”! Che ti dice che dovresti avere “gioia”!

Quando sei senza lavoro, o con un matrimonio in bilico, o con dei figli problematici, o con una malattia che “chissà se la sfango?” Quando hai perso una persona cara... Perché il Natale  dovrebbe essere  un periodo di maggiore gioia?

Voglio vedere assieme a voi tre protagonisti del racconto biblico della nascita di Gesù, e cercare i motivi della loro gioia  in quel Natale di 2020 anni fa anno più, anno meno.

Maria

Maria era una poco più che adolescente quando un angelo le annunzia che rimarrà incinta, ma non del suo sposo...  anzi, prima che il suo sposo  l'avrebbe “conosciuta” in senso biblico.

Normalmente la prima parte del concepimento prevede anche il piacere fisico; è un premio che il Creatore a aggiunto per incoraggiarci a moltiplicarci.

Allora, ricapitoliamo: Maria, non sposata, ma promessa sposa, vergine, rimarrà incinta di nessun uomo prima di sposarsi, senza provare alcun piacere fisico...

Beh, certo, se sono alla ricerca di cose che mi portino via la gioia, qui ne ho un campionario completo!

Ma, incredibilmente, Maria non reagisce cominciando ad imprecare, a dire :”Me tapina, me meschina,  tutte a me le cose devono succedere!".

Tutt'altro: leggiamo in Luca 1 la sua reazione:

“E Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore, perché egli ha guardato alla bassezza della sua serva. Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché grandi cose mi ha fatte il Potente.” (Luca 1: 46-49) 

La parola tradotta con “esulta” nell'originale greco è ἀγαλλιάω agalliaō,  che è composto da agan  = tanto più hallomai = saltare.

Avete presente quando il centravanti della Nazionale fa gol ai mondiali? Cosa fanno i tifosi? Saltano! Saltano di gioia! La loro gioia è così incontenibile che deve in qualche modo avere uno sfogo fisico.

Maria, sapendo che rimarrà incinta, da vergine, non del suo sposo, invece di disperarsi... salta di gioia!

Cosa ha fatto, allora, Maria per avere una gioia così grande?

Per avere gioia... Non concentrarti sul problema ma affidalo a Dio

La prima cosa che toglie la gioia nella tua vita  è il guardare la realtà come una montagna insormontabile o come un abisso profondo.

Maria non menziona neppure il problema, è solamente curiosa di sapere  come avverrà il concepimento senza avere contatto con un uomo:

“Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?” (Luca 1:34b)

Lascia che l'angelo le spieghi che avverrà attraverso lo Spirito Santo, e poi afferma:

“Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola.” (Luca 1:38)

La parola che usa Maria è δούλη doulē; nella traduzione hanno “ingentilito” il termine, che non è “serva”,  ma “schiava”.

Uno schiavo non è un “collaboratore”, ma una proprietà personale del padrone,  sulla quale il padrone  ha potere di vita o di morte.

Maria trova la gioia nella sua situazione perché ammette di essere proprietà di Dio, e che lui ha potere di vita... non di morte, di sola vita! Dio non contempla la morte  per le sue figlie ed i suoi figli.

Quando hai un problema, cosa fai?  Ti concentri su di esso,  pensi solamente a quello? E' così che diventa  l'Everest  o l'abisso della fossa delle Marianne.

Maria trova la gioia affidando la sua vita  completamente nelle mani del suo Signore... ma non solo per quello...

Per avere gioia... Ricorda ciò che Dio ha già fatto per te

Maria dice:

“...perché grandi cose mi ha fatte il Potente.” (Luca 1:49) 

Il tempo usato in greco per “mi ha fatte”, è un tempo che non esiste in italiano, (se siete amanti di linguistica si chiama  “aoristo indicativo attivo”) che indica una azione  avvenuta in passato che si è completamente conclusa.

Mi spiego meglio: Maria non dice: “Beh, certo, in passato mi hai fatto dei favori, ma adesso si vede che ti sei dimenticato  di guardare giù per aiutarmi, eh!” ma dice:  “Il Signore mi ha già fatto in passato tutto le cose più grandi che mi poteva fare,  io sono ampiamente soddisfatta già così.”

Cosa fai, quando arrivano i problemi? Ti ricordi, o ti scordi? Tutto quello che Dio ha fatto per te, passa in sottordine, oppure è una solida base  con cui affrontare il futuro?

Maria trova la gioia perché sa che quello che il Signore ha già fatto per lei, nessuno potrà mai toglierglielo.

Il secondo protagonista che vogliamo vedere e che trova la gioia nel Natale non è un singolo, ma un gruppo di persone: sono i pastori.

I Pastori

Se Maria avrebbe avuto da recriminare  sulla sua situazione, anche i pastori  non è che se passassero molto bene.

I pastori non erano i padroni delle greggi; avere un gregge in Israele significava essere molto ricco... Ed un ricco non si sarebbe mai abbassato a stare in mezzo a bestie puzzolenti, dormendo all'aperto con ogni tipo di tempo.

Erano quasi sempre schiavi, costretti a dormire all'addiaccio... anzi, a non dormire affatto, perché dovevano vigilare che dalle greggi dei padroni non venisse rubato qualche capo, o che qualche animale le attaccasse.

Luca racconta così cosa successe a quei pastori  quella notte  di 2020 anni fa:

“In quella stessa regione c’erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge..  E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore. L’angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore.E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia”».” (Luca 2:8-12)

Ora, capiamoci bene, dire a degli schiavi, che dormono,  anzi non dormono,  in mezzo a bestie puzzolenti che se perdono una di quelle bestie saranno frustati, che stanno al freddo al vento e all'acqua e al gelo ,  di andare a cercare un bimbo in una stalla  (altro luogo puzzolente) e di provare gioia quando lo troveranno,  mi pare un po' esagerato!

E invece, miracolosamente, i pastori si dicono l'un l'altro:

“Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: «Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto e che il Signore ci ha fatto sapere». Andarono in fretta e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia... E i pastori tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato loro annunciato.” (Luca 2:15-17a, 20)

Non posso pensare che chi esce da una stalla glorificando e lodando non stia provando gioia... Ma che tipo di gioia è? E' la stessa di Maria, che fa saltare?

La parola degli angeli tradotta con “gioia” nel versetto di Luca 2:10 nell'originale è una parola differente da quella che ha usato Maria: non  è ἀγαλλιάω agalliaō,  ma è χαρά chara, che significa “avere una calma contentezza”. Non è la gioia che ti fa saltare  ma è una gioia che ti rende calmo, che ti fa pensare che tutto sta andando bene, tutto sta andando secondo i piani. 

Perché i pastori trovano la gioia? Quei pastori, quegli schiavi, erano ebrei, e gli angeli hanno usato una parola che loro conoscevano bene: in greco è Χριστός Christos ma io ebraico è מָשִׁיחַ mâšiyah, il Messia, l'Unto del Signore, il Prescelto da Dio per portare un regno di pace,  amore  e giustizia.

Per avere gioia... Ricorda che Dio ha un piano benevolo per te

I pastori avrebbero trovato gioia  perché avrebbero visto che il piano  che Dio aveva promesso stava funzionando, non era una illusione scritta su un libro, ma potenza che scendeva dal Cielo.

In qualsiasi situazione tu ti stia trovando puoi trovare gioia se ricordi che Dio  ha detto queste parole:

Infatti io so i pensieri che medito per voi”, dice il Signore, “pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza.” (Geremia 29:11)

Anche il terzo protagonista è un gruppo e non un singolo: un gruppo di persone sapienti, scienziati, non credenti.

I Magi

Anche i Magi avrebbero avuto di che non essere felici; erano partiti probabilmente da Aleppo, in Siria,  dove c'era una famosa scuola di astrologia,  700 chilometri da Gerusalemme.

Avevano viaggiato  attraversando il deserto, dove non ci sono autogrill  o stazioni di servizio per rifocillarsi.

Visto che portavano doni preziosi (oro, incenso e mirra) avevano dovuto fare turni di guardia notturni per evitare che i predoni  li uccidessero per derubarli.

Non c'era un gran che da essere gioiosi! Eppure Matteo racconta che...

“Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra.” (Matteo 2:10-11)

La gioia che provano, dice il testo è la stessa dei pastori, χαρά chara, una “contentezza calma e rilassata”... ma stavolta Matteo aggiunge davanti a chara la parola μέγας megas = grandissima, una “grandissima e calma contentezza”.

Da dove proveniva questo tipo di gioia? Ce lo spiegano loro al versetto 9 di Matteo 2:

“Dov’è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo” (Matteo 2:9)

La gioia dei Sapienti deriva dal fatto di aver visto i segni di averli studiati di averli seguiti, e di aver trovato il vero tesoro.

Per avere gioia... Studia, cerca e trova la tua gioia nella Parola di Dio

I Magi avevano trovato la gioia nel constatare che tutti i pezzi del puzzle andavano assieme e formavano l'immagine di bambino che era un re!

 Tu sei più fortunato, tu sei più fortunata dei Magi; non devi affidarti a segni nel cielo, né a sogni, né a profezie per poter trovare il Cristo,  il Messia,  il Prescelto, il Salvatore.

Ti basta aprire un libro, e trovarlo in ogni piega dei fogli che lo compongono che quel Salvatore a scritto per farsi trovare da te in qualsiasi momento tu lo cerchi... è anche in questo Natale anomalo, per portarti la vera Gioia di Cristo. 

Quel libro dice:

 “La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero.” (Salmo 119:105)

Se usi quella lampada, se segui quella luce, troverai la vera Gioia  che porta il Natale.

Preghiamo.

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