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16 aprile 2017

Testimoni del segno di Cristo - Pasqua 2017 | 16 Aprile 2017 |

Con quali "segni" testimonio il dono di Gesù a Pasqua?
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Oggi vorrei parlarvi di “segni”.

Cosa è un “segno”? Il vocabolario Treccani da questa definizione:

Segno: fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono trarre indizi, deduzioni o conoscenze.”

Noi come italiani siamo “maestri” dei segni, possiamo fare interi discorsi senza muovere un labbro,
siamo gli inventori di una “LIS” (Lingua dei Segni)...  a modo nostro!

Vorrei vedere assieme a voi un brevissimo filmato  per illustrare meglio ciò che affermo. E' il filmato di una guida italiana che insegna agli americani a parlare la lingua dei “segni italiani”.

(Video)

Perché usiamo “segni”  invece di parole?

Un segno è qualcosa che,  con poco, spiega tanto; è una “scorciatoia” ad un discorso più lungo, una “sintesi” che ci fa conoscere qualcosa di nuovo, o ricordare qualcosa di vecchio in un secondo.

Un segno fa lavorare il nostro cervello, ci stimola a pensare,  a creare collegamenti, occupa “spazio” davanti a noi, è qualcosa che fa lavorare gli occhi, la mente, il corpo.

Noi italiani siamo dei maestri dei segni... ma c'è chi ci batte.

E ci batte perché è colui che ci ha creati, che ci ha programmati.

Gesù sa come sono fatto,  come siamo fatti,  e sa che  i segni, spesso, sono molto più potenti delle stesse parole, la realtà fisica più è più potente dei pensieri.

Gesù ha disseminato la sua vita terrena di segni: la Parola dice che la sua nascita  è stata annunciata da un “segno” nel cielo: la stella dei re che compare su Israele.

“Dov’è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo.” (Matteo 2:2)

Gli angeli hanno detto ai pastori  da quale “segno” avrebbero riconosciuto Gesù:

“E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia” (Luca 2:12)

Quando è stato battezzato nel Giordano  è apparso su di lui un “segno”  lo Spirito di Dio che scende “come una colomba” su di lui.

“Gesù, appena fu battezzato, salì fuori dall’acqua; ed ecco, i cieli {gli} si aprirono ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui.” (Matteo 3:16)

Sono segni messi lì non a caso, ma messi lì a ricordarci, che Gesù è re, ma che viene come l'ultimo dei poveri nel mondo, e che lo Spirito di Dio scende sulla terra attraverso di lui.

Nell'ultima cena Gesù da due segni, il pane e il vino, come simbolo che ci ricordi il nuovo patto.

“Poi prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, diede loro il calice dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è versato per voi.” (Luca 22:19-20)

Sul Golgota Gesù trasforma un segno di morte,  la croce in un segno di salvezza.

Un giorno, un gruppo di persone che odiavano Gesù, che credevano di avere la “verità” in tasca, che non credevano lui fosse il Figlio di Dio, per sfidarlo, gli dissero: “Facci un segno! E noi crederemo in te!”

Gesù non fece alcun segno, quella volta, ma ne promise uno.

“Alcuni maestri della Legge e alcuni farisei dissero a Gesù: 'Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno miracoloso'. Gesù rispose: 'Questa gente malvagia e infedele a Dio vuole vedere un segno miracoloso! Ma non riceverà nessun segno, eccetto il segno del profeta Giona. Come Giona rimase nel ventre del grande pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell'uomo rimarrà sepolto nella terra tre giorni e tre notti. ” (Matteo 12:38-40 TILC )

Il segno di Giona: un essere umano, morto per tre giorni,  (perché nella pancia di un pesce non si vive bene, eh!) che torna a vivere.

La Pasqua è il medesimo segno. Gesù ci dice che l'unico segno  di cui ha bisogno questa generazione, è il segno della Pasqua, di una tomba vuota, di lui risorto e asceso al cielo e ritornato.

Gesù non stava parlando della “sua” generazione,  ma di OGNI generazione  che sarebbe venuta da allora in poi, sino al suo ritorno.

Questa generazione è la tua, e la mia: e lui ci ha chiesto espressamente  di parlare di quel segno  a questa generazione.

“... e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra.” (Atti 1:8b)

L'ultimo segno che Gesù lascia, è quello che festeggiamo oggi, una tomba vuota, delle fasce a terra,
nessun corpo.

Gesù ci conosce, sa che, come uomini, dopo un po',  le parole perdono il loro reale “peso”.

Le parole che un tempo non osavi neppure pensare, oramai sono diventate linguaggio corrente in TV.
Ne vuoi qualche esempio?... Meglio di no, che è la domenica di Pasqua!

E' per quello che ha lasciato dei segni. E non li ha lasciati a caso (Gesù non fa mai nulla per caso), ma perché fossero strumenti per noi con i quali ricordare e raccontare.

Quante volte usi questi “segni”  (la stella, la croce, la tomba) nella tua vita quotidiana,
per ricordare  quello che ha fatto Gesù per te?

Quante volte li usi nella tua vita nel mondo per raccontare agli altri quello che Gesù ha fatto per gli altri oltre te?

Morgana mi sta insegnando,  piano piano, qualche semplice segno  che usano i sordi per comunicare.

E i segni che i sordi fanno  per parlare di Dio, di Gesù, della fede,  beh, mi hanno fatto riflettere, su quanto le parole della mia fede siano state diluite nel tempo, tanto da non suscitare più alcuna reazione.


Mi hanno fatto riflettere di quanto io mi ricordi “poco” durante il mio giorno, di chi è Gesù  e di quello che ha fatto per me.

Vi ricordate che abbiamo parlato delle “discipline spirituali”, di quelle attività che ci portano più vicini a Dio? E tra le varie discipline (preghiera, digiuno, solitudine ecc), c'era anche il “silenzio”.

Stare in silenzio dinanzi a Dio, estraniarsi dai rumori del mondo, e dalle sue parole.

Stare in silenzio per entrare in contatto, ascoltare, capire.

Chi è sordo vive questa realtà ogni giorno, ed è forse per questo che i segni delle sue parole sono potenti illustrazioni di ciò che ha fatto Gesù per noi a Pasqua.

Vi farò qualche esempio.

Cosa provo in me quando pronuncio il nome“Gesù”?

(Il segno LIS ricorda le mani forate)

Avete visto il segno che ho fatto (e che ha fatto meglio Morgana)?

Mi ricordo  quando pronuncio il suo nome che Gesù, il Re dei re,
il Signore dei signori, colui che era presente ed agiva nella Creazione (una vecchia canzone dice “quelle mani che stesero i cieli”) ha avuto le mani forate, pur di riscattarmi dalla morte?

Dovrei. Lo faccio?
Chi è sordo lo fa ogni volta che pronuncia il suo nome con un segno.

Cosa provo quando davanti agli altri,dico che sono una “persona credente”?

(Il segno LIS è un pugno sul cuore)

Avete visto il segno? Mi ricordo che l'amore di Gesù dovrebbe essere piantato, profondo, con forza,
e riempire il mio cuore sino a che non ci sia nient'altro dentro?

Cosa mi ricordo quando parlo dello Spirito Santo?

(Il segno LIS è qualcosa che scende dall'alto)

Mi ricordo che è un dono disceso sulla terrae proviene dal Cielo, dal Padre, da Dio?

A Pasqua parlo della “tomba vuota”.

(Il segno LIS è un mezzo cerchio nell'aria e una mano che lo chiude) 

Ma mi ricordo che la tomba era chiusa, sigillata, con i soldati a guardia,
che le persone hanno cercato Gesù dentro essa, ma non l'hanno trovato?

E infine, cosa suscita in me la parola “resurrezione”?

(Il segno LIS è indice e medio a forma di due gambe che prima sono sotto la mano poi sopra) 

Guardate il segno.

Comprendo fino in fondo che un uomo come me e te, è riuscito a tornare da sotto terra, e che se lui lo ha fatto, sarò capace anche io di farlo se lo accetto, se credo in lui,  e lo seguo?

Quando parlo di queste cose,dovrei ricordare ogni volta che i segni che Gesù mi ha lasciato stanno a significare verità che vanno oltre le semplici parole.

Chi è il sordo, allora? Chi è il muto, allora?

Pasqua è un segno dell'amore di Dio... ma spesso lo usiamo solo a Pasqua...

(Il segno LIS è una mano che finge ti avere qualcosa da agitare) 

Lo dovremmo come credenti usare sempre invece, ricordarci che Gesù è entrato trionfalmente in Gerusalemme, festeggiato da rami di palme, e nella mia vita, ...così come i sordi lo fanno in LIS ogni volta che pronunciano la parola “Pasqua”.



Non so dove  sei tu oggi, non dico col tuo corpo, (con quello se qui) ma col tuo cuore.

Forse segui Gesù da tempo, ma col tempo hai dimenticato i segni, li dai per scontati... e non li usi più nella tua vita quotidiana.

Gesù ti dice oggi che devi ricordare  ogni volta che pronunci il suo nome di ciò che ha fatto per te.

O forse è poco che lo hai accettato, e quei segni sono per te ancora vivi.

Oggi Gesù ti chiede di fissarli nella tua mente, di mostrarli alla tua generazione, perché il segno della Pasqua arrivi fino alle estremità della terra.

O forse sei qui con i tuoi dubbi, il tuo carico di ferite e di delusioni,  e non ne vuoi provare altre.

Se sei lì con la tua vita,  voglio darti una ultima riga dalla Bibbia:

“...perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato.” (Romani 10:9)

Gesù oggi ti dice:“Io sono che è stato crocifisso per te, non sono più più nella tomba, ma risorto e sono tornato come Spirito Santo, per portarti assieme a me.

Preghiamo

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