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Sapete cosa significhi la frase “all in”? Se non la conoscete, è perché non avete mai giocato a poker o a qualche altro gioco d'azzardo.
Quando stai giocando a poker e fai una puntata “all in” significa che metti sul piatto tutto quello che hai, senza lasciarti nulla.
Oggi cominciamo una serie di messaggi dove studieremo un passo che richiede a chi crede in Cristo di fare una puntata “all in”, puntando la propria vita tutta su qualcuno senza risparmiare nulla di se stessi.
Sto parlando di quello che in gergo “tecnico” viene chiamato il “Gran Comandamento”.
La storia di questo brano è quella di un Gesù che ha iniziato il suo ministero di predicazione, ha con se i dodici apostoli, ha mandato settanta discepoli per tutta la Galilea dandogli il potere di scacciare gli spiriti, guarire gli ammalati e predicare la Salvezza.
E' chiaro che qualche “nemico” se lo era già fatto, soprattutto tra i sacerdoti, i farisei ed i dottori della legge; ed è per questo che questi ultimi avevano preso a seguirlo costantemente e ad interrompere la sua predicazione con delle domande “trabocchetto” per farlo cadere in contraddizione o fargli negare qualche passo dell'Antico Testamento che sarebbe equivalso a bestemmiare, con la conseguenza di essere messo a morte.
E proprio grazie ad una di queste “provocazioni” Gesù ci consegna una perla per la nostra fede, che in appena due frasi racchiude tutto l'evangelo, spiegandoci cosa dobbiamo fare per essere graditi a Dio e cosa si aspetta da noi come suoi discepoli.
Il brano è contenuto in tre dei quattro Vangeli, e leggendo le tre versioni che ne fanno Matteo, Luca e Marco abbiamo una informazione completa di quello che è accaduto.
Ciò che ho fatto io è di mettere assieme i tre racconti per poi trarne delle informazioni per le nostre vite di credenti.
“I farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si radunarono e uno di loro, {dottore della legge,} gli fece una domanda per metterlo alla prova: «Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento?» (Matteo 22:34-36) Egli rispose: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua...» (Luca 10:27). Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, è: “Ama il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti». (Matteo 22:38-40) Lo scriba gli disse: «Bene, Maestro! Tu hai detto, secondo verità, che egli è l’unico e che non v’è alcun altro all’infuori di lui; e che amarlo con tutto il cuore, con tutto l’intelletto, con tutta la forza, e amare il prossimo come se stesso, è molto più di tutti gli olocausti e i sacrifici». (Marco 12: 32-33) Gesù gli disse: «Hai risposto esattamente; fa’ questo e vivrai». Ma egli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?» (Luca 10:28-29)
I comandamenti sono due; ma ci sono 5 azioni da fare. Nelle prossime settimane vedremo come si applicano alla nostra vita quotidiana quelle cinque parole che ho evidenziato: cuore, anima, forza, mente e prossimo, perché Gesù afferma che se facciamo questo vivremo.
Tutti e tre gli evangelisti sono concordi nell'affermare che il dottore della legge non era lì a caso e che la sua domanda non era una richiesta di chiarimento a Gesù, ma un “guanto di sfida”, una sorta di esame sulla Torah, i primi 5 libri dell'Antico Testamento fatta per mettere in difficoltà colui che radunava folle oceaniche.
Gesù risponde alla domanda, infatti, citando un versetto di Deuteronomio, questo:
“Tu amerai dunque il Signore, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze.” (Deuteronomio 6:5)
Avete notato qualche differenza tra il versetto di Deuteronomio e come lo racconta Gesù? Se non lo avete notato, ve lo faccio vedere io:
"Tu amerai dunque il Signore, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze.” (Deuteronomio 6:5)
«Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua...» (Matteo 22:38)
Quando arriveremo al messaggio sulla mente, vedremo perché c'è una differenza. Oggi vediamo cosa intende Gesù per amare Dio con tutto il cuore.
Come posso amare Dio con tutto il mio cuore?
Ho detto più volte che, quando noi occidentali parliamo del cuore, pensiamo subito al sentimento, all'amore, alla parte irrazionale di noi che ci fa compiere cose folli e senza senso.
Questo è perché veniamo dalla cultura greca, che metteva le emozioni nel cuore e i pensieri nella testa. Nella cultura greca le emozioni erano la parte irrazionale di noi e quella meno nobile, e i pensieri erano la parte razionale di noi ed era quella più nobile.
Per gli ebrei non era così: il ragionamento, i pensieri, la logica, erano contenuti nel cuore, le emozioni nella pancia.
E non c'era distinzione tra le due: emozioni e ragionamento andavano di pari passo, entrambi erano parti “nobili”: non bisognava reprimere le emozioni a favore della ragione, ma erano tutte e due da seguire.
Nel cuore c'era la comprensione, la capacità di agire, la strategia ed il coraggio.
Qui Gesù non sta chiedendo un atto di fede irrazionale, ma un atto di fede ponderato, riflettuto. Sta chiedendo non di amare e basta... perché amare non è un sentimento, ma un'azione.
Chiede di amare con delle azioni delle strategie, ed avendo il coraggio di farle.
Se il cuore è la sede di tutto questo (facciamo finta lo sia, come credevano gli ebrei, anche se sappiamo che è un muscolo pieno di vasi sanguigni) come dovremmo trattarlo?
Proverbi dice:
“Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita.” (Proverbi 4:23)
Ho aggiunto sotto anche la versione delle Bibbia TILC, che “spiega” che dobbiamo “vigliare”, dobbiamo mettere una guardia che controlli i nostri pensieri, perché da essi dipende quello che siamo, facciamo e viviamo.
“Vigila sui tuoi pensieri: la tua vita dipende da come pensi.” (Proverbi 4:23 TILC)
La vita (e la morte) per un credente si svolgono all'interno del “cuore”, sono in funzione di ciò che pensiamo; Gesù (non io, Marco) lo afferma:
“L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore tira fuori il bene, e l’uomo malvagio dal malvagio tesoro del suo cuore tira fuori il male; perché dall’abbondanza del cuore parla la sua bocca. (Luca 6:45)
Gesù dice che il tuo cuore può contenere due diversi prodotti: il bene e il male. Ti suona familiare? Ti ricorda di una storia tanto vecchia, messa nelle prime pagine della Bibbia? Leggiamo Genesi:
“Dio il Signore ordinò all’uomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai». (Genesi 2:16-17)
Ti sei mai chiesto, mai chiesta perché? Perché Adamo (e poi Eva, che ancora non c'era) non dovevano avere conoscenza del bene e del male? Sembra una contraddizione per delle creature libere!
Nei piani di Dio egli non aveva creato degli “automi”, degli essere programmati per fare SOLO il suo volere, il bene, ma degli esseri puri dal male, che si sarebbero volontariamente affidati a lui, e che avrebbero amato con tutto il loro cuore, colui che E' amore.
Sappiamo tutti come è andata a finire la storia; abbiamo fatto di testa nostra, abbiamo voluto avere conoscenza ANCHE del male, e abbiamo infranto un patto con il Padre, scegliendo il “male”... perché è più divertente!
Ma, c'è una maniera di “resettare” tutto, di eliminare il “bug”, la falla, l'errore di sistema: amare Dio con TUTTO il nostro cuore, capire che LUI solo è in controllo, che le SUE scelte sono le migliori possibili per me, anche se le altre sembrano a breve più divertenti.
Gesù dice che se il tuo cuore non ama Dio, allora quella mancanza d'amore è ciò che uscirà fuori, ciò che si vedrà nelle tue azioni quotidiane.
Mirare al cuore
La tattica, ora come allora, è rimasta la stessa:
“Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male».” (Genesi 2:4-5)
Secondo voi, se io volessi rendere “inattivo”, inutile un credente, a cosa mirerei per primo? Ma certamente! Al cuore! Fargli credere che ci sono più possibilità di quelle che ci mostra Dio! Minare la certezza che dica la verità! Mirare al cuore!
Ecco perché il comandamento di amare Dio "con tutto il cuore" è il primo della lista. Se il tuo cuore non ama Dio, se non ti fidi e non ti affidi, se lui non è al controllo di ciò che pensi se non c'è azione, strategia e coraggio, allora Gesù non farà differenza nella tua vita.
Mirare al cuore! Come? Basta sostituire Dio con cose che controllino la tua vita e il gioco è fatto.
Possono essere cose “cattive”, come quelle che Dio vedeva in Genesi 6 prima di mandare il Diluvio:
“Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo.” (Genesi 6: 5)
Oppure possono essere cose “buone”; puoi metterti una maschera e fingere. Puoi provare a imitare l'amore che non c'è in te. Puoi andare in chiesa, leggere tutte le Scritture pregare , cantare salmi, inni e canti spirituali.
Puoi fare beneficenza, aprire missioni in Africa, costruire ospedali... tutto buono, ma...
“Poiché io desidero bontà, non sacrifici, e la conoscenza di Dio più degli olocausti.” (Osea 6:6)
Gesù citerà proprio questo brano in Matteo dicendo:
“Se sapeste che cosa significa: “Voglio misericordia e non sacrificio”, non avreste condannato gli innocenti...” (Matteo 12:7)
Puoi fare tutte le migliori azioni, ma... ma senza un vero amore per Dio è tutto sterile.
Paolo dice:
“...infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati.” (Romani 10:10)
Il cuore serve ad ottenere la giustizia di Dio: tutti parte da lì. La bocca, senza che sia comandata dal cuore, è solo “aria”, finzione, “fake”, come ormai va di moda dire.
Per rendere “inutile” un credente non mi serve far altro che riempire il suo cuore di “altre cose” piuttosto che Dio.
Come posso proteggere il mio cuore?
Esiste allora un modo per proteggere il mio cuore? Per impedire a satana di attaccarlo, riempiendolo di altro che non sia Dio?
La risposta è: no... con le risorse umane., con la forza di volontà. Il versetto di Genesi 6: 5 (quello prima del Diluvio che abbiamo visto all'inizio), è il primo della Bibbia dove compare la parola “cuore” riferita alla volontà umana; e la prima volta non se ne parla come una cosa positiva.
Dio racconta a Geremia che:
“Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo?” (Geremia 17: 9)
Ed è per questo che ha provveduto una barriera che possa preservarlo: ce la spiega Paolo:
“...ed ha impresso su di noi il suo sigillo. Ha messo nel nostro cuore lo Spirito Santo come garanzia che apparteniamo a lui e come anticipo di tutto ciò che ci darà.” (2 Corinzi 1: 21-22 PV)
L'unico modo per amare Dio con tutto il nostro cuore è quello di lasciare che lo Spirito Santo lo riempia quotidianamente, affinché non ci sia spazio per altro.
Non ci sia Dio e... il mio lavoro Dio e... la mia famiglia, Dio e... le mie amicizie... Dio è... la mia preghiera.
Ma Dio NEL mio lavoro, nella mia famiglia, nelle mie amicizie, nella mia preghiera.
Se lo autorizzi a riempire il tuo cuore lui troverà la via per parlarti; attraverso sogni, attraverso la lettura della Bibbia, attraverso la sua voce quando preghi, attraverso fratelli e sorelle in Cristo che spesso inconsapevolmente ti parleranno di cose che solo tu pensi di conoscere, e che ti spingono a cambiare.
Conclusione
Per adempiere al Gran comandamento la prima parte della mia puntata “all in” è riempire il mio cuore di Spirito Santo, chiedere il suo intervento, seguire ciò che mi chiede di fare per svuotarlo dalle cose cattive del mondo e riempirlo della presenza di Cristo, per amare Dio con tutto il mio cuore.
Preghiamo.
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