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25 ottobre 2020

Guida tuo figlio sulla via di Cristo | 25 Ottobre 2020 |


I figli non sono nostri, ma sono una benedizione che Dio ci concede; spetta a noi crescerli facendoli consapevoli dell'amore che Cristo ha per loro.
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Tempo di ascolto audio/visione video: 23 min.

Qualche rapida spiegazione  per chi vede per la prima volta una “presentazione”.

Che cosa NON è la Presentazione

Non è “ un “battesimo asciutto”... senza acqua: Gesù ha detto prima di partire per tornare al Padre:

“Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate” (Matteo 28:19-20a)

Gesù ci chiede di fare discepoli, di rendere le persone consapevoli che lui è morto per liberarci dai nostri peccati  e per essere nostro mediatore presso il Padre e poi di battezzarli come un atto di obbedienza.

Davide Noah non può capire ancora tutti questo, e scegliere di obbedire a Gesù. Quando sarà cresciuto spetterà a lui decidere se e quando battezzarsi.

Ma la presentazione non è nemmeno una cerimonia di “inclusione”, con la quale diviene membro della chiesa;  anche questo spetterà a lui, se vorrà un giorno fa parte di questa o di qualsiasi altra comunità di credenti.

Che cosa è allora?

La presentazione esisteva ai tempi dell'Antico Testamento  dove i genitori si recavano al Tempio  (quello mobile nel deserto durante i quaranta anni nel Sinai, quello di Gerusalemme poi) ed offrivano un dono al Sommo Sacerdote come “riscatto” per il figlio o la figlia nata; era come ammettere che quel figlio non era loro, ma gli era stato affidato. Il Salmo 127 dice:

“Ecco, i figli sono un dono che viene dal Signore; il frutto del grembo materno è un premio.” (Salmo 127:3)

Giovanni e Bianca,  presentando oggi Davide Noah alla loro chiesa, stanno ammettendo che lui non è  una loro proprietà, ma gli è stato concesso da Dio in “comodato d'uso gratuito” come premio.

Persino Gesù fu presentato al Tempio:

“I genitori portarono Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore, perché sta scritto nella legge di Dio: "Se il primo figlio di una donna è un maschio, deve essere consacrato al Signore".  In tale occasione i genitori di Gesù offrirono il sacrificio stabilito dalla legge: un paio di tortore o due piccioni.” (Luca 2:22-24 PV)

Il battesimo è per chi crede in Gesù; la presentazione è per chi è consapevole che i figli non sono nostri, ma sono un dono ed una benedizione di Dio.

Al tempo di Gesù era il Sommo Sacerdote  a ricevere le offerte: sarò dunque io a ricevere le offerte di Bianca e Giovanni?

Assolutamente no! Ebrei afferma che:

“Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo.” (Ebrei 34:14)

Ora il nostro unico e Sommo Sacerdote è Gesù... Lui ci ha riscattati, non dobbiamo ancora più pagare pegno al Tempio! Da Giuseppe e Bianca non vogliamo certo piccioni o colombe... (magari una crostata di Bianca... quella si...  appena finisce l'emergenza Covid e torniamo a pranzare assieme).

Perché allora siamo qui oggi? 

Vedete,  ogni genitore prima o poi si rende conto  che essere genitori  non è un compito facile. 

Dobbiamo incoraggiarci a vicenda,  pregare gli uni per gli altri  e sostenerci a vicenda  in quei periodi di stress in cui i nostri figli  attraversano momenti diversi.  Non esiste una formula facile,  ogni bambino è diverso,  tutti abbiamo bisogno di imparare... E quanto è bello sapere che abbiamo amici cristiani  che pregano e ci sostengono davanti a Dio. 

Essere  buoni genitori non significa dire:  "Ho tutte le risposte  e sarò un genitore perfetto". 

Ma è dire:  "Non posso farlo da solo  e ho bisogno dell'aiuto dei miei fratelli e sorelle credenti... Potete pregare per noi? "

Bianca e Giovanni si impegnano oggi ad  aiutare Davide Noah  a crescere nella consapevolezza  che Dio esiste, che è un Padre buono, e che Gesù è suo figlio e che può essere il suo amico per la vita... se lo accetterà e lo seguirà. Allora sarà battezzato.

E' un compito difficile,  e noi come loro chiesa  promettiamo solennemente di aiutarli in questo.

Ho fatto già vedere in passato la foto di questa conca: 

Ormai non c'è più... L'ho buttata...  e devo dire che non è stato facile...

Non aveva alcun valore,  era solo una conca in plastica  comperata al supermercato, ma rappresentava qualcosa di speciale  tra me e i miei due figli quando erano ancora neonati.

I miei figli passavano gran parte della giornata ad essere accuditi dalla madre... ma la sera, tra le sette e le otto,  erano tutti miei!

Correvo  a casa dal mio lavoro, riempivo di acqua calda quella conca,  chiudevo la porta del bagno, prendevo mio figlio tra le mani  e lo immergevo in qualcosa di buono,  qualcosa di rassicurante, qualcosa che gli ricordava forse  il grembo di sua madre.

E mentre le mie mani  lo sostenevano nell'acqua  ci scambiavamo lunghi sguardi pieni d'amore.

In quei momenti io ero  il suo sostegno,  l'amore,  e il benessere.

A molti genitori piacerebbe  continuare per sempre questo tipo di rapporto, essere indispensabili (la nostra cultura italiana ci aiuta molto in questo).

Ma purtroppo, o per fortuna,  i figli crescono (e i genitori invecchiano), le conche si rompono, e non basta più l'acqua calda  e una mano sotto la testa...

Arriverà un momento in cui  il ricordo della conca sarà lontano, sarà, appunto, un ricordo, e noi genitori non potremo più essere il sostegno l'amore, il benessere. Non l'unico e non il più importante.

Quale mano sorreggerà i nostri figli nel fluido della vita, quando non sarà più  un liquido caldo e rassicurante? (Vi pare un fluido caldo e rassicurante la vita di oggigiorno?)

Quale “conca” troveranno per essere caldi, protetti, al sicuro? Quale sguardo li fisserà per trasmettere loro amore?

Bianca e Giovanni vogliono oggi fornire a Davide Noah  un'“altro ” tipo di mano,   un “altro” tipo di conca  e un altro sguardo d'amore...

“Signore, tu mi hai esaminato e mi conosci.  Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu comprendi da lontano il mio pensiero.  Tu mi scruti quando cammino e quando riposo e conosci a fondo tutte le mie vie.  Poiché la parola non è ancora sulla mia lingua, che tu, Signore, già la conosci appieno.  Tu mi circondi, mi stai di fronte e alle spalle e poni la tua mano su di me.” (Salmo 139:1-5)

Viviamo in un mondo relativista, dove credere in qualcosa o in qualcuno  non è così importante;  l'importante è credere in noi stessi:  “Tanto ce la faccio da solo.”

Oppure dove basta credere a qualsiasi cosa,  filosofia o religione, è una via verso la sommità di un monte dove siede “qualcosa” di molto potente,  tanto fa lo stesso. 

Quella di Bianca e di Giovanni  è una grande sfida. Ma Gesù ha detto:

“Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” (Giovanni 14:6)

Tu potresti dirmi: “Allora Marco, tu vuoi che Davide diventi della stessa religione tua  e di Bianca e Giovanni, perché pensi sia la migliore, vero?”

Io ti rispondo che poco mi importa di che religione diventi. Se mi chiedete quale sia la migliore religione potrò elencarvene svariate che sono molto più belle,  piene di riti, profumi, vesti colorate, meditazioni, diete...

Tutte molto più affascinanti del cristianesimo che indicano una via per l'oggi, che appagano la nostra ansia. Ma tutte hanno un limite: sono per “l'oggi”, e appagano  noi stessi.

La via che Bianca e Giovanni hanno deciso di seguire e sulla quale vogliono accompagnare Davide Noah, non è quella di una religione, ma quella di un rapporto con qualcuno mandato dal Padre che  è sostegno (la mano!) è protezione (la conca!) ed è sguardo d'amore.

L'apostolo Paolo afferma:

“...l'amore non verrà mai meno...”.  (1 Corinzi 13:8 PV)

La religione può deludere, gli uomini che la seguono anche (quello è matematico). Ma l'amore di Cristo,   quando hai un rapporto personale con lui, quello non verrà mai meno,

In tanti proveranno a convincere Davide Noah che lui è un caso,  e  che nulla esiste oltre se stessi. Oppure che che una filosofia o l'altra  una religione o un'altra, tutto va bene ugualmente, l'importante è che ci credi davvero.

Spetta a Bianca e a Giovanni di fargli vedere quale differenza fa nella loro vita la relazione che hanno con Gesù.

E' per questo che Bianca e Giovanni lo presentano a Dio che lo conosce già, perché lo ha creato, chiedendo il suo aiuto 

E' per questo che noi, come loro chiesa ci impegniamo oggi a sostenerli  in quella che è e sarà una battaglia, in preghiera, in atti, in testimonianza, in amore verso Davide e verso i suoi genitori.

Nonostante tutto, arriverà un giorno dove Davide  Noah dovrà decidere da solo, se la via dove lo hanno accompagnato Bianca e Giovanni è anche la sua.

Non dovrà scegliere tra “la religione di mamma e papà” e qualche altra, filosofia o religione, o il  niente;  ma dovrà decidere se ne vale la pena di avere un rapporto personale con Cristo.

Se deciderà che ne vale la pena potrà lui stesso diventare acqua che conforta,  braccio che sostiene  e sguardo d'amore per altri.  Sarà chiamato ad esserlo.

Noi oggi lo presentiamo a Dio,  che lo conosce bene,  pregando per lui e per i suoi genitori affinché possiamo un giorno sentirlo dire queste parole:

“Poiché tu sei la mia speranza, Signore, Dio; sei la mia fiducia sin dalla mia infanzia. Tu sei stato il mio sostegno fin dal grembo materno, tu m’hai tratto dal grembo di mia madre; a te va sempre la mia lode.” (Salmo 71:5-6)

Preghiamo

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