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18 ottobre 2015

Come vedi la tua chiesa? | 18 Ottobre 2015 |

Qual'è stato il primo impatto che hai avuto con la chiesa che frequenti ora? E come vorresti che apparisse agli altri? Ma, soprattutto, cosa sei disposto a dare alla tua chiesa perché possa essere un tralcio che porti frutti a Dio?
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Nei due precedenti messaggi abbiamo parlato prima della storia della nostra chiesa, poi di cosa significa “essere una chiesa”. Oggi vogliamo parlare di che tipo di chiesa vogliamo essere.

E lo faremo attraverso tre diversi momenti,
ma soprattutto vogliamo parlare assieme di quello che siamo e che vogliamo essere nel futuro.

Iniziamo con Janet che vuole raccontarci la storia  di un albero...

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Qualche tempo fa ho fatto un ritiro assieme ad altre amiche. Nel giardino della casa che ci ospitava c'era un grande albero di castagno. L'albero non se la passava molto bene, anzi era quasi morto; l'edera l'aveva completamente attaccato, e si vedeva che non sarebbe sopravvissuto ancora a lungo.

Ma. proprio accanto al vecchi albero, ce n'era uno nuovo, figlio di quell'albero malato. Era giovane, sano, e aveva già quasi raggiunto l'altezza del vecchio.

Era chiaro che, nel breve tempo, il nuovo albero con la sua forza e la sua gioventù, avrebbe sostituito il vecchio.

Ho riflettuto, e mi è parsa evidente l'analogia con la nostra chiesa, e la "nuova nascita" che avremo da dicembre in poi: nuovi locali, nuove perone, nuova vita.

La nostra chiesa è ormai "vecchia" di undici anni; ha visto momenti belli, ma anche momenti bui. Molti dei membri che frequentavano all'inizio hanno abbandonato, per vari motivi, ma latri, nuovi, si sono aggiunti.

IL Signore mi ha messo in cuore un versetto:

“Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.” (2 Corinzi 5:17).

L'occasione che abbiamo con la nuova sala, e i nuovi membri, è la stessa che ha il nuovo albero: c'è nuova linfa, nuova vita, il passato è passato. Davanti a noi abbiamo un orizzonte nuovo e radioso!

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Chi siamo come chiesa?


  • I) Il nostro nome


Quando abbiamo piantato la chiesa a Montefiascone, abbiamo proposto più nomi. Quello che ci è piaciuto di più è stato "Chiesa della Vera Vite"; era legato alla tradizione del luogo (Montefiascone è famoso per il suo vino e le leggende ad esso collegate), ed era simbolico per la chiesa che stavamo piantando.

La vite è una pianta forte e fragile allo stesso tempo.  E’ forte, perché riesce a resistere agli inverni più duri, alla siccità, ai parassiti;  tronchi ancora vivi di viti li puoi trovare un po’ dovunque nelle nostre campagne abbandonate.

Ma la parte fragile soni i tralci; hanno bisogno di sostegni a cui aggrapparsi, di cure per non essere attaccati dai parassiti o di reti protettive per non essere danneggiati dalla grandine. Il tronco di una vite non è bello (Gesù, come dice Isaia, "Non aveva forma né apparenza"), ma la parte importante è che dà sostegno e linfa a favore dei tralci affinché portino frutto.

Nella vita molti di noi hanno cercato innumerevoli “tronchi”, fino a trovare l’unico che potesse dare il sostegno e la potenza di portare buoni frutti;  questo è il “tronco” :

Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo.  Ogni tralcio che in me non dà frutto lo toglie via, e ogni tralcio che dà frutto lo pota affinché ne dia di più.” (Giovanni 15:1)


  • II) Il nostro scopo


1) Dimorare

La vite dà ai tralci il sostegno per reggersi e la linfa per crescere, ma i tralci DEVONO portare frutto.
E Dio aiuta ogni tralcio che dà frutto a portane di più.

Come?

“Io sono la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto, poiché senza di me non potete far nulla.” (Giovanni 15:5)

Senza Gesù dentro di noi, non possiamo fare “poco”: non possiamo fare “nulla” Per portare frutto dobbiamo “dimorare” in Gesù.

Il verbo “dimorare”” significa “abitare permanentemente in un luogo”. Quando si pianta un albero coltivato in un vivaio si dice che lo mettiamo “a dimora”, lo poniamo in un punto da dove non verrà mai più smosso

Per cui lo scopo della nostra chiesa è far si che le persone che la frequentano “abitino stabilmente” in Gesù.

2) Andare

Ma Gesù non ha detto solamente che dobbiamo abitare “stabilmente” in lui:

Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto rimanga.” (Giovanni 15:16a)

“Dimorare” era un verbo “statico”, “andare” è un verbo “dinamico”. Bisogna “andare”: c'è movimento. Gesù non dice “perché rimaniate in chiesa ”.

La chiesa non è un posto dove “venire” e “rimanere”, ma un posto dove “venire” e “andare”. Andare a fare cosa?

3) Portare frutto

Il fine del “dimorare” non è la soddisfazione dei membri di chiesa, ma la gloria di Gesù. Come diamo gloria a Gesù?

“Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto rimanga.” (Giovanni 15:16a)

Gesù ha “investito” su di te, ti ha “scelto”, ti ha “scelta” con uno scopo specifico: portar frutto. Quale frutto?

“Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola:  che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi siano in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.” (Giovanni 17:20-21)

Il frutto è “altri che adorino Dio”

4) Rimanere

Ora Gesù dimora in noi, con lui andiamo nel mondo e portiamo frutto facendo altri discepoli.

Che ne è di questo frutto?

“Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto rimanga.” (Giovanni 15:16a)

Il frutto si chiama “chiesa locale”, questa chiesa!

Tutto questo lo abbiamo sintetizzato nel nostro “motto" di chiesa.

"Noi esistiamo per  amare Dio presentandoci come veri adoratori e godendo un rapporto intimo e gradevole con Lui,  e per  amare gli altri, portandoli a conoscere la gioia della salvezza in Gesù, accogliendoli nella famiglia spirituale della chiesa, aiutandoli a sviluppare il loro rapporto con Dio ed equipaggiandoli a servire e a testimoniare."


  • DIMORARE

Noi esistiamo per  amare Dio presentandoci come veri adoratori e godendo un rapporto intimo e gradevole con Lui 


  • ANDARE

e per  amare gli altri, portandoli a conoscere la gioia della salvezza in Gesù,


  • PORTARE FRUTTO

accogliendoli nella famiglia spirituale della chiesa, aiutandoli a sviluppare il loro rapporto con Dio


  • RIMANERE

ed equipaggiandoli a servire e a testimoniare.

Tutto questo, tuttavia, non può essere fatto da “pochi” eletti, ma deve essere fatto da “tutti gli eletti”, da “tutti i tralci”.

Ognuno ha una parte in questa chiesa, e non esiste parte più utile o parte meno utile, un corpo si muove bene se TUTTE le parti si muovono! Provate a correre senza muovere le braccia...  è difficile, e si rischia di finire per terra.

Ad esempio, la mia parte in chiesa può sembrare “più importante” delle altre, perché è più evidente.




Ma quando tu durante la settimana stai testimoniando Gesù ad un amico, o quando stai aiutando qualcuno in difficoltà, quando inviti qualcuno al culto, o quando pulisci la sala, o quando provvedi il pane e il vino per la santa cena, o quando accogli il piccolo gruppo a casa tua, o quando prepari la scuola domenicale o quando... e l'elenco potrebbe proseguire...

Quando tu eserciti un dono che Dio ti ha dato affinché porti frutto, tu stai permettendo che il corpo funzioni bene, che il mio dono possa essere esercitato, e che Dio ne tragga gloria.

I fogli che avete compilato come gruppi sono FONDAMENTALI affinché la nostra chiesa, che oggi festeggia l'11° compleanno possa dimorare, andare, portare frutto e rimanere tutto per la gloria di Dio.


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