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04 ottobre 2009

Da schiavi a liberi in Cristo | 4 Ottobre 2009 |


A cosa pensate quando udite la parola “libertà”? Quale è l'associazione mentale che più rapida vi sovviene nella mente?

Sapete, non so se capita soltanto a me, ma quando sento la parola libertà, la prima cosa a cui penso non è la situazione delle donne senegalesi portate come schiave in Italia, e neppure la situazione politica in Nepal.

Sapete cosa penso: “Mi piacerebbe essere libero dallo scrocchiarmi le dita”!
Quanti come me pensano a qualcosa di molto personale? Qualcosa da cui non riusciamo ad essere liberi per quanto ci sforziamo.

Possono essere piccole cose, come il mio “scrocchiarmi le dita”, oppure cose più difficili da cui liberarsi, dovute forse al nostro passato. Cose che ci hanno fatto del male o che continuano a farcelo ancora oggi. Cose che ci frenano...

Oggi voglio parlarvi proprio di dove e di come possiamo trovare la libertà nella nostra vita.

Quando si parla di libertà,, c'è un libro nella Bibbia, ed esattamente nel Nuovo Testamento, di cui non possiamo fare a meno; sto parlando della Lettera di Paolo ai Galati.

Alcuni lo hanno chiamato “l'inno alla libertà” poiché in nessun altro libro della Bibbia se ne parla così ampiamente. In appena 6 capitoli Paolo usa le parole “libero/liberi/liberati/libertà” ben undici volte. Il libro di Galati è lo stesso tramite cui Dio parlò a Martin Lutero, facendogli vedere ben chiara la salvezza per fede e non per opere, spingendolo verso quella rivoluzione del cristianesimo che portò alla Riforma Protestante.

In un certo senso leggere la lettera ai Galati (che non è una città, ma una regione con numerose ed importanti città che ora fanno parte della Turchia) è come entrare in un grande magazzino posto su tre livelli, ciascuno dei quali ci parla in una maniera diversa di Gesù.

Immaginatevi di entrare nel parcheggio e di entrare l'ascensore spingendo il primo piano;

  • siete stati liberati”: si aprono le porte e quello che troviamo è la storia di quando i Galati hanno conosciuto Gesù grazie a Paolo; (capitoli 1 e 2);
  • perché siete stati liberati per Grazia”: spingiamo il pulsante e arriviamo al secondo piano, e troviamo il come, sono stati liberati da Cristo solo, solo per Grazia e non per opere (capitolo 3 e 4);
  • ora vivete nella sua fede”: l'ultimo pulsante dell'ascensore ci porta a scoprire il perché sono stati liberati per camminare liberi in Cristo.

Paolo stava lottando contro un'abitudine molto comune tra i credenti di tutte le età e di tutti i secoli. Quella di restare dentro la propria cella una volta che qualcuno ti ha aperto le sbarre.

Talvolta la libertà può spaventare; siamo così abituati alla nostra vita da prigionieri (del peccato, dei risentimenti, dei dolori) tanto da avere paura di quello che sarà di noi una volta usciti dalla nostra cella .

Paolo infatti dice questo:

“Cristo ci ha liberati perché rimanessimo liberi; resistete dunque e non vi lasciate sottoporre di nuovo alla schiavitù della legge” (Galati 5:1 VP)

SE credi in Cristo, sei libero: la porta della cella è aperta, le sbarre non sono più un limite, ciò che devi fare è lasciare l'oscurità e camminare nella luce.

Ma, qualcuno che legge bene il versetto, potrebbe dirmi: “Paolo mi dice di resistere; allora, sai cosa farò? Farò una bella lista di tutto quello a cui dovrò resistere: tentazioni, cattive abitudini voglia di farmi giustizia da solo e così via...

Se fate questo, significa che non avete ancora compreso cosa significhi “resistere” per un credente. Perché non c'è nulla che io possa fare per lottare contro i miei peccati, contro le mie tendenze, contro le mie tentazioni.

Non è quello che posso fare IO, ma è quello che Gesù ha già fatto. Come resisto dunque per difendere la mia libertà? Resisti “in Cristo”

Paolo afferma questo un Colossesi:

"Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. In lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati." (Colossesi 1:13-14a)

La parola “in” che usa Paolo è il greco “en”, che significa “all'interno, dentro”: è stando “dentro” Gesù, che abbiamo i nostri peccati perdonati, è stando dentro Gesù che possiamo resistere; siamo circondati da una rocca che ci protegge, o per dirlo con le parole di Davide:

“Il SIGNORE è la mia ròcca, la mia fortezza, il mio liberatore; il mio Dio, la mia rupe, in cui mi rifugio, il mio scudo, il mio potente salvatore, il mio alto rifugio." (Salmo 18:2)

Ma come posso dunque “resistere in Cristo”? Come posso fare di lui la mia rocca? C'è qualcosa che devo fare, una preghiera che devo pregare, un pellegrinaggio che devo fare per poter “resistere in Cristo” e non elle mie forze?

Mi spiace, non esiste una preghiera, un rito, un pellegrinaggio che possa darti quella protezione di cui hai bisogno: resistere in Cristo non viene da se, ma tramite il tuo impegno.

Ci sono azioni da fare, verbi da obbedire, organi da utilizzare... insomma c'è da lavorare. Sono tre verbi, uno per ciascuna parte del tuo essere; uno per la tua mente (la ragione), uno per il tuo cuore (il sentimento) e uno per il tuo fisico (l'azione).

1. Affidarsi
"Lo Spirito del Signore è sopra di me; mi ha consacrato per evangelizzare i poveri; mi ha mandato ad annunciare la liberazione ai prigionieri, e il recupero della vista ai ciechi; per liberare gli oppressi dai loro oppressori” (Luca 4:18 VP)

La prima cosa da fare riguarda la nostra mente, la nostra intelligenza: affidarsi, avere fiducia in una persona; non una verità, non un principio, neppure la Bibbia, ma una persona, Gesù Cristo.


Avere fiducia che lo scopo di Gesù non era quello di riportare le persone a seguire le regole di Dio, né dare nuove regole da seguire né tanto meno quello di punire i “cattivi”, ma quello di dare libertà ai prigionieri, a me e a te.

Avere fiducia che lui ha realmente pagato sulla croce tutti i miei ed i tuoi peccati, avere fiducia che egli vuole davvero avere un rapporto personale con me e con te.

Affidarsi al suo amore che paga vita per vita, pur di averti assieme a lui per sempre.

2. Dimorare
“Se dimorate nei miei insegnamenti, siete davvero miei discepoli; così conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". (Giovanni 8:30-32 VP)

La seconda cosa da fare riguarda il nostro cuore, in che cosa lo riponiamo. Gesù ci dice che saremo liberi se conosciamo la verità, e che per conoscere la verità dobbiamo “dimorare” nei suoi insegnamenti, dobbiamo mettere il nostro cuore nello studio di essi.

C'è una cosa da sottolineare su questo: dimorare negli insegnamenti di Gesù non a a che fare col venire in chiesa tutte le domeniche, e neppure col leggere ogni giorno un versetto della Bibbia.

Dimorare nell'insegnamento di Gesù è “stare dentro” applicare, mettere in pratica quello che abbiamo sentito la domenica o che abbiamo letto durante la giornata; è una costante attitudine quotidiana; è mettere le mie speranze, i miei sogni, i miei problemi sotto il suo controllo.

Se faccio questo, quello che ho come premio è qualcosa di stupendo:

“Dimorate in me, e io dimorerò in voi.” (Giovanni 15:4)

Se affidiamo a Gesù la nostra vita, allora lui diviene il nostro pilota; sarà lui a dirigerla, a prendere le decisioni più delicate, a impostare le curve più pericolose.

3. Dare

“Andate e annunciate loro che il Regno dei cieli è vicino. (...) Date gratuitamente, così come avete ricevuto” (Matteo 10:7-8 VP)

La terza cosa da fare riguarda le nostre azioni, quello che ne facciamo di ciò che Gesù ci ha dato.

Perché, vedete, se provo di tenere per me la libertà che Gesù mi ha dato, è come se mi stessi creando una nuova prigione da solo, perché sto impedendo a me stesso di trasmettere la Grazia che gratuitamente mi è stata data; faccio come quei bambini ai quali viene regalato un nuovo gioco per il quale servono più di una persona, ma non vuole che nessuno lo tocchi perché “è mio!”.

Uno dei segnali che fanno capire se una persona ha compreso la sua libertà in Cristo sta nel modo in cui condividono le loro benedizioni con gli altri, perché se hanno compreso che ciò che hanno ricevuto è un dono e che quel dono non potrà mai esaurirsi, allora sono generosi, danno liberamente, perché sanno che non gli serve di “fare la scorta” per garantirsi la sopravvivenza. Perché hanno capito che essa non dipende da loro stessi, dalle loro capacità o dalla loro riserva, ma dalla grazia liberamente elargita da Gesù ai propri figli.

Resistere in Cristo è perciò una processo che comporta tre azioni:

  • affidarsi
  • dimorare
  • dare.

Tutto questo è una buona notizia; non devo resistere solo, anzi non sono io che deve resistere, perché c'è chi lo fa per me... ma c'è un ultima cosa da fare, perché tutto il resto non vada perduto:

4. Allenarsi

Commentando Galati, Lutero diceva questo: “La nostra coscienza deve essere allenata a fare affidamento sulla libertà acquistata per noi da Gesù Cristo”.

Per circa 10 giorni non sono andato ad allenarmi con la mia squadra; venerdì sono andato di nuovo, ed è stato uno degli allenamenti più massacranti abbia mai avuto...per il solo fatto che ero stato fermo 10 giorni!

Essere costantemente allenati, questo è il segreto per non essere mai affaticati nel nostro cammino con Gesù.

Perché, se dimentichiamo di allenarci nell'essere consapevoli che non dobbiamo fare affidamento su noi stessi, ma su Gesù, ben presto torneremo a vole fare con le nostre proprie forze.
E questo è naturale, perché cresciamo in un mondo ed in una società dove sin da piccoli ci viene insegnato che dobbiamo essere autosufficienti.

E se facciamo affidamento su noi stessi, allora siamo nei guai, perché Satana ti metterà davanti tutti i modi sbagliati per poterti sentire libero.

Rifletti su una cosa: prima di conoscere Gesù, molti di noi hanno fatto “di tutto, di più” per sentire che “eravamo liberi”: droga, sesso, alcool...

“Vedi quanto sei libero!” dice lui: è una bugia vecchia quanto il mondo:

“Il serpente disse alla donna: "No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male". (Genesi 3:4-5)

“Ti si apriranno gli occhi, ... sarai come colui che è più libero di tutto...sarai come ...Dio!!!”... BUGIARDO!!! Da quel momento in poi si sono spalancate le porte di una prigione chiamata peccato.

Chi è stato nella schiavitù delle dipendenze e del peccato ed è stato salvato da Gesù può dirti che quello che Satana di sussurra all'orecchio, dicendoti “vedi, sei libero, fai tutto quello che vuoi”, è una bugia agghiacciante.

Ma, attenzione, perché anche dopo salvati, anche dopo aver creduto in Gesù, Satana continua a sussurrati cosa devi fare: “ Devi andare tutte le domeniche in chiesa, devi pregare questo, devi fare le buone azioni”...

Tutte cose vere, direte; si, ma che diventano ancora una volta una schiavitù se le faccio non come risposta all'amore di Cristo, ma per “guadagnare” il suo amore. Buone cose, fatte con un cuore sbagliato, spalancano le porte di una prigione che solo apparentemente è “santa”, chiamata “legalismo religioso”.

E' per questo che devo allenare costantemente la mia coscienza nella verità che la mia libertà non è opera mia, ma è opera di Cristo; che non l'ho guadagnata, ma mi è stata data gratuitamente.


Paolo scrivendo ai Galati li stava ammonendo proprio di questo, stava dicendo loro “state sbagliando, fate cose buone per i motivi sbagliati, ricordatevi che siete liberi IN Cristo, e IN Cristo solamente”.

Ma Paolo parla anche a noi oggi, e ci afferma, con la stessa forza e lo stesso amore, di avere fiducia in Gesù, di dimorare il lui, e di dare agli altri gratuitamente quanto anche noi abbiamo ricevuto gratuitamente....e di non smettere mai di farlo.

Preghiamo:

Caro Gesù, tu ci hai detto che la verità ci farà liberi se dimoreremo in te. Ma tu mi conosci, conosci come sono fatto e quanto sia facile per me tornare sui miei passi affidandomi alle mie forze.

Aiutami a vedere chiaramente le aree della mia vita dove sto tentando di fare da me. Aiutami a smettere di avere fiducia nelle mie capacità di risolvere i miei problemi, ma di darli a te, avendo fiducia che tu mi ami e che sai condurre la rotta della mia vita molto meglio di me.

Aiutami ad avere fiducia ogni giorni in te, a dimorare ogni giorno nella tua parola, e a dare agli altri gratuitamente così come gratuitamente ho ricevuto.

Ed aiutami a non mollare neppure un giorno di allenamento in questo.

Farò questo, mio Signore, non per guadagnare il tuo amore, ma come risposta al tuo amore per me. Quell'amore che ti ha portato su una croce al mio posto.


Amen.
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