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05 febbraio 2023

Il Leone e l'Agnello | 5 Febbraio 2023 |

Come è possibile che un leone divenga agnello? E perché dovrebbe farlo? Gesù l'ha fatto per noi, per lavarci col suo sangue... E per darci l'esempio di avere il coraggio di un leone e la mitezza di un agnello per parlare al mondo di lui.
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Predicatrice: Lucia Pedoto
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Tempo di lettura: 9 minuti
Tempo di ascolto audio/visione video: 17 minuti

Cominciamo con questa immagine di un leone e un agnello assieme. Spero e penso che questo sia un fotomontaggio perché quel povero agnellino non credo che avrebbe fatto una bella fine lì davanti a questo bel leone maestoso. 


In questa  foto ci sono questi due animali così diversi fra loro;  possiamo dire che in comune  hanno solo le quattro zampe, e basta Se pensate al leone, che caratteristiche ha un leone? Grande, potente, feroce... Quali sono invece le caratteristiche dell'agnello? Come ve lo immaginate? Indifeso,  piccolo rispetto al leone.

La nostra Bibbia parla di questi due animali:

“Un giovane leone è Giuda: dalla preda, figlio mio sei tornato; si è sdraiato, si è accovacciato come un leone e come una leonessa; chi oserà farlo alzare? Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l’obbedienza dei popoli.” ( Genesi 49:9-10)

Qui è Giacobbe che parla a Israele e sta benedicendo i suoi 12 figli che sono le12 tribù che poi conosciamo nella Bibbia; vengono nominate più volte e questa è la parte in cui benedice Giuda.

Gli dice:”Sei un leone,  un leone che si stabile nessuno potrà smuoverlo, non sarà tolto lo scettro a Giuda né il bastone del comando.” Chi è che ha lo scettro? Un re, e da Davide in poi tutti i re che sono stati i re ufficiali che ci ha avuto Israele sono discesi tutti dalla tribù di Giuda.

Questo di cui parla Genesi poi si è riscontrato nei secoli a venire. È vero, nessuno più ha potuto togliere lo scettro a Giuda,  fin quando poi arriverà colui al quale esso al appartiene, fin quando non arriverà Gesù; noi sappiamo che Gesù è discendente di Davide e di Giacobbe.

Quindi immaginiamoci questo leone fiero. Pensate di essere nella foresta e il leone è il nostro re; siamo al sicuro, lui è fiero, è potente, è coraggioso,  tutti lo temono, possiamo stare tranquilli.

Questo è il nostro Gesù,  un leone,  un re che ci protegge... Però, se andiamo avanti a leggere nella Bibbia, troviamo anche queste parole:

“Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l’agnello condotto al  mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca.” (Isaia 53:7)

“…sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma con il prezioso Sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia.” (1 Pietro 1:18-19) 

Che è successo? Che è successo al leone? Immaginatevi un leone possente che si fa catturare, fermo silenzioso si fa legare, si fa frustare, si fa a uccidere senza muoversi. Qui non abbiamo più il leone... ma al suo posto abbiamo l'agnello.

Quanto sono diverse queste due figure? Vi immaginate l'agnello che va a dominare nella savana, che tutti lo rispettano, e quando passa lui tutti tremano, “Guai a voi, ha parlato l'agnello!”?

Parliamo sempre di Gesù come leone e come agnello ma non mi ero mai soffermata su queste due caratteristiche; come può una persona essere descritta allo stesso tempo come agnello e come leone? Come  fa un leone a diventare agnello, e  un agnello a diventare leone? 

E allora dobbiamo fare un salto da Genesi e passare ad Apocalisse; lì ci viene spiegato perché. 

Immaginiamoci Giovanni: vive in un'isola del Mar Egeo che sta portando la Parola. Viene rapito dallo Spirito del Signore e si trova davanti un trono che sta nel Cielo. 

Immaginatevi la  scena: su questo trono c'è Dio, intorno ventiquattro  troni più piccoli dove sono seduti gli anziani, davanti a loro un mare di cristallo, e davanti a questo trono Giovanni timido,  intimorito;  io mi immagino la sua ansia.  

E poi, quattro creature, con occhi avanti e dietro;  un libro nella mano destra  di Dio dove c'è scritto dentro e fuori con sette sigilli; una scena che neanche Hollywood avrebbe saputo disegnare  meglio e immaginare meglio. E questi anziani e queste creature che lodano il Signore e che si inchinano;  poi si cerca qualcuno, qualcuno che possa aprire questo libro perché nessuno  lo può aprire, non si può neanche guardare,   soltanto chi è senza macchia, senza peccato lo può fare.

E allora Giovanni si inginocchia e scoppia a piangere perché nessuno può aprire questo libro; tutta questa scena, tutta questa grande adorazione... E poi non si trova nessuno che apra questo libro. Giovanni è disperato, piange:

“Uno degli anziani mi disse:”Non non piangere; ecco, il leone della tribù di Giuda, il discendente di Davide, ha vinto per aprire il libro e i suoi sette sigilli” (Apocalisse 5:5)

Immaginatevi  come si è rincuorato Giovanni: “Meno male,  hanno trovato qualcuno,  il leone!”. Io penso si sarà girato per vedere il leone che arriva; intanto i ventiquattro anziani che lodavano il Signore e le creature  si inginocchiano per questo leone... e poi il leone è arrivato! Leggiamo il versetto successivo:

“Poi vidi, in mezzo al trono e alle quattro creature viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello in piedi, come immolato, e aveva sette corna e sette occhi, che sono i sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra. Egli venne e prese il libro dalla destra di colui che sedeva sul trono. Quando ebbe preso il libro, le quattro creature viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all'Agnello, ciascuno con una cetra e delle coppe d'oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi.  Essi cantavano un cantico nuovo, dicendo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione,  e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra».” (Apocalisse 5: 6-10)

E' arrivato il leone! E invece, chi è arrivato? E' arrivato l'agnello!  Ma come? Gli anziani gli hanno detto sarebbe arrivato un leone potente, che solo lui poteva aprire il libro? E invece arriva un agnello; e questo agnello come era? Candido,  pulito, fresco,  appena pettinato con tutti i ricciolini di lana?  No, aveva i segni della morte, della sofferenza...però era vivo.  Era vivo!  Sì è morto,  sì ha sofferto, ma era vivo! 

Trovo che  la Bibbia ha tanti passi meravigliosi, ma credo che questo sia  uno di quei passi dove veramente ti fa dire:”Caspita che Dio che ho! Come si fa a non credere in un Dio così?”  E lo sapete perché il leone è l'agnello o e l'agnello è il leone? Il leone si è conquistato il titolo di re perché si è abbassato ad essere un agnello, perché si è spogliato di tutta la sua maestosità, del suo potere della sua forza. 

Noi a volte ci innalziamo perché chissà chi ci crediamo di essere; lui si è spogliato, e come un agnello mite, mansueto e indifeso si è fatto uccidere per noi; perciò Gesù è il leone e agnello, è primo e ultimo, è sangue intenso rosso ma che lava e pulisce e sbianca. 

Gesù è morto ma è una morte che salva e dà la vita; se non è perfezione questa! E' perfetto in tutto,  è l'alfa e l' omega,; in lui c'è tutto, possiamo trovare qualsiasi caratteristica.

E noi? Vi ricordate di Efesini 5: 1 lo diciamo spesso questo versetto:

“Siate dunque imitatori di Dio, come figli amati...” ( Efesini 5: 1 a)

Che facciamo noi, come ci posizioniamo in questa storia? Come possiamo essere leone e agnello in questa società? Se siamo nati in questo periodo e in questa società è perché noi qui dobbiamo essere devoti all'Agnello; qui potremmo parlare giorni e giorni, ore ed ore,  ci sono tantissimi  versetti nella Bibbia che ci dicono di come possiamo essere leoni e agnelli. Ne parleremo nel dettaglio un'altra volta, però adesso è giusto che ci riflettiamo qualche minuto, perché così possiamo mettere in pratica da subito, da quando usciamo da qui, quello che abbiamo imparato oggi sul nostro Signore:

“Ecco, vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Matteo 10:16)

Non avevo mai fatto caso di quanti animali si parli nella Bibbia!

”Andate  dunque  e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome  del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.” (Matteo 28:19)

”Non ti prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.” ( Giovanni 17:15-16)

E qui è Gesù che parla! “Vi mando... Andate..”  Non è un : “Ragazzi se fate quattro chiacchiere con la gente...”. Ma è :“Andate! Io vi  mando, io, il Signore!”  Qui Gesù dice ala Padre di non toglierci dal mondo ma di aiutarci perché il maligno ci attaccherà;  più cerchiamo di farci forza e più ci succede di tutto. Il maligno ci attaccherà;  ma che abbiamo noi?  Abbiamo Gesù che sta pregando per noi e ha cominciato da tempo e tempo. 

È così che dobbiamo essere; pecore, agnelli, dobbiamo stare nel mondo, dobbiamo stare in mezzo alla gente. Magari anche facendo due chiacchiere con la cassiera che ci sta passando il conto, oppure con chi è prima di noi nella fila al supermercato o magari con qualcuno al bancone dei surgelati.  Una parola ai nostri amici,  ai nostri parenti, ai nostri colleghi di lavoro. Certo Adesso ci sono anche i social, e perché no, magari si può parlare con la gente anche attraverso i social.  Ma per stare nel mondo, per mischiarsi con il mondo, bisogna essere leoni per farlo.

Mettersi in gioco, amare gli altri; bisogna essere coraggiosi per farlo, perché spesso sappiamo che diamo il nostro amore agli altri, che diamo la nostra disponibilità, ma la maggior parte delle volte non ci viene dato niente in cambio. Quante volte siamo stati delusi e feriti da qualcuno,  e ti viene da dire: “Io non faccio più niente per nessuno”; è lì che dobbiamo essere leoni ruggenti, con coraggio. Continuare a mischiarci a darci agli altri... però come agnelli,  umili, pronti  ad ascoltare.

Spesso le persone hanno solo bisogno di raccontarsi; perché abbiamo mille modi per comunicare, WhatsApp, Facebook Instagram,  Skype Google Meet,  i più giovani  Tik Tok … Si può comunicare in mille modi,  ma la maggior parte della gente è sola, non parla con nessuno. 

Quindi siamo umili, ascoltiamo gli altri, confortiamoci con gli altri.  Diamo sempre una parola positiva, lasciamo magari il nostro posto se serve a qualcun altro, che noi poi possiamo farne almeno. Cerchiamo di non averla  sempre vinta, lasciamo anche correre; immoliamoci  per gli altri per amore di Gesù,  perché lui l'ha fatto per noi.

Riassumendo: andiamo nel mondo, stiamo con gli altri, troviamo sempre l'occasione per poter parlare con gli altri per poterci mettere a disposizione come coraggiosi leoni. Portiamo la parola

del Signore anche quando sappiamo già che ci snobberanno, non ci staranno a sentire. Quello non ci deve interessare; facciamolo. 

E spogliamoci, come agnelli, sacrificando noi stessi per gli altri.

Amen.

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