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Oggi è la terza domenica di Avvento, e quella che ci rammenta la Gioia. L'angelo aveva detto ai pastori:
"Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore.” (Luca 2 10:11)
Da dove proviene la gioia nella nostra vita? Quali eventi ci recano gioia, e quali ce la tolgono?
Parlando di Giona, penso che vedere una intera città di centoventimila persone convertirsi a Dio dovrebbe portare gioia, non è vero? Sotto ogni aspetto si tratta di una campagna evangelistica di successo; tutta la città ha risposto.
Se avessi la possibilità di predicare a 120.000 persone e dieci di queste venissero alla fede, proverei gioia. Lo faremmo tutti. Sarà cos' anche per Giona? Vediamo:
“Giona ne provò gran dispiacere e ne fu irritato. Allora pregò e disse: «O Signore, non era forse questo che io dicevo, mentre ero ancora nel mio paese? Perciò mi affrettai a fuggire a Tarsis. Sapevo infatti che tu sei un Dio misericordioso, pietoso, lento all’ira e di gran bontà e che ti penti del male minacciato. Perciò, Signore, ti prego, riprenditi la mia vita; poiché per me è meglio morire piuttosto che vivere». Il Signore gli disse: «Fai bene a irritarti così?»” (Giona 4:1-4)
Giona non prova gioia, ma rabbia. Che strano profeta è lui! Giona è un profeta che conosce bene come Dio sia incline dal recedere dalle punizioni promesse: basta leggere il libro di 'Esodo e quello di Numeri; Dio è tornato costantemente indietro dalle sue decisioni anche se il popolo si è dimostrato "un popolo dal collo duro" che non è mai stato grato per ciò che Dio stava facendo.
Giona sembra dimenticare che, anche verso di lui, Dio ha cambiato idea, altrimenti sarebbe morto in fondo al mare! Dio è coerente con il suo carattere... ma questo non porta gioia a Giona.
“Anche quando ero a casa, a Gat-Efer sapevo che sarebbe successo. Sapevo che sarei andato a Ninive a predicare e che la gente si sarebbe pentita e che tu avresti perdonato. Lo sapevo. Tu sei un Dio lento all'ira e e di gran bontà, un Dio che recede dal mandare calamità. È sbagliato che tu sia così. E' sbagliato che tu perdono quella schifezza di gente dei Niniviti! Loro si MERITANO la tua punizione, Dio!””
"Lento all'ira e di gran bontà": troverete questa frase 9 volte nella Bibbia; solo che le altre volte era per vantare la bontà di Dio. Questa volta invece e per fare una ramanzina a Dio: “Dio, non si fa! Non puoi e non devi cambiare idea con quelle persone! Anzi, lo sai che c'è? La tua decisione è così sbagliata che, piuttosto di vedere i Niniviti salvi, preferisco morire. Ammazzami e facciamola finita!”
Giona ha vinto il premio per l'evangelista di successo più ingrato di sempre. Pensate quando torna a casa dalla moglie: "Com'è andato il viaggio, caro?". "Beh, ho avuto una piccola deviazione, ma quando sono arrivato lì 120.000 persone si sono pentite in meno di tre giorni". "WOW! Stupendo!". "Ma che dici! E' stata la mia peggiore crociata evangelistica da sempre".
Persone come Giona ce ne sono a bizzeffe; sono quelli che chiamo gli "estintori della gioia", ovvero quelli che vogliono spegnere la gioia di scoprire un Dio che ha misericordia di noi, nonostante tutto. Quelli che vogliono un Dio clemente con me, che sono bravo e prego, e vado in chiesa, e do la decima, e spietato con l'altro, che bestemmia, ruba e non crede in Dio, figuriamoci andare in chiesa.
Vi ricordate la parabola del figliuol prodigo? Il figlio minore prende la sua eredità e la sperpera. Il padre aspetta e, quando il figlio ritorna, corre da lui e lo tratta con il meglio. L'estintore della gioia è il figlio maggiore:
"Ecco, da tanti anni ti servo e non ho mai trasgredito un tuo comando; a me però non hai mai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici. Ma quando è venuto questo tuo figlio che ha sperperato i tuoi beni con le prostitute, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato”." (Luca 15:29-30)
Non c'è gioia per il ritorno del fratello perduto, o per una famiglia riunita. Tutto ciò che prova è la sensazione di essere rimasto “fregato”: “Io sono quello bravo, io sono quello che merita misericordia, non lui!” . La misericordia del padre gli sembra mal riposta, eccessiva, sbagliata. E la gioia, in questo modo, si estingue
Oppure nella parabola degli operai della vigna. Gli operai che erano riusciti a lavorare alle 6 del mattino, all'inizio della giornata, per tutto il giorno hanno assistito all'arrivo di un numero sempre maggiore di operai; alle 9, a mezzogiorno, alle tre del pomeriggio e un gruppo persino alle cinque del pomeriggio. In pratica all'ultimo gruppo assunto non era rimasto che mettere a posto gli attrezzi e innaffiare le viti. Ma quando arriva l'ora della paga, tutti ricevono la stessa somma: un denaro per un giorno di lavoro, come era stato concordato tra tutti.
“Perciò, nel riceverlo, mormoravano contro il padrone di casa dicendo: “Questi ultimi hanno fatto un’ora sola e tu li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso della giornata e sofferto il caldo”.” (Matteo 20:11-12)
E così, negli operai delle sei di mattina, scatta il giudizio verso Dio e verso gli operai delle cinque di pomeriggio: “Non è giusto che il padrone abbia misericordia e dia a tutti la stessa paga! Noi abbiamo lavorato. Noi abbiamo sudato, noi meritiamo tutti i soldi!” E la gioia di avere una paga abbondante (pensate che con due denari il Buon Samaritano aveva offerto tre giorni di vitto e alloggio gratis al malcapitato picchiato per strada e derubato) se ne va... E non c'è gioia nel vedere che tutti hanno ricevuto un premio, anche se sono arrivati tardi.
Mostrare misericordia è sbagliato. La gioia non deve essere per tutti. La gioia deve essere riservata a pochi.
La gioia deve essere meritata, sudata , faticata... Dio non deve portare gioia a tutti, ma solo a quelli che sono giusti davanti a lui: quelli che si comportano bene, che vanno nella chiesa giusta, che pregano le preghiere giuste...
E invece, scopriamo che la misericordia, inaspettata ma promessa di Dio, ha un piano differente. Ricordate? In quel primo Natale gli angeli avevano detto:
“Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà...” (Luca 2:10)
In quel primo Natale Dio ha mostrato che egli vuole la gioia per “tutto il popolo”; per tutti quelli che ascolteranno, vedranno, capiranno, e accetteranno il dono del Natale che è in Gesù. Non per i giusti,
ma per coloro che possono divenire giusti attraverso l'accettazione del Natale, l'accettazione di un Dio che scende per salvarci. Isaia l'aveva detto:
“...per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità.” (Isaia 53:11)
Non siate estintori di gioia
Sapete, anche senza volerlo, ognuno di noi può divenire un “estintore di gioia”, Sappiamo di aver un Dio “lento all'ira e di gran bontà". Ma poi, quando lo vediamo in azione, e quell'azione non è come ce la aspettiamo, e non è verso chi diciamo noi... diventiamo tutti un po' Giona.
“Sapevo che tu sei un Dio benevolo e compassionevole, lento all'ira e ricco d'amore, un Dio che si trattiene dal mandare calamità. Ma quella famiglia che abita in fondo alla via, che lascia sempre la macchina in mezzo alla strada, che alza la voce quando glie lo fai notare, che tiene a tutto volume la TV alle tre di notte... Quelli che non vanno mai in chiesa.. Quelli non meritano nulla! E' bene che nessuno parli loro di Gesù. E' bene che non siano salvati. Non per loro deve arrivare il Natale!”
E lo stesso vale per tutte le varie gradazioni di “male”: da chi non rispetta lo stop, a chi scatena una guerra tra nazioni: non per loro deve giungere la gioia! Per loro ci deve essere solo giudizio!
Talvolta siamo un po' come Gobbe; Giobbe odiava i Niniviti. Li odiava a ragione. Non conoscevano Dio, il dio vero; si prostravano davanti agli idoli; uccidevano, e stupravano... La loro punizione era giusta, dovuta, richiesta. E invece, Dio li vedeva... ed aveva compassione di loro.
Tutto questo ha un solo nome: egoismo, Quando pensiamo a noi stessi come i migliori, quando reputiamo gli altri inferiori di molto a noi, siamo “estintori di gioia”, siamo egoisti. Paolo invece ha detto:
“Non fate niente per motivi egoistici, non fate niente per esaltare voi stessi. Siate invece umili, considerando gli altri con riguardo, come se fossero migliori di voi.” (Filippesi 2:3 PV)
Dio aveva continuato a vedere; Dio vede ancora quel po' o quel tanto di Ninive nel mondo, in chi governa, in chi agisce contro il prossimo, (che equivale ad agire contro di lui). Dio vede quel po' di Ninive che c'è in ciascuno di noi... e, nonostante tutto, manda la sua soluzione finale... e si pente del male che avrebbe a ragione potuto farci, se lo accettiamo.
La manda tra i peccatori, non tra i santi, perché i santi non hanno bisogno della misericordia inaspettata di Dio, ma i peccatori si! E chi più pecca, di più misericordia ha bisogno, affinché possa provare la gioia di essere compreso accettato, salvato. Gesù stesso ha detto:
“Vi dico che, allo stesso modo, ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento.” (Luca 15:7)
Non dobbiamo essere “estintori di gioia”, se vediamo Dio all'opera: Dio è alla ricerca di coloro che vivono a Ninive, perché vuole portarli dalla morte alla vita, dalla tristezza alla gioia.
Giona pensava di averne il diritto; Dio gli chiede: "Hai il diritto di esserlo?". Ma Giona che fa?
“Poi Giona uscì dalla città e si mise seduto a oriente della città; là si fece una capanna e si riparò alla sua ombra, per poter vedere quello che sarebbe successo alla città.” (Giona 4:5).
Giona si siede per controllare cosa sarebbe successo alla città; in cuor suo forse si attendeva scendesse il fuoco dal cielo a bruciare Ninive... E invece...
Invece tutti in città festeggiano; la gioia del Signore è la loro forza. Festeggiano il perdono e la meraviglia di conoscere un Dio che manda la salvezza, che cambia idea. Celebrano il Dio Il Dio benevolo e compassionevole, ”lento all’ira e di gran bontà e che si pente del male minacciato.”
Questo Dio è venuto a loro nel bel mezzo del loro male e della loro violenza, della discordia, della paura e del dubbio e di tutto ciò che sono stati. Questo Dio è venuto da loro! Giona avrebbe dovuto essere lì, nella città, a festeggiare con loro! Invece è fuori dalla città a spegnere la gioia e la misericordia di Dio, arrabbiandosi sempre di più. E, incredibilmente, Dio non punisce neanche Giona per quella sua durezza di cuore, ma lo fa riflettere: “Hai il diritto di arrabbiarti, Giona? Pensaci su!”
Abbiamo il diritto di spegnere la gioia di Dio che deriva dalla sua misericordia? A volte pensiamo che Dio dovrebbe punire, e basta. Punire chi scatena una guerra, chi uccide, chi opprime... chi sta nel buio.
Ma è Dio che decide, e talvolta decide di non farlo; non lo ha fatto con Ninive... e ha deciso di non farlo mai più, scendendo una notte di tanto tempo fa.
Dio è venuto nel mezzo del male del mondo, nel mezzo della violenza di un mondo che lo negava, della discordia tra uomo e uomo, tra popolo e popolo tra nazione e nazione. La luce è giunta, come afferma Isaia:
“Il popolo che camminava nelle tenebre vede una gran luce; su quelli che abitavano il paese dell’ombra della morte la luce risplende.” (Isaia 9:1)
E' questo che ci rammenta il Natale: della Gioia discesa dal Cielo grazie a un Padre “misericordioso, pietoso, lento all’ira e di gran bontà e che si pente del male minacciato.”
Non estinguiamo la gioia di essere perdonati, di avere un Padre così, che vuole mostrare misericordia a tutti, non solo a quelli del “suo partito”. Non sediamoci mai su una collina aspettando di vedere il il giudizio, ma piuttosto scendiamo in città e festeggiamo la misericordia sul mondo.
“Il Signore ha revocato la tua condanna e ha disperso i tuoi nemici. Il Signore, re d'Israele, è con te: non devi temere più nulla di male. Viene il momento quando si dirà a Gerusalemme: 'Non aver paura, città di Sion, non ti scoraggiare! Il Signore tuo Dio è con te; è forte e ti salva! Esulta di gioia per te, nel suo amore ti dà nuova vita. Egli si rallegra per te con canti di gioia..” (Sofonia 3:15-17 TILC)
Il Natale ci porta la Gioia; scendi in città esulta assieme al resto del mondo per un Padre che si rallegra di te, con canti di Gioia.
Preghiamo.
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