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03 ottobre 2021

In chi riponi la tua fiducia? | 3 Ottobre 2021 |

In chi o in cosa riponi la tua fiducia? Nelle capacità di un amico potente, nel mondo, in ciò che possiedi, o nella potenza che ha trasformato una crocifissione in una risurrezione?
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A quanti di voi piacerebbe conoscere il futuro? Sapere cosa accadrà fra dieci anni, o cinque, o magari sapere chi vincerà le elezioni questo lunedì?

Sapete, può sembrare che il dono di “profezia”, sia davvero “figo”! Ma se leggete  l'Antico Testamento, scoprirete che la vita del profeta è tutt'altro che “beata”.

Per prima cosa, una delle caratteristiche dei profeti è quello di annunciare sventura: Isaia, Geremia, Ezechiele, quasi tutti ricevevano da Dio la visione del tempo futuro perché preannunciassero ad un popolo ribelle la sua punizione... E questo non li rendeva molto popolari tra la gente, anzi.

L'altra cosa che troverete è che ai profeti era spesso richiesto da Dio non di fare lunghi discorsi per predicare, ma di fare delle azioni, diciamo così, “originali!

A Geremia Dio chiese di  comprare un perizoma  (in realtà, una cintura di lino),  di indossarlo per un po',  e poi nasconderlo in una fessura della roccia.  Se non ci credete. leggete Geremia 13. 

A Ezechiele Dio chiese di sdraiarsi su un fianco per 390 giorni  davanti a un mattone da cantiere (a Montefiascone li chiamano “zoccoloni”)   Lo trovate in Ezechiele 4. 

Che strani modi per portare messaggi profetici! Al profeta di cui parleremo oggi,  Michea ,  Dio chiese qualcosa ancora più “sconveniente” e “bizzarro”: Leggiamo il capitolo 1:

“Infatti, ecco, il Signore esce dal suo luogo, scende, cammina sulle alture della terra. I monti si sciolgono sotto di lui e le valli si liquefanno come cera davanti al fuoco, come acqua che cola sopra un pendìo. Tutto questo a causa della trasgressione di Giacobbe e dei peccati della casa d’Israele. Qual è la trasgressione di Giacobbe? Non è forse Samaria? Quali sono gli alti luoghi di Giuda? Non sono forse Gerusalemme? «Perciò io farò di Samaria un mucchio di pietre nella campagna, un luogo da piantarci le vigne; ne farò rotolare le pietre giù nella valle, ne metterò allo scoperto le fondamenta. Tutte le sue immagini scolpite saranno infrante, tutte le sue offerte agli idoli saranno arse con il fuoco, io ridurrò tutti i suoi idoli in desolazione, perché sono offerte raccolte come salario di prostituzione e torneranno a essere salario di prostituzione». Per questo io piangerò e griderò, andrò scalzo e nudo; alzerò lamenti come lo sciacallo, grida lugubri come lo struzzo. La sua piaga infatti è incurabile; si estende fino a Giuda e giunge fino alla porta del mio popolo, fino a Gerusalemme. (Michea 1:3-9) 

Vi prego di notare il versetto 8:

“Per questo io piangerò e griderò, andrò scalzo e nudo; alzerò lamenti come lo sciacallo, grida lugubri come lo struzzo.”(Michea 1:8)

Michea girava facendo versi simili allo sciacallo  e ad un animale che qui è tradotto con “struzzo” in altre bibbie “gufo”,  ma che era in originale יַעֲנָה ya‘ănâ, un animale che probabilmente si è estinto.

Ve lo immaginate se io, una mattina, invece di predicare, ululassi e mugghiassi? E non basta: nudo! 

Che strano modo di predicare!  Penso che sarete con me quando affermo che chi passava di lì si fermava, non tanto per chiamare la neuro, che all'epoca non c'era, ma per guardare, ascoltare, e capire  il perché di un predicatore nudo che ululava. e mugghiava.

Per capire perché Michea faceva così dobbiamo conoscere i re  che c'erano stati al suo tempo . Al versetto 1 sta scritto:

“Parola del Signore, rivolta a Michea, il Morastita, al tempo di Iotam, di Acaz e di Ezechia, re di Giuda. Visione che egli ebbe riguardo a Samaria e a Gerusalemme.” (Michea 1:1)

Il regno di questi tre re è durato circa 60 anni; Iotam ed Ezechia non erano re perfetti ma se la cavavano, e il popolo non è che fosse molto devoto a Dio, ma ci si poteva stare. Ma al tempo di Acaz e per colpa di Acaz il popolo era davvero andato “fuori strada”.

“Acaz aveva vent’anni quando cominciò a regnare, e regnò sedici anni a Gerusalemme. Egli non fece ciò che è giusto agli occhi del Signore, suo Dio, come aveva fatto Davide, suo padre;  ma seguì l’esempio dei re d’Israele e fece passare per il fuoco persino suo figlio, seguendo le pratiche abominevoli delle genti che il Signore aveva cacciate davanti ai figli d’Israele;  offriva sacrifici e incenso sugli alti luoghi, sulle colline e sotto ogni albero verdeggiante.” (2 Re 16:2-4) 

Acaz era un “senza Dio” che  non si fidava neppure degli dei pagani che spingeva ad adorare ed a cui aveva sacrificato il figlio, tanto è vero che, quando il suo regno fu attaccato dalla Siria, cominciò ad avere paura:

“Acaz inviò dei messaggeri a Tiglat-Pileser, re degli Assiri, per dirgli: «Io sono tuo servo e tuo figlio; sali qua e liberami dalle mani del re di Siria e dalle mani del re d’Israele, che hanno marciato contro di me». Acaz prese l’argento e l’oro che si poté trovare nella casa del Signore e nei tesori del palazzo reale, e li mandò in dono al re degli Assiri. Il re d’Assiria gli diede ascolto; marciò contro Damasco, la prese, ne deportò gli abitanti a Chir e uccise Resin.” (2 Re 16:7-9)

Se leggete I e II Re, vedrete che i re di Giuda che erano stati fedeli a Dio non avevano mai avuto bisogno che qualcuno da fuori li venisse a  difendere: si inginocchiavano, pregavano, e Dio interveniva in loro soccorso.

Ma Acaz non era fedele e non si fidava della potenza di Dio; per questo spogliò il Tempio dei suoi tesori pur di pagare  la potenza del re d'Assiria. 

Questo non basta: Acaz fece anche di peggio:

“Allora il re Acaz andò a Damasco, incontro a Tiglat-Pileser, re d’Assiria; e dopo aver visto l’altare che era a Damasco, il re Acaz mandò al sacerdote Uria il disegno e il modello di quell’altare, in tutti i suoi particolari. Il sacerdote Uria costruì un altare, esattamente secondo il modello che il re Acaz gli aveva mandato da Damasco; e il sacerdote Uria lo costruì prima del ritorno del re Acaz da Damasco...L’altare di bronzo, che era davanti al Signore – perché non fosse fra il nuovo altare e la casa del Signore – lo pose di fianco al nuovo altare, verso settentrione. (2 Re 16:10-11,14)

Acaz fece costruire un altare per un altro dio sul modello di quello del tempio pagano di Damasco e fece spostare di lato quello del vero Dio di Israele. Michea 1:9 dirà:

“La sua piaga infatti è incurabile; si estende fino a Giuda e giunge fino alla porta del mio popolo, fino a Gerusalemme” (Michea 1:9)

Quale è la piaga di cui parla Michea? La piaga si chiama Samaria; aver preso a fare quello che in Samaria di fa. E' l'aver abbandonato il vero Dio, adorando altri dei; è il non rivolgersi più a lui per aiuto, il sacrificare a dei inesistenti e il cercare aiuto da altri uomini, e non dal loro Signore!

E ciò che c'è di peggio, è che il popolo, ed Acaz, si sentono “al sicuro”, si “fidano” della protezione di  Tiglat-Pileser, il re degli Assiri... in fondo, i Sirani sono stati sconfitti... non c'è più il nemico...

Ne sei sicuro, Acaz? Ne siete sicuri, voi, abitanti di Israele?

Il nemico, strisciante, non è più là fuori, non è più il siriano, ma è dentro di te Acaz,  è dentro di voi, popolo.

Voi dite: “Ormai non c'è più bisogno di confidare in Yahweh,  anche se c'è ancora il Tempio, anche se il sabato ci vado e faccio le abluzioni, anche se pago la decima... ma Yahweh, Dio, non mi serve davvero!"

Tutti pensavano di fare la cosa giusta  perché c'era ancora una “vernice religiosa” su tutto.  Coloro che erano abituati ad avere le benedizioni della vita  le avevano ancora, come prima e forse di più.

Tutto nella vita era comodo  e non c'era bisogno preoccuparsi di Dio  e di ciò che Egli volesse veramente. 

In una situazione dove “tutto va apparentemente bene”  come porti a far riflettere le persone che quella è una calma “apparente” e che la tempesta è lì, dietro l'angolo?

Un profeta nudo  che cammina per la strada  piangendo e lamentandosi, e ululando come uno sciacallo  e mugghiando come uno struzzo... forse questo li farà fermare ad ascoltare...

Ecco perché Michea fa quello che fa. Non è perché sia un esibizionista.  Michea predica nudo, ulula e mugghia perché la situazione spirituale è così terribile  che qualcosa di davvero drammatico deve accadere  per svegliare le persone dal loro letargo spirituale. 

Michea sta dicendo al popolo: “Guardatemi! Io sono voi!  Io rappresento quello che siete! Vi sentite forti? Siete nudi! Vi sentite saggi? Siete pazzi!"

Nel primo messaggio su Genesi avevamo visto  che la consapevolezza di aver peccato aveva fatto comprendere ad Adamo ed Eva  di essere nudi.

Nel secondo su Giobbe avevamo visto che Giobbe era consapevole della sua nudità, che nudo era nato, nudo sarebbe morto e che tutto era di Dio che dava e toglieva.

Qui la situazione è differente: il popolo non si accorge di essere nudo, e non vuole neppure che qualcuno glielo faccia notare:

“«Non profetizzate!», vanno essi ripetendo. «Anche se non si profetizzano tali cose, non si eviterà l’infamia».” (Michea 2:6)

Serviva qualcuno “nudo” per davvero che facesse loro comprendere la loro nudità. Che ululasse e mugghiasse per  farli girare, perché potessero fermarsi ed udire la voce di Dio.

Tu potresti dirmi: “Marco, ma tutto questo, cos c'entra con noi, oggi?”

Se è  questo che stai pensando, la voglio prendere “alla larga”: a chi pensi si affidino le persone al giorno d'oggi?  Rispondi dentro di te.

Hai risposto mentalmente? Bene! Allora stringo un po' l'ambito: a chi pensi le persone CREDENTI si affidino al giorno d'oggi?

Perché vedi, Michea parlava a coloro che erano stati credenti di una “piaga” che si spandeva  come una macchia d'olio.

“Visione che egli ebbe riguardo a Samaria e a Gerusalemme...La sua piaga infatti è incurabile; si estende fino a Giuda e giunge fino alla porta del mio popolo, fino a Gerusalemme” (Michea 1:1)”

Samaria era al nord, e  non era parte del popolo di Dio;  aveva i propri culti, i propri dei, le proprie tradizioni;  ma lentamente stavano “colando” come un barattolo di vernice bucata  verso Israele, che si stava man mano impregnando di quelle usanze,  di quei riti vuoti e inutili, di quei dei farlocchi.

Cosa è Samaria, oggi? Il mondo materialistico che esce fuori dalla tv e dagli smarthphone, dalla società del consumo, dove tu sei ciò che hai, dove ti serve “la raccomandazione” del potente per sentirti protetto.

La scorsa settimana Jean ci ha incoraggiato ad essere parte NEL mondo senza essere parte DEL mondo, ad essere il sale che esalta gli altri gusti, non a diventare lo stesso impasto che forma la pietanza che mangia il mondo.

Anche ai giorni nostri  il barattolo bucato di Samaria ha raggiunto Gerusalemme.  Il laico mondo si è talmente infiltrato nel mondo cristiano  che le azioni di quelli nella chiesa e di quelli nel mondo  sembrano assolutamente simili.  Dove l'immoralità è giustificata.  Dove la fiducia nel potere e nella potenza umana viene messa al di sopra della fiducia in Dio.  Dove c'è un falso senso di sicurezza  perché abbiamo dietro “uno potente”... ma che non è più Dio, ma l'amico potente, il politico, il capo, il boss...

Sono sempre meno i profeti nudi che ululano e mugghiano, sempre più quelli che adattano le loro prediche al “politicamente corretto”. Il che non è un bene.

Perché, se la volete sapere tutta, il “potente” a cui Acaz aveva affidato la sua sorte, l'Assira, si rivolterà contro Israele cercando di conquistarlo, e solo la fedeltà a Dio del re Ezechia farà si che Israele la scampi.

“Si, ma io che c'entro, Marco?  Il compito di ululare nudi spetta ai profeti, ai pastori... a te, insomma!”

Sai, Dio per raggiungere tutti nel mondo, non ha dato il suo messaggio ad una ristretta cerchia di gente, di “addetti ai lavori”, ma a tutti i credenti:

“Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra.” (Atti 1:8)

Vedi bene cosa ti sta dicendo Gesù: invece di attendere che la vernice di Samaria coli su di te, con tutti i suoi vizi, la religione di facciata, i compromessi, invece di stare fermo o ferma ad attendere, sei tu che devi alzarti, ed andare in Samaria, per essere TESTIMONE di Gesù, per portare il suo colore nella vita degli altri.

Sai come suona la parola “testimone” nella lingua in cui Luca a scritto Atti?  In greco è la parola μάρτυς martys: ti suona familiare? Noi usiamo quel nome per indicare chi è morto per portare il messaggio di Cristo al mondo: “martire”.

In molti luoghi ancora oggi, in Afghanistan, in Corea, in Sudan, in Cina essere testimone di Cristo  significa essere anche votato al martirio; per me e per te, no!

Cosa ti sta chiedendo dunque Dio? Di ululare nudo in mezzo alla strada? Probabilmente no. Ricorda, ora hai la potenza dello Spirito Santo in te che Michea non aveva.  Dio ti fa, semplicemente, due domande.

La prima è questa: “In cosa riponi la tua fiducia? Nell'alleato potente? Nell'assiro di turno? Oppure nella MIA potenza?” Paolo e Pietro hanno riposto la loro fiducia in quella potenza che ha risuscitato Gesù dalla tomba.

“Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno”.( Romani 8:28) 

“Affidate a lui tutte le vostre preoccupazioni ed ansietà, perché siete importanti per lui.” (1 Pietro 5:7 PV)

“Il Signore mi libererà da ogni azione malvagia e mi salverà nel suo regno celeste. A lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.” (2 Timoteo 4:18)

La seconda domanda che Dio ti fa è questa:  “Testimonierai di mio Figlio in Samaria?” E' la stessa domanda che Paolo poneva ai Romani:

“Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c’è chi lo annunci?” (Romani 10:14)

Non serve più un profeta nudo che ululi e mugghi, ma un figlio, una figlia salvata che testimoni la sua nuova vita in Cristo attraverso la potenza dello Spirito Santo che è disceso in te ed in me nel momento che abbiamo accettato Cristo nelle nostre vite.

Tu ed io siamo chiamati ad essere il  Michea,  vestito che non ulula ma parla e testimonia della potenza che sta nella croce perché le persone ritornino a Dio e fissino i loro occhi non sul mondo, ma su Cristo.

Preghiamo. 

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