I miracoli sono eventi che vanno oltre le leggi naturali, sovvertendole. La Bibbia ci dice chiaramente che i miracoli accadono... ma che non tutti provengono da Dio. Solo quelli che portano testimonianza a Cristo e che spingono ad affidarsi a lui per essere salvi lo sono. ---
Predicatore: Mario Forieri CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO
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“Quando sorgerà in mezzo a te un profeta o un sognatore che ti annunzia un segno o un prodigio, e il segno o il prodigio di cui ti avrà parlato si compie, ed egli ti dice: "Andiamo dietro a dèi stranieri, che tu non hai mai conosciuto, e serviamoli", tu non darai retta alle parole di quel profeta o di quel sognatore, perché il SIGNORE, il vostro Dio, vi mette alla prova per sapere se amate il SIGNORE, il vostro Dio, con tutto il vostro cuore e con tutta l'anima vostra.” (Deuteronomio 13:1-3)
“Allora, se qualcuno vi dice: "Il Cristo è qui", oppure: "È là", non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti.” (Matteo 24:23.24)
“La venuta di quell'empio avrà luogo, per l'azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, con ogni tipo d'inganno e d'iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all'amore della verità per essere salvati. Perciò Dio manda loro una potenza d'errore perché credano alla menzogna...” (2Timoteo 2:9 -11)
“E operava grandi prodigi sino a far scendere fuoco dal cielo sulla terra in presenza degli uomini. E seduceva gli abitanti della terra con i prodigi che le fu concesso di fare in presenza della bestia, dicendo agli abitanti della terra di erigere un'immagine della bestia che aveva ricevuto la ferita della spada ed era tornata in vita.” (Apocalisse 13:13-15)
Gesù non ti chiede solo di dare a Dio cuore ed anima, ma anche quello che cuore ed anima controlla: la tua mente. ---
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Siamo alla terza parte della nostra puntata “all in”, dove Gesù ci dice che il primo e più grande comandamento, è mettere sul piatto tutto per Dio.
Abbiamo visto come Dio chieda di puntare “tutto il cuore”, nel senso ebraico del termine ovvero l'intelligenza, il ragionamento, i pensieri, la logica, tutta l'anima, sempre nel senso ebraico ovvero corpo, vita ed anima e di metterle a disposizione di Dio.
Oggi vediamo la terza puntata “all in” che ci chiede di fare Gesù.
«Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua e con tutta la forza tua”..» (Marco 12:30).
Parliamo oggi della mente.
Non so se vi ricordate, nella prima predicazione vi avevo fatto vedere questa diapositiva:
“Tu amerai dunque il Signore, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze.” (Deuteronomio 6:5)
«Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua e con tutta la forza tua”..» (Marco 12:30).
Gesù stava citando un passo di Deuteronomio e avevamo visto che tra l'originale e la versione riportata da Marco, Matteo e Luca sembra che Gesù abbia “aggiunto” una cosa, “mente”.
Premetto che Gesù può fare quello che gli pare e piace, visto che è lui che ha scritto la Bibbia, e può permettersi di aggiungere o togliere ciò che vuole anche stavolta dobbiamo parlare delle parole che ha usato Gesù in origine.
Su questo versetto gli studiosi della Bibbia sono divisi cercando di interpretare cosa volesse davvero significare Gesù.
Alcuni dicono che Gesù non abbia aggiunto “mente” ma che sia stato aggiunto da Matteo, Marco e Luca per meglio spiegare “cuore” che, come abbiamo visto nel primo messaggio ha poco a che fare col sentimento ma ha tutto a che fare col ragionamento.
Altri invece dicono che Gesù ha deliberatamente aggiunto “mente”; io sono di questo avviso per due motivi.
Il primo è perché TUTTI e tre gli evangelisti Matteo, Marco e Luca lo hanno messo; pare strano che tutti e tre abbiano deciso di “spiegare di più” di quello che voleva dire Gesù.
Il secondo è perché tutti e tre mettono “mente” lontano da “cuore”: se avessero voluto “spiegare meglio” li avrebbero messi vicini : “tutto il tuo cuore e tutta la tua mente”.
Allora, perché Gesù ha “aggiunto “mente”? Vediamo le prime due cose che ha elencato Gesù: il cuore, ma anche la comprensione, la capacità di agire, la strategia ed il coraggio; e poi l'anima, ma anche il corpo e la vita.
La parola “mente” nel testo in greco è διάνοια – dianoia, è una parola composta da “noia”, che non significa annoiarsi davanti alla TV, ma “intelletto- ragionamento” e “dia” che è una preposizione usata per indicare qualcosa che compie una azione.
Mi spiego meglio, “noia” l'intelletto, è qualcosa che rimane confinato nella nostra scatola cranica (per gli ebrei era nel cuore); “dianoia” è quando l'intelletto mette in moto una azione. Possiamo definirla “mente attiva”.
Anche stavolta vorrei spiegarvelo banalizzando il concetto con un esempio.
Io ho un martello e un tavolo; chiedo ad uno di voi di fare da “cavia”. Quello che farò è chiedergli di mettere la mano sulla tavola e poi io tirerò una martellata sulla tavola, ma prima di farlo dirò “SPOSTA!!!”. Pronti? (Tira una martellata sul tavolo, e appena prima grida “sposta”)
Questo è “dianoia”: se la cavia avesse avuto solo “noia – mente” avrebbe capito che stava per arrivare una martellata sulla sua mano, avrebbe capito che gli chiedevo di spostarla, ma l'avrebbe lasciata lì.
Ma visto che ha “dianoia”, la sua “mente attiva” ha capito il pericolo, ha capito l'istruzione “SPOSTA!!!” è ha tramutato il pensiero in una azione.
Quello che Gesù ti sta chiedendo non è solamente quello di mettere sul piatto della tua vita, di dare a Dio tutto il cuore/strategia/coraggio e tutta la tua anima/corpo/vita/, ma anche tutta la tua mente attiva, quella che trasforma il pensiero in azione.
La mente attiva è quella che fa la differenza tra un buon proposito e una buona azione.
Però, attenzione, la mente attiva non è che ci consiglia sempre le cose buone: Paolo scrive in Efesini:
“...non comportatevi più come si comportano i pagani nella vanità dei loro pensieri, con l’intelligenza (dianoia) ottenebrata, estranei alla vita di Dio...” (Efesini 4:17-18 a)
Per cui, la mente attiva, quella che mi fa agire, può spingermi a fare sia cose buone sia cattive. Perché?
Paolo usa una parola specifica “ottenebrata”: è una parola molto bella in italiano, ma un po' difficile, poco usata. In greco è σκότος – skotos , che significa molto semplicemente “mettere nell'ombra”.
Quello che sta dicendo Paolo è che la mente deve essere illuminata da Dio, ma c'è qualcosa che si mette di mezzo e crea un'ombra, un alone oscuro. La volontà di Dio è chiara: fa dire a Geremia:
“...ma questo è il patto che farò con la casa d’Israele, dopo quei giorni», dice il Signore: «io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio ed essi saranno mio popolo.” (Geremia 31:33)
La parola che è usata per cuore già la abbiamo vista nel primo messaggio: è לֵב lêḇ , che significa si cuore, ma nel senso ebraico della parola, ovvero anche volontà/intelletto... E' la “mente attiva” di cui stiamo parlando, una mente che non solo capisce, non solo analizza, ma che agisce di conseguenza.
Dio dice che vuole scrivere le sue leggi “nel nostro cuore/volontà/intelletto”; vuole che esse siano una “lampada” che guidi la “mente attiva”.
“La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero.” (Salmo 119:105)
...dice Davide. Le leggi di Dio sono scritte a chiare lettere nella Parola di Dio, nella Bibbia: seguile e la tua mente attiva avrà la luce per agire.
Perché Gesù ha aggiunto “la mente”? Perché la mente attiva controlla le due cose che abbiamo letto prima nel versetto di Deuteronomio; ha detto che dobbiamo offrire a Dio cuore/strategia/coraggio/anima/corpo/vita.
La mente attiva da una giustificazione alle azioni: nel caso della martellata la giustificazione per spostare la mano è la necessità di evitare una frattura del metacarpo!
Nel XVI secolo Thomas Crammer, l'arcivescovo Canterbury , che fu uno dei leader della Riforma inglese, scrisse:
"Ciò che il cuore ama, la volontà sceglie e la mente giustifica. Il cuore ama la verità. La volontà cerca la verità. La mente giustifica la verità. Il cuore ama i pettegolezzi. La volontà incoraggia i pettegolezzi. La mente giustifica i pettegolezzi. Il cuore ama servire. La volontà cerca modi per servire. La mente giustifica una vita di servizio.. Il cuore ama essere egoista. La volontà vive egoisticamente. La mente giustifica una vita egoistica.”
Gesù ha aggiunto la mente perché vuole che tu dia autorità a Dio di decidere quale azione far fare a cuore ed anima.
Tu potresti dirmi: “Ma Marco, tu mi stai dicendo che Dio vuole essere “in controllo” di tutto me stesso?” la risposta è: si! Il grande re Salomone afferma:
“Confida nel Signore con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento.” (Proverbi 3:5)
Se non dai ANCHE la tua mente attiva a Dio la mente attiva non troverà giustificazioni per dare a Dio cuore, anima, corpo, vita, e non ti spingerà ad AGIRE secondo la volontà di Dio.
Così avrai soltanto la conoscenza delle leggi di Dio ma non le praticherai; e, come dice Paolo, la conoscenza non salva, ma “gonfia” (1 Corinzi 8:1)
Se Dio non ha anche la tua mente, essa continuerà a sussurrarti: “Ma chi te lo fa fare? Ma fai come tutti gli altri! Vivi e godi senza regole! Si campa una volta sola!” Eccetera.
Come?
Come faccio, allora, a dare a Dio la mia mente? Ci soni cinque passi da fare.
1. Chiedi al Signore di proteggere la tua mente.
La prima cosa, è anche la più ovvia: chiedi. Chiedi a Dio di proteggere la tua mente. Hai mai pregato il Signore di proteggerti da una malattia? Sai che puoi farlo anche per la tua mente?
2. Riconosci le ombre
Paolo parlava di menti “ottenebrate”, menti nell'ombra. Quali sono i pensieri che ti disturbano? Quelli che ti fanno salire la pressione e girare lo stomaco?
Uno dei sistemi più semplici è: “ Se non mi recano pace, non vengono da Dio” Meglio evitali.
3. Vigila sulla tua mente
Tutto ciò che vedi, senti e guardi, ha un impatto sulla tua mente; vigilare può voler dire cambiare canale, cambiare discorso, cambiare amicizie. Ma ne vale la pena per preservare la tua mente per Dio
Paolo afferma:
“Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.” (Colossesi 1:2-3)
4. Riposa in Cristo
Più la tua mente sta nell'ombra, più ti verrà in mente di “non essere giusto/giusta”. Quella è la voce di uno che si chiama “l'accusatore dei fratelli”, satana.
Riposa nella certezza che:
“Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte.” (Romani 8:1-2)
5. Ripeti i passi da 1 a 4 ogni giorno
Dare la tua mente a Dio non è come il battesimo o accettare il Signore che si fa una volta nella vita e basta quella; è un'azione costante nel tempo, che va rinnovata ogni giorno.
Conclusione
Il terzo passo per adempiere al Grande Comandamento è di affidare tutti i tuoi pensieri a Dio, e lasciare che sia lui ad illuminarli, guidarli, orientarli e deciderli.
La differenza che c'è tra un buon proposito di vita e una buona vita in Cristo sta nel dare il controllo dei tuoi pensieri a Dio.
Dare tutta la tua anima a Dio significa mettere a disposizione il tuo corpo, la tua vita e la tua anima come cittadino dei Cieli, straniero ai quei desideri malvagi del mondo che vorrebbero controllare la tua vita. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO
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La scorsa settimana abbiamo iniziato parlando delle puntata “all in”, quella dove mi gioco tutto quello che ho. Gesù ci dice che quello è il primo e più grande comandamento, se voglio obbedire al Padre; mettere sul piatto tutto per Dio.
Abbiamo visto come Dio chieda di puntare “tutto il cuore”, nel senso ebraico del termine, ovvero tutta l'intelligenza, il ragionamento, i pensieri, la logica, e di metterle a disposizione di Dio attraverso delle azioni che lo dimostrino.
Oggi vediamo la seconda “puntata all in” che ci chiede di fare Gesù.
«Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua...» (Luca 10:27).
La seconda cosa che Gesù mi chiede di mettere sul piatto è la mia anima.
Vi siete mai chiesti cosa intenda dire Gesù? Perché è una affermazione un po' strana: io devo mettere a disposizione di Dio la parte immortale di me, l'anima, quando in Ezechiele lui stesso afferma che...
“Ecco, tutte le anime sono mie; tanto l'anima del padre come l'anima del figlio sono mie.” (Ezechiele 18:4a)
Come posso dargli qualcosa che Dio afferma essere già sua?
La parola “anima” nel vangelo di Luca, che è scritto in greco, è ψυχή – psychē. Ma ovviamente Gesù non parlava in greco, ma in aramaico. Non stupitevi che non parlasse in ebraico; quella era la lingua parlata dai sacerdoti, ma parlava la lingua che tutto il popolo usava all'epoca.
Anche stavolta dobbiamo vedere la differenza tra la cultura greca, dalla quale deriva la nostra cultura occidentale, e quella ebraica. Lo farò aiutandomi con dei bicchieri colorati.
Luca usa la parola psychē.; nelle nostre copie del Nuovo Testamento psychē viene tradotto sia con “anima” sia con “vita”.
Nella cultura greca gli esseri umani erano composti da due diverse entità una dentro l'altra (tipo matriosca).
Una era σῶμα – sōma, (bicchiere rosso)ovvero la parte fisica, il corpo l'altra ψυχή – psychē, (bicchiere azzurro) ovvero la parte metafisica (che va oltre il fisico), lo spirito vitale, l'anima.
Per i greci sōma, la parte fisica, il corpo, era la parte ignobile, quella che non valeva niente perché sottoposta agli eventi del mondo alla fame, alla sete, al caldo, al freddo, all'invecchiamento, alla morte, ed era da disprezzare.
Psychē invece, la parte metafisica, lo spirito vitale, l'anima, era la parte importante, quella nobile, (bicchiere azzurro) quella che valeva tutto perché era fuori dal tempo ed era immortale.
La questione si complica ulteriormente con la cultura tardo latina (quella da cui proveniamo noi).
Per i latini gli esseri umani erano composti da “corpŭs”, il corpo (bicchiere rosso) “vīta”, l'energia vitale, (bicchiere verde)... e molti si fermavano qua; già all'epoca c'era chi non credeva più agli dei, e “ănĭma”, l'anima (bicchiere azzurro).
La parte importante per il latini era il corpo, (bicchiere rosso) per cui l'importante nella vita era godere,
l'anima non era così importante (e forse nemmeno c'era per molti).
Lunga premessa per capire a cosa si stia riferendo Gesù. Visto che non parlava in greco, ma in aramaico; che parola avrà usato?
La parola che quasi sicuramente ha usato Gesù in aramaico è רוחא- nepesh (pronuncia "now-sha") che è identica alla parola ebraica נֶפֶשׁ - nep̱eš .(pronuncia “nefesh”).
Perché è importante tutto questo? Perché in ebraico la parola “anima/ psychē si traduce con nep̱eš e la parola corpo/ sōma si traduce con nep̱eš.
Per gli ebrei corpo, vita ed anima erano un tutt'uno indivisibile, (bicchiere giallo) il corpo senza vita ed anima non poteva esistere, e l'anima senza corpo e vita non potevano sussistere.
Per cui nep̱eš racchiudeva sia il corpo, sia la vita, sia l'anima. Erano parti inscindibili, non divisibili di ogni essere umano.
Tu potresti però dirmi: “Beh, Marco, aspetta un attimo, il corpo è mortale, mentre l'anima è immortale: come possono essere una sola cosa? Prima o poi una delle due si separerà dall'altra!”
Spero di non “scandalizzarvi”; ma nell'Antico Testamento non si parla mai di immortalità dell'anima. Infatti, se leggiamo tutto il versetto di Ezechiele 18, non solo la prima parte, Dio dice:
“Ecco, tutte le anime sono mie; tanto l'anima del padre come l'anima del figlio sono mie. L'anima (nep̱eš) che pecca morirà.” (Ezechiele 18:4)
Gesù stesso dirà:
“E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima (psychē); temete piuttosto colui che può far perire l’anima (psychē) e il corpo nella geenna.” (Matteo 10:28)
Ma nell'Antico Testamento si parla di resurrezione; Daniele parla di resurrezione del corpo:
“Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno, gli uni per la vita eterna, gli altri per la vergogna e per un’eterna infamia.” (Daniele 12:2)
e Davide parla di resurrezione dell'anima:
“Ma Dio riscatterà l’anima mia (nep̱eš) dal potere del soggiorno dei morti, perché mi prenderà con sé.” (Salmo 49:15)
Poiché corpo ed anima erano indivisibili, per gli ebrei il corpo moriva e con esso moriva anche l'anima.
Il concetto di morte per gli ebrei, e per Dio è differente da quello che abbiamo noi occidentali: la morte non è la fine di tutto; il corpo tornava ad essere polvere come era stato all'inizio in Genesi 2, e l'anima finiva in un posto chiamato (lo dice Davide) שְׁאוֹל , Shoel, (Ades in greco) “soggiorno dei morti” in attesa della risurrezione (dice Daniele) di vita eterna per chi avrà creduto nel Figlio di eterna vergogna per chi non avrà creduto in lui.
Vi faccio un esempio banale: è come spengere la tv con il telecomando: la tv sembra spenta, ma è in attesa che ci sia un nuovo segnale per riaccendersi. Non dobbiamo comperare una nuova TV per vedere i programmi, basta riattivare i circuiti di quella che abbiamo spento.
Ritorniamo al nostro quesito da risolvere: cosa intende dire Gesù quando afferma che devo mettere sul piatto tutta la mia anima?
Da quello che abbiamo visto, non posso “staccare” l'anima dal mio corpo e dalla mia vita per darla a Dio; devo dargli l'intero pacchetto, ovvero:
“Ama il Signore Dio tuo ... con tutto il tuo corpo, con tutta la tua vita, con tutta l’anima tua...” (Parafrasi)
Come faccio?
La domanda è: come? Come faccio a mettere sul piatto corpo, vita e anima? Pietro ci da un suggerimento:
“Fratelli miei, qui siete soltanto forestieri. Dato che la vostra vera casa è in cielo, vi prego di non aver nulla a che fare con i desideri malvagi di questo mondo, che sono sempre in lotta contro la vostra anima (psychē).” (1 Pietro 2:11 BDG)
L'obiettivo principale del mondo è fare guerra per avere la tua anima, far si che il tuo corpo e la tua vita obbediscano a tutt'altro che Dio. Il mondo vuole essere l'autorità ultima che fornisce le fondamenta alla totalità del tuo essere. Questo è ciò che noi dobbiamo affrontare tutti i giorni.
Cosa suggerisce Pietro, allora? Di non aver nulla a che fare con il mondo? Isolarsi in un monastero, e aspettare che passi la vita?
Assolutamente no! Pietro ci chiede di non aver nulla a che fare coi i DESIDERI MALVAGI del mondo! E Pietro ce ne fornisce anche una lista:
v. 12 “Comportatevi bene fra i non credenti...” (1 Pietro 2:12 PV)
Il desiderio di “essere buoni” solo con quelli che credono in Cristo... Agli altri, giù mazzate!
v. 13 “Per amore del Signore, siate sottomessi ad ogni autorità umana... (1 Pietro 2:13 PV) v. 17 … e onorate chi vi governa...” (1 Pietro 2:17 PV)
Il desiderio di “farsi le proprie leggi”: passo col rosso, viaggio senza biglietto, lavoro a nero, evado le tasse.
v. 18 “Voi servi rispettate i vostri padroni...” (1 Pietro 2:18 PV)
Il desiderio di restare a casa e far timbrare il cartellino a qualcun altro, il desiderio di stare in ufficio davanti al pc e navigare su Amazon per fare compere.
v. 22 “Egli (Gesù) non peccò mai, né disse mai la minima bugia...” (1 Pietro 2:22 PV)
Il desiderio di crearsi una verità “parallela” diversa da quella vera.
v. 23 “Quando (Gesù) fu insultato, non rispose mai per le rime, e mentre soffriva non minacciava... (1 Pietro 2:23 PV)
Il desiderio di ferire l'altro insultandolo, il desiderio di farla pagare a chi ci fa del male...
Sono questi quelli che Pietro chiama “desideri malvagi di questo mondo”, con i quali non dobbiamo aver nulla a che fare.
Si, ma come?
Pietro ci dice che qui, in questo mondo, siamo “soltanto forestieri”, stranieri, immigrati.
Come si comporta uno straniero che sa che prima o poi tornerà a casa?
1. Conserva la lingua
La prima cosa che accade ad uno straniero è che pian piano perde la sua lingua madre; smette di pensare nella sua lingua, smette di conoscere le parole nuove della sua lingua perde l'accento della sua lingua.
Quando mia moglie si è trasferita in Italia non esisteva la possibilità di vedere le TV o ascoltare le radio britanniche attraverso il web.
Per non perdere la sua lingua avevamo comperato una radio ad onde corte tramite cui poteva ascoltare tutti i giorni una emittente che si chiama BBC World Service. Era l'unico modo per non far morire il suo inglese.
Allo stesso modo, dobbiamo come figli e figlie di Dio continuare ad ascoltare la nostra lingua madre, quella con cui siamo nati di nuovo; questo significa, semplicemente, leggere la Bibbia ogni giorno.
2. Conserva le tradizioni
L'altra cosa che, venendo in Italia, Janet rischiava di perdere, erano quelle tradizioni tipiche della sua vera patria. Ad esempio, in Inghilterra la sera di Martedì Grasso, si mangiano i pankakes... e si mangiano anche a casa nostra.
E' importante mantenere le tradizioni, perché ci ricordano che nella nostra vera patria si fanno cose differenti da quelle che si fanno dove viviamo.
Allo stesso modo, dobbiamo come figli e figlie di Dio mantenere le tradizioni che Dio ci ha indicato: questo significa, semplicemente, venire in chiesa la domenica FISICAMENTE: le dirette in streaming sono una ottima cosa per chi è impossibilitato a venire, ma sono quello che si chiama un “succedaneo” qualcosa che assomiglia costa di meno, ma non c'è paragone con l'originale.
3. Chiama a casa
Quando Janet si è trasferita in Italia, ventotto anni fa, non esisteva Whatsapp, e l'unica maniera di essere in contatto, era telefonare... e le telefonate costavano una enormità.
Ma le faceva lo stesso, perché in questo modo poteva ascoltare la voce dei suoi genitori, raccontargli quello che era accaduto qua in Italia, e magari chiedere consiglio su qualcosa.
Dio ha da sempre avuto un Whatsapp, una linea completamente gratuita con la quale lo puoi chiamare ad ogni ora del giorno e della notte... tanto per lui fa lo stesso.
Si chiama “preghiera”, quella chiamata ad un Padre che è sempre disponibile che è desideroso di sapere come stai, cosa ti accade, ed è pronto a parlarti per darti i suoi suggerimenti.
Conclusione
Per adempiere al Gran comandamento la seconda parte della mia puntata “all in” è amare Dio con tutto me stesso: corpo, vita, anima, perché sono un tutt'uno, capire che la mia patria non è questa, ma la mia cittadinanza è nei Cieli, e comportarmi come uno straniero, vivendo dove sono, ma obbedendo alle leggi del Padre.
Talvolta avere fede in Dio non basta: davanti ad eventi o prove particolari, c'è bisogno di una fede che vada oltre ciò che sappiamo possibile a Dio. --- Predicatore: Mario Forieri CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO
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“Il Signore disse a Mosè: "Vedi, io ti ho stabilito come Dio per il faraone e tuo fratello Aaronne sarà il tuo profeta. Tu dirai tutto quello che ti ordinerò e tuo fratello Aaronne parlerà al faraone, perché lasci partire i figli d'Israele dal suo paese. Ma io indurerò il cuore del faraone e moltiplicherò i miei segni e i miei prodigi nel paese d'Egitto." (Esodo 7:1-3)
“Sadrac, Mesac e Abed-Nego risposero al re: "O Nabucodonosor, noi non abbiamo bisogno di darti risposta su questo punto. Ma il nostro Dio, che noi serviamo, ha il potere di salvarci e ci libererà dal fuoco della fornace ardente e dalla tua mano, o re. Anche se questo non accadesse, sappi, o re, che comunque noi non serviremo i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai fatto erigere".(Daniele 3:16-18)
“Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano.” (Ebrei 11:6)
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