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31 maggio 2020

Pregare che lo Spirito ci cambi - Pentecoste | 31 Maggio 2020 |


Sei pronto sei pronta a pregare affinché quello stesso Spirito che cambiò la storia della chiesa ci cambi, per cambiare il mondo?
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Tempo di lettura: 12 minuti 
Tempo di ascolto audio/visione video: 33 min.

Vorrei iniziare oggi  il nostro “primo culto” dopo la clausura per il Coronavirus guardando  un video di qualche anno fa: i più “anziani qua dentro forse lo ricordano, ma per molti di voi è assolutamente nuovo.

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La tecnologia ci mette a disposizione nuovi mezzi, per cui possiamo utilizzare nuovi modi di “fare chiesa”.

Grazie al web, ai computer, agli smartphone, ai tablet, io posso in questo momento essere connesso con voi anche se non sono “fisicamente” con voi, le mie parole vi giungeranno lo stesso, il messaggio di Cristo sarà allo stesso modo predicato. E tutto questo lo potrete ottenere da casa vostra, senza dove sprecare tempo per venire qui, per trovare parcheggio, al caldo al freddo o all'acqua.

Tutto ciò che dovrete fare sarà semplicemente collegarvi al sito della chiesa la domenica mattina, 
cantare assieme i canti (sul video ci saranno i sottotitoli),  ascoltare il messaggio, dare la vostra decima attraverso la carta di credito,  e prendere il pane e il vino che vi sarà recapitato ogni mese in quantità adeguata alle vostre esigenze.

Tutto questo ci permetterà di risparmiare su affitti, luce, acqua, riscaldamento... Sarà per voi più comodo, potrete, che so, seguire la mia predicazione mentre preparate le lasagne al forno o lo spezzatino, o cambiate il pannolino a vostro figlio.

In fondo, non cambierà nulla, saremo sempre una chiesa, saremo sempre un unico corpo... il corpo di Cristo... Siete contenti, vero?

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Questo video risale al 14 settembre 2014, quasi sei anni fa... e non ditemi che non sono stato profetico!

Perché quello che nel video dicevo come provocazione si è realmente verificato dall'8 marzo 2020 in poi a causa del Coronavirus.

Sono trascorsi esattamente 83 giorni dall'ultima volta che ci siamo incontrati in chiesa, e in questi quasi tre mesi  abbiamo imparato molte cose.

Alcuni di noi hanno imparato ad usare i mezzi “tecnologici” per la prima volta, ad usare il proprio smartphone  non solo per telefonare, ma anche per vedere video  e partecipare a collegamenti in diretta con gli altri.

Molti hanno scoperto nuovi software, Zoom e Skype su tutti, e ad utilizzarli non solo per vedere predicazioni ma anche per parlare con parenti ed amici distanti.

Questi mezzi “virtuali” non solo ci hanno permesso di mantenere “aperta” la nostra chiesa;  perché la chiesa non è un edificio ma il “corpo di Cristo.

Chiesa viene dal greco ἐκκλησία – ekklēsia, che deriva dal verbo ἐκκαλέω – ekkaleo, kaleo = chiamare + ek = fuori; la chiesa non sono sassi, ma persone, uomini e donne chiamate da Cristo a uscire fuori  da tutta la folla per seguirlo.

La tecnologia ci ha consentito di incontrarci anche se eravamo ognuno a casa propria. Siamo stati capaci di pregare assieme, di chiedere preghiere, di testimoniare cosa il Signore stava facendo nelle nostre vite di testimoniare cosa il Signore stava facendo nelle vite di altri.

Questi mezzi ci hanno permesso di raggiungere persone che non avremmo mai raggiunto; le dirette dei nostri messaggi domenicali  queste 11 domeniche trascorse a casa sono state viste 2090 volte, con una media di 190 spettatori a domenica; abbiamo moltiplicato per 10 la nostra normale audience sul web.

Tutte le chiese, di qualsiasi denominazione hanno offerto culti interi, messaggi, riflessioni, canti.

Mai come in questo 83 giorni  il Vangelo è stato predicato e mai come in questi 83 giorni il Vangelo ha raggiunto persone che non avremmo mai raggiunto.

Paolo afferma in Romani:

“Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.” (Romani 8:28)

Dio è riuscito a trasformare un evento tragico come la pandemia nella più grande campagna di evangelizzazione mai messa in piedi da quando è nato Gesù!

Vedete che, allora la mia profezia di sei anni fa era giusta! Abbiamo fatto ESATTAMENTE
quello che avevo predetto: abbiamo ascoltato la Parola di Dio assieme, abbiamo pregato assieme, abbiamo cantato assieme, abbiamo anche preso la Cena del Signore assieme stando nelle nostre case... MA.... ma la chiesa è un'altra cosa!

Nulla può e potrà mai sostituirsi  a quello che è il “fare chiesa assieme. Se Gesù avesse voluto raggiungere il mondo attraverso i social, sarebbe venuto come telepredicatore, avrebbe scelto  un secolo differente da quello dove è nato.

Se Gesù avesse voluto raggiungere il mondo attraverso uno smartphone sarebbe venuto adesso, non duemila e venti anni fa.

Ma Gesù è venuto quando l'unico modo di parlare di lui al mondo era quello di incontrasi stare assieme, aiutare, parlare...

Cosa vi è mancato di più in questi 83 giorni?  Vi posso dire cosa è mancato a me: il contatto fisico. Il fatto di vedere ciascuno di voi, di passare con voi due ore assieme, scambiarci battute alla fine del culto, vedere i vostri occhi, per sapere se quel “come stai? “tutto bene” era solo una frase... oppure dovevamo metterci seduti, e parlare, e pregare...  qualche volta piangere assieme, altre volte ridere assieme.

Intendete, non dico che la tecnologia sia un nemico da combattere, la nostra piccola chiesa è stata tra le prime in Italia a sfruttare i mezzi elettronici, i “podcast” i video, le dirette,
perché, come dice Paolo:

“... con i Giudei mi sono fatto giudeo, per guadagnare i Giudei; con quelli che sono sotto la legge mi sono fatto come uno che è sotto la legge (benché io stesso non sia sottoposto alla legge), per guadagnare quelli che sono sotto la legge; con quelli che sono senza legge mi sono fatto come se fossi senza legge (pur non essendo senza la legge di Dio, ma essendo sotto la legge di Cristo), per guadagnare quelli che sono senza legge. Con i deboli mi sono fatto debole, per guadagnare i deboli; mi sono fatto ogni cosa a tutti, per salvarne ad ogni modo alcuni.  E faccio tutto per il vangelo, al fine di esserne partecipe insieme ad altri.” (1 Corinzi 9:20-23)

Tutto quello che facciamo, con qualsiasi mezzo lo facciamo, lo facciamo per il Vangelo di Cristo, perché altri possano partecipare assieme a noi a questo... alla chiesa... a coloro che Cristo a chiamato fuori... MA...

Ma sapete che giorno è oggi? Ricordate cosa si celebra cinquanta giorni dopo Pasqua? Oggi si ricorda la Pentecoste.

Vi ricordate cosa è successo a Pentecoste, vero? Che un gruppo di discepoli spaventati che vivevano “isolati” dal resto del mondo, è divenuto un gruppo di evangelizzatori che sapevano parlare  in quasi tutte le lingue del mondo.

Che dallo stare sempre assieme  e anche un po' nascosti per proteggersi a vicenda, si sono sparsi nel mondo cercando in tutti i modi di essere visti.

Sapete, a mio avviso non è un caso che la nostra chiesa torni ad incontrasi proprio oggi. Per me oggi è un punto di svolta, una nuova nascita  della nostra piccola comunità.

Dio non fa niente per caso, e non fa accadere le cose per caso, ma ci da delle informazioni circa la sua volontà e quello che si aspetta da noi, attraverso dei messaggi, dei simboli, delle “coincidenze”... che poi coincidenze non sono.

Ma per spiegarvi perché  secondo me non è un caso, e perché secondo me siamo a un punto di svolta dobbiamo vedere  cosa è successo quel giorno...

Cosa è successo quel giorno?

Era il giorno dello “Shavout”, una delle tante feste ebraiche, cinquanta più due giorni dopo “Pascha” (infatti “Pentecoste, in greco, significa “50 giorni”), dove si ricordava il passaggio dell'angelo della morte in Egitto che aveva salvato le case degli ebrei attraverso il sangue di un agnello sparso sull'architrave delle porte. Per noi ora, si chiama Pasqua.

Si festeggiavano i raccolti ma anche il giorno in cui Mosè aveva ricevuto la Torah,  le tavole della Legge sul Sinai.

Dove stavano festeggiando i discepoli lo Shavout? Lo leggiamo in Atti 2:

Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo.” (Atti 2:1)

Quale era questo “stesso luogo”? Bisogna che andiamo indietro ad Atti 1:12:

“Allora essi tornarono a Gerusalemme dal monte chiamato dell’Uliveto, che è vicino a Gerusalemme, non distandone che un cammin di sabato [1 chilometro].Quando furono entrati, salirono nella sala di sopra dove di consueto si trattenevano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo d’Alfeo e Simone lo Zelota, e Giuda di Giacomo.” (Atti 1:12-13)

Vi suona familiare? Una “stanza di sopra” ad appena un chilometro da un monte chiamato “Uliveto”.

Sarò più chiaro: torniamo indietro di 53 giorni:

“Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva sacrificare la Pasqua. Gesù mandò Pietro e Giovanni, dicendo: «Andate a prepararci la cena pasquale, affinché la mangiamo». Essi gli chiesero: «Dove vuoi che la prepariamo?»  Ed egli rispose loro: «Quando sarete entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d’acqua; seguitelo nella casa dove egli entrerà. E dite al padrone di casa: “Il Maestro ti manda a dire: ‘Dov’è la stanza nella quale mangerò la Pasqua con i miei discepoli?’”. Ed egli vi mostrerà, al piano di sopra, una grande sala ammobiliata; lì apparecchiate».” (Luca 22: 7-12)

Il “solito posto” è la stessa sala di sopra dove hanno preso per la prima volta la Santa Cena, e che era a meno di un chilometro da l'Orto degli ulivi, il Getzemani.

Tornavano sempre in quel luogo, dove tutto era iniziato... o finito. Forse sembrava un rifugio. In che stato d'animo erano? Non c'è scritto, ma possiamo immaginarcelo!

Avevano visto morire Gesù in croce (quasi tutti... chi ai piedi della croce,  chi nascosto tra i cespugli).

Lo avevano visto risorto entrare senza aprire le porte di quella stessa sala di sopra (pochi... e Tommaso non c'era).

Lo avevano visto preparare la colazione sul greto del lago una mattina aspettando che finissero di pescare (alcuni).

Lo avevano visto salire in cielo e scomparire tra le nubi (molti), prima di tornare alla solita sala di sopra.

Erano passati 10 giorni da quell'evento, dall'ultima volta che avevano visto Gesù... ed erano ancora tutti assieme...  nella stessa sala di sopra.

Cosa stavano aspettando? Non lo sapevano precisamente... ma Gesù l'aveva promesso:

“...io pregherò il Padre, ed egli vi darà un altro Consolatore perché sia con voi per sempre: lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce.” (Giovanni 14:

“Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra.” (Atti 1:8)

Dieci giorni dopo, erano, dice Luca in Atti 2:1, “tutti assieme”... uomini e donne, giovani e vecchi... e, all'improvviso...

“Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov’essi erano seduti.  Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.” (Atti 2:2-4)

E tutto cambiò: la paura scomparve, arrivò la potenza di Cristo in loro... e scesero in strada a proclamare il Vangelo al mondo!

“E si stupivano e si meravigliavano, dicendo: «Tutti questi che parlano non sono Galilei? Come mai li udiamo parlare ciascuno nella nostra propria lingua natìa? Noi Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia,  della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia cirenaica e pellegrini romani, tanto Giudei che proseliti, Cretesi e Arabi, li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue». Tutti si stupivano ed erano perplessi, dicendo l’un l’altro: «Che cosa significa questo?»” (Atti 2:7-12)

Luca fa un elenco di 17 nazioni... che parlano 17 lingua diverse... E tutti lì a stupirsi... perché “li capiscono”!

Cosa c'entra la Pentecoste con noi, oggi?

I discepoli erano stati “in clausura” in lockdown per 50 giorni; noi 83... 33 in più.

I discepoli avevano avuto paura, paura di morire; alcuni di noi anche.

Nonostante questo,   discepoli avevano continuato a riunirsi e a pregare assieme; noi l'abbiamo fatto virtualmente, ma lo abbiamo fatto anche noi.

E il premio a tanta fedeltà da parte di Gesù era una cascata di potenza che li inondava, toglieva la paura, e dava loro capacità  di farsi capire da tutti.

La chiesa di Cristo  già esisteva prima della Pentecoste, ma è con la Pentecoste  che la storia della chiesa cambia, esce dalla stanza di sopra, scende in strada e va a parlare a tutti... e a parlare  in modo che tutti capissero!

Ci sono tanti segni, tante profezie, tanti altri pastori che sentono come me che stiamo ad un punto di svolta per le nostre chiese  in Italia e nel mondo.

Abbiamo due possibilità: far finta che non sia accaduto nulla, e cercare di ricostruire la nostra chiesa “ordinata” come era prima della pandemia.

Oppure possiamo aspettare nella sala di sopra che il Signore mantenga la promessa, premi la nostra fedeltà, e mandi il suo Spirito Santo, che penetri in noi, che tolga la paura, che ci dia potenza e saggezza e strumenti per uscire nelle strade e parlare a tutti in modo che possano capire chi è realmente Gesù.

Forse avremo una chiesa “meno ordinata”, meno perfetta, un po' più “pasticciata”... ma una chiesa capace di farsi capire da tutti e di portare altri a Cristo.

Cosa chiedi, oggi, allo Spirito Santo? Una chiesa “come me la ricordavo prima”, o una chiesa “come se la ricorderà Gesù" ?

Una chiesa dove tu sia comodo o comoda, o una chiesa che adempia al grande mandato  per il quale ti è stato dato lo Spirito Santo?

Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra.” (Atti 1:8)

Una chiesa che “faccia per me”... o una chiesa che obbedisca a Cristo?

Posso assicurarti che, se preghiamo assieme, uniti, come siamo stati uniti durante la clausura, il lockdown lo Spirito arriverà, e cambierà te... la tua chiesa... e altri là fuori!

Sei pronto, sei pronta, a chiedere che lo Spirito ci cambi?

Siamo pronti, a chiedere che lo Spirito ci cambi?

Preghiamo.

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