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Vi ricordate dei giochi che facevate quando eravate bambini? Se avete dai quaranta anni in su, eravate come me, abituati a giocare “col niente”!
Quando ero bambino non c'erano gli smartphone, e neppure la Play Station. La cosa più tecnologica con cui giocavo erano i trenini o l'allegro chirurgo!
E' per questo che eravamo abituati a giocare “col niente”, semplicemente con i posti dove vivevamo, le strade, le campagne, le case diventavano i nostri “giocattoli preferiti”!
Penso che il gioco che meglio spieghi il concetto di “giocare col niente” sia il “nascondino”.
Cosa serve per il “nascondino”? Almeno tre persone, un posto abbastanza grande (un giardino, una casa), … e un po' di tecnica acquisita con l'esperienza.
Per esempio, giocando a nascondino, col tempo avevo imparato che il nascondiglio ideale doveva essere buio e doveva essere angusto, stretto, piccolo.
Sapete quale era il mio nascondiglio preferito? Ve lo mostro:
Ero molto piccolo, e riuscivo ad entrare dentro la macchina da cucire di mia madre; potevo restare per ore là senza che nessuno mi trovasse.
L'altra cosa che avevo imparato è che non dovevo muovermi! Dovevo stare assolutamente fermo.
Cosa c'entra tutto questo con l'adorazione?
La scorsa settimana abbiamo detto che “adorare” è scoprire che Dio mi cerca, e con l'adorazione io lo abbraccio per farlo esultare con canti di gioia.
Oggi voglio sfidarvi a vedere l'adorazione come qualcosa di più di accorgersi di Dio e di abbracciarlo.
Il salmo 22 dice:
“Dio mio, io grido di giorno, ma tu non rispondi,e anche di notte, senza interruzione. Eppure tu sei il Santo, che siedi circondato dalle lodi d'Israele.” (Salmo 22:2-3)
La parola che viene tradotta con “siedi” in ebraico è “יָשַׁב " “ yâšaḇ” , che è un termine che normalmente veniva riferito a chi sedeva non su di una sedia, ma su di un trono. Infatti un'altra versione traduce così:
“Eppure tu sei il Santo,tu siedi in trono fra le lodi d'Israele.” (Salmo 22: 3 CEI 2008)
Davide stava parlando di Dio, del suo Signore, del suo RE che siede su un trono, e dice che siede circondato dalle “lodi”, ovvero da persone che adorano.
Isaia al capitolo 6 usa più o meno la stessa immagine, ma ci da più dettagli di come e dove siede Dio:
“Nell'anno della morte del re Uzzia, vidi il Signore seduto sopra un trono alto, molto elevato, e i lembi del suo mantello riempivano il tempio.” (Isaia 6:1)
Che strano! Sia Davide che Isaia raccontano di una situazione di crisi, Davide inseguito da Saul per ucciderlo Isaia senza più un re che governi, ma tutt'e due hanno la visione di Dio seduto sul trono!
Ma, attenzione, con una differenza sostanziale: Davide si lamenta che Dio è lontano, Isaia invece vede Dio seduto (in Cielo) e i lembi del suo mantello arrivare fino a dentro il Tempio (in terra) e riempirlo.
Cosa significa questo? Significa due cose fondamentali:
1. nei momenti di crisi, Dio continua ad essere RE (come afferma Davide)
2. nei momenti di crisi, il suo mantello riempie il Tempio (come dice Isaia).
L'abbiamo detto tante volte: dov'era la presenza di Dio prima di Gesù? Nel Tempio!
Ma, un attimo, il Tempio non c'è più, è stato distrutto dai Romani nel 70 DC! Dov'è allora Dio, adesso?
“Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1 Corinzi 3:16)
Quale tempio, allora, riempiono i lembi del mantello di Dio nei periodi di crisi? Certo, stanno riempiendo ancora il Tempio di Dio; solo che stavolta non è un luogo fatto di colonne e travi di legno, ma un corpo fatto di carne e sangue. Tu ed io siamo il Tempio di Dio.
Perché il lembi del mantello? Cosa stanno a significare? Vi ricordate la guarigione della donna col flusso di sangue? Cosa disse la donna?
“Se riesco a toccare almeno le sue vesti, sarò salva.” (Marco 5:28)
Gli Ebrei sapevano di non poter stare alla presenza di Dio; solo il Sommo Sacerdote, una volta all'anno, dopo aver fatto tutte le possibili e immaginabili purificazioni, poteva entrare nel “Luogo Santissimo”, dove era l'Arca del Patto con dentro le Tavole della Legge, i Dieci Comandamenti, che pensavano fosse il posto dove Dio poggiava i suoi piedi. Per questo si immaginavano di poter ricevere benedizione e Grazia solamente toccando una minima parte di stoffa che fosse a contatto con il corpo del Signore.
La vedova credeva in questo, e la vedova aveva ragione, perché fu guarita dall'aver toccato il lembo della veste di Gesù
Dio stava dicendo ad Isaia in visione: “Guarda, io sono sopra di voi, la mia benedizione e la mia grazia sarà efficace per voi che mi adorate, nel tempio.”
Però... c'è un problema. La visione di Isaia è chiara: i lembi del mantello di Dio scendono nel tempio... da sopra a sotto. Questo significa che il tempio deve “stare sotto” “essere allineato” con Dio.
E' molto più probabile che possa mangiare e far festa con il Re se sto già sedendo ai suoi piedi. E' molto più probabile che mi bagni se sto in mezzo ad un fiume, piuttosto che in mezzo al deserto.
La Grazia di Dio è cibo per le nostre anime affamate; la Grazia di Dio è acqua fresca per la nostra sete di giustizia. ...ed adorare Dio mi pone nel bel mezzo del fiume che è la Grazia di Dio.
Davide ha detto:
“Eppure tu sei il Santo, che siedi circondato dalle lodi d'Israele.” (Salmo 22:3)
Se sto lodando Dio, se lo sto adorando questo significa che sono “sotto di lui” e che la sua Grazia (i lembi del suo mantello) possono riempire il tempio, ovvero me stesso, proprio nel momento del bisogno, così come era Davide inseguito da Saul.
C'è un problema: parlo per me... voi sicuramente siete differenti. L'ultima cosa che mi sento di fare quando ho un problema grave, quando sono nel bisogno è di “adorare”.
Magari mi lamento, prego, supplico, urlo... ma “adorare”, mettere a disposizione la mia vita allinearmi con Dio e con la sua volontà... beh, quello è un po' più difficile.
Non alzate le mani, ma quanti di voi, quando hanno avuto una brutta notizia o un periodo difficile, invece di adorare, hanno cercato “gratificazione” in qualcos'altro? Cibo... dormire... alcool... sesso... pornografia... droga... così, tanto per non pensarci.
Lo scrittore di Ebrei dice invece:
“Perciò, avviciniamoci con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare la grazia, quando ne abbiamo bisogno” (Ebrei 4:16 PV)
C'è un versetto nel salmo 89 che ci aiuta a capire il ruolo che gioca l'adorazione nella vita del credente:
“Felice il popolo che ti sa acclamare:camminerà alla luce della tua presenza, Signore.” (Salmo 89:15 TILC)
Qui “acclamare” è in ebraco "תְּרוּעָה", “ṯerû‘â” che significa “fare un rumore assordante” Cosa significa “acclamare”? Non è una parola che usiamo spesso, vero? Viene dal latino “clamare” = gridare + “ad” = a, verso", e significa “gridare ad alta voce con gioia”. Pensate a quello che accade quando ai concerti entra la rock star o allo stadio entra il bomber.
Il salmista lega il fatto di “acclamare” che è un modo di dire “adorare Dio”, con la felicità. Sapete vero, come viene tradotta la parola “felice” nel Nuovo Testamento? Benedetto!
Il salmo dice che se vuoi essere benedetto, se vuoi essere benedetta, devi acclamare, adorare Dio. E se acclami, adori Dio, dice il salmo camminerai alla luce della Sua presenza
Come vivi la tua vita? Stai camminando alla luce della sua presenza? Se la risposta è no, probabilmente non sei “sotto il trono”, probabilmente il “lembi del suo mantello non riempiono il “tempio” che sono il tuo corpo e la tua mente.
Probabilmente devi “riallinearti” per ottenere benedizioni, Grazia e guida. Devi, semplicemente, tornare ad adorare Dio; con la tua voce, con la tua obbedienza ai suoi comandamenti con la tua testimonianza di credente.
Cosa c'entra tutto questo col nascondino?
Vi ricordate le caratteristiche del nascondiglio ideale? Doveva essere buio, doveva essere angusto, stretto, piccolo.
Anche qui parlo per me, voi sicuramente siete diversi: io ho giocato spesso a “nascondino” con Dio... proprio nei momenti più difficili, in quelli dove avrei avuto più bisogno di lui... trovando un posto buio, stretto, dove rimanere da solo. Mi ci rinchiudevo da solo.
Qualche anno scrissi questa testimonianza parlando di un periodo specifico dove ho giocato a “nascondino con Dio”.
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Ognuno di noi passa momenti nella vita dove sembra che Dio si nasconda, dove ci troviamo nel buio, stretti dalle situazioni.
Quest'anno compio venti (ormai sono ventotto, quasi ventinove!!!) anni di servizio al Signore, e prima di diventare pastore di questa comunità, sono stato coinvolto a vario titolo con almeno altre quattro comunità.
In ognuna ho cercato di mettere a disposizione i miei doni e i miei talenti, ma questo spesso non è sufficiente a far si che le cose filino lisce al 100%.
Ad un certo punto della mia vita di credente mi sono trovato ad essere coinvolto, molto coinvolto come anziano nella conduzione di una chiesa abbastanza grande. Molto coinvolto... molto giovane... e molto inesperto!
Ho cominciato a capire che, sebbene amassi le persone con cui conducevo la comunità, e sebbene loro amassero me, la visione di come portare avanti la chiesa era completamente differente.
Non volevo andare via, perché volevo “dare” ancora ( e anche perché non c'era un gran che da scegliere in zona a quell'epoca...) ma non potevo neppure restare come anziano!
Mi sentivo in trappola, stretto da due lati: la voglia di andare e mettere dietro le spalle i conflitti, e quella di restare per poter continuare a dare e ricevere. Pensai che la soluzione migliore fosse quella di abbandonare la conduzione della chiesa e l'anzianato, e rimanere come semplice membro. Non fu una buona soluzione.
Ricordo che in quei giorni non avevo una gran voglia di “adorare” il Signore; cantavo poco in chiesa la domenica, e lo lodavo forse ancora meno durante le mie giornate (o forse non lo lodavo per niente).
Ma, una cosa l'avevo decisa: avrei continuato a servire il Signore lì, senza mormorare né parlare dietro le spalle, perché quello sarebbe stata disobbedienza al Signore, che dice:
“Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro”, ( Ebrei 13:17)
Io avevo deciso di ritornare ad essere un semplice membro di chiesa che doveva obbedienza e sottomissione agli anziani. Ricordo che non fu facile, né breve... ma ora, guardando indietro, so che se non avessi preso quella decisione, con tutta probabilità, a distanza di anni, non sarei stato chiamato a piantare una chiesa nella mia città natale. La mia “carriera” di servitore per il Signore si sarebbe interrotta lì.
Avevo pensato che non stessi adorando Dio, in quel periodo... ed invece gli stavo dando un tipo di adorazione differente: non con la mia voce, non con le mie lodi, ma “allineando” la mia vita con il Suo volere, obbedendo alle sue leggi, evitando di peccare contro altri.
Ero stato nel buio, ero stato “stretto”, ma da buon giocatore di “nascondino” avevo deciso di “non muovermi”, di fidarmi della promessa che il Signore mi aveva fatto tramite una telefonata di una credente dal Canada, proprio nell'attimo esatto che avevo detto “basta, io non ci vado più in chiesa!”. Una telefonata arrivata dopo nemmeno due minuti dal mio “basta, me ne vado” che diceva :”Stavamo pregando col mio piccolo gruppo ed ho sentito forte che Dio mi chiedeva di dirti che lui ha in serbo per te e per l'opera a Montefiascone delle benedizioni che non puoi minimamente immaginare”.
Ero stato nel buio, ero stato sotto pressione, ma ora vedo che in tutto quel periodo, Dio non stava giocando a nascondino con me: lui era lì, era sopra il tempio che io avevo deciso di costruire attraverso la mia obbedienza alle sue leggi.
L'oscurità che avevo provato erano una piega del suo mantello. La pressione che avevo sentito erano le sue mani che mi mi tenevano stretto al suo fianco. Era lui che mi aveva nascosto, per non farmi trovare dallo scoraggiamento, e per impedirmi di finire il mio servizio a Lui. Avevo sperimentato, senza esserne consapevole, quello che sta scritto nel salmo 91:
“Chi abita al riparo dell'Altissimo riposa all'ombra dell'Onnipotente. Io dico al SIGNORE: «Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio, in cui confido!” (Salmo 91:1-2)
Tutto questo, perché avevo allineato la mia vita alla sua Parola, il mio comportamento al suo volere. Perché lo avevo adorato, senza canti e senza lodi, ma con la mia vita. Ed oggi posso vedere il frutto di quell'adorazione.
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Vorrei ascoltare assieme a voi una canzone.
"Nascondino" di Scott Alan Hansen
Mi ricordo nel giardino giocavamo a nascondino io e te.
Occhi chiusi, tu contavi, mi nascondevo bene da te.
"Pronto o no, io vengo!" (dicevi) "E ti vedo, sai!
Ti faccio tana; sei lì dietro quelle foglie grandi. Arrenditi ormai."
Mi ricordo nel primo giardino l'uomo giocava a nascondino con Dio.
Occhi aperti, ma cuore caduto cercava un posto nascosto dal cielo.
"Pronto o no, io vengo!" (disse Dio) "Uomo dove sei?
Non ti nascondere dall'amore che ti può salvare."
Perché fuggi da me?"
Nascondino, Nascondino.
Il tempo passa, siamo ormai grandi,
giochiamo ancora a nascondino con Dio.
Ci copriamo con scuse vane, mascherando i dolori e le paure.
"Pronti o no, io vengo!" (dice Lui). Il crocifisso Re.
"Fate di me il vostro nascondiglio.
Arrendetevi a me."
Mi ricordo nel giardino giocavamo a nascondino io e te.
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Conclusione
Forse in questo momento ti stai trovando in una situazione dove sembra che Dio stia giocando “a nascondino” con te. Forse sei nel buio, e sei sotto pressione.
Non cercare un posto buio e stretto, ma cerca il Trono di Dio e metti la tua vita sotto di esso.
Adora Dio! Adora Dio con la tua vita! Adoralo con l'obbedienza alla sua Parola e alle sue leggi!
Vieni ad immergerti nel fiume della sua grazia! Allinea la tua vita sotto il suo trono! Dagli il benvenuto, e fallo partecipe dei tuoi problemi!
Gesù ha detto in Giovanni 4:23:
“...il Padre cerca tali adoratori.” (Giovanni 4:23b)
Usa l'altro trucco del “nascondino” Fermati! Fatti trovare da lui! Adoralo con la tua vita! Lui sta cercando di te...per poterti inondare di benedizioni!
Preghiamo.
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VIDEO DEL MESSAGGIO A BREVE
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