Avere fede è accettare confidare in un Dio d'amore anche quando non vediamo oltre le curve dei nostri problemi.
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Sono un paio di settimane che stiamo parlando di fede e di paura.
Abbiamo iniziato con Mario Forieri che ci ha domandato “Cosa fai quando la paura bussa alla porta della tua vita? Apri la porta, o apri la Bibbia?"
La scorsa settimana abbiamo iniziato a studiare Ebrei 11 per avere un modello di fede biblico.
Ed abbiamo già visto che chi ha fede non pensa ma fa, ovvero che la vera fede deve spingere ad agire perché le nostre azioni rendano visibile l'invisibile e che la fede non è un sentimento, ma un'azione.
Avevamo poi visto che chi ha fede crede ciò che Dio gli rivela non ciò che vede, che non devo fidarmi di ciò che vedo con i miei occhi
La vera realtà è ciò che Dio dice avverrà non ciò che io vedo, è il progetto finale, non lo stato attuale dell'opera.
Oggi vediamo altri due aspetti di chi ha fede.
1. Chi ha fede non pensa solo con la logica umana
Attenzione, non sto dicendo che se sei credente, se hai fede in Dio devi rinunciare completamente alle tue funzioni logiche.
Dio ti ha creato con un cervello e la capacità di guardare e capire la realtà è un SUO dono, perché Dio è un dio “logico”, che guarda ciò che accade, e capisce fino in fondo il perché e il per come degli eventi, e vuole che tu usi la capacità logica che ha seminato in te.
Perché allora la fede a volte manda la mente in tilt? Perché Dio vede l'immagine completa del percorso, mentre noi vediamo esclusivamente il tratto di strada che stiamo percorrendo.
Se abbiamo una buona vista e il percorso è pianeggiante possiamo arrivare a vedere chiaramente tre/quattrocento metri oltre; Uno con una vista eccezionale arriverà a un chilometro.
Ma basta un po' di foschia, una collinetta, una curva, e noi non vediamo più nulla.
Pensate ad Abraamo: Dio aveva detto di partire da Ur dei Caldei, una città enorme, ricca, per andare in un posto... senza rivelargli dove o quale fosse quel posto.
Lui, per fede, era partito, magari con qualche dubbio, con molte speranze. E come premio Dio lo condusse nella terra promessa.
Per fede aveva accettato la promessa di Dio che avrebbe avuto una discendenza grande come le stelle nel cielo, anche se qualche dubbio lo avrà avuto con una moglie sterile ed anziana. E come premio Dio fece partorire Sara nella sua vecchiaia, dandogli Isacco.
Sin qui, Abraamo, ha esercitato la funzione “logica” che Dio ha impiantato nel suo cervello: “Per poter avere una nazione, Dio mi deve dare un posto dove vivere... ed eccola, la terra promessa!” Logico! “Per poter generare una nazione, Dio mi deve dare un figlio... ed eccolo, il figlio Isacco!” Logico!
Tutto è filato secondo la “logica” umana, sembra una di quelle storie che finiscono con “e tutti vissero felici e contenti”. Poi, però, accade che Abraamo incontra una “curva” sul suo cammino. Qualcosa che gli impedisce di vedere “oltre”, qualcosa che va al di là della sua logica di uomo, qualcosa che stenta a capire, anzi che non capisce affatto.
“Per fede Abraamo, quando fu messo alla prova, offrì Isacco; egli, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito. Eppure Dio gli aveva detto: «È in Isacco che ti sarà data una discendenza». Abraamo era persuaso che Dio è potente da risuscitare anche i morti; e riebbe Isacco come per una specie di risurrezione. “ (Ebrei 11:17-19)
“Abraamo, dammi Isacco in sacrificio su un altare di pietra; uccidilo perché lo voglio.”
“Ma come, Signore? Ho aspettato tanto, tu me lo hai promesso, tu hai fatto il miracolo per farmelo avere, tu hai detto di avere un piano per lui… e ora lo devo uccidere?
“Abraamo, io te lo comando. Fallo, se hai fede in me.”
Cosa fai quando la fede va oltre la tua “logica” di uomo e di donna? Quando una curva, una collina, un ostacolo nella tua vita ti impedisce di vedere oltre, e tu temi che tutto sia finito lì, che non ci sarà un futuro, e che se ci sarà, sarà pieno di dolore, angoscia tristezza?
Il versetto dice:
Abraamo era persuaso che Dio è potente da risuscitare anche i morti (v. 19)
Abraamo nella sua disperazione, cerca di dare un senso a ciò che non ha senso, cerca di venirne a capo con la “logica umana”: “Forse me lo risuscita!”.
Non capisce, ma obbedisce. Obbedisce anche se vede il contrasto tra la logica di un Dio d'amore che da la vita, e l'illogica di un Dio di di dolore che la chiede indietro.
Cosa fai allora quando sei sicuro che Dio ti sta dicendo una cosa, ma non riesci a far quadrare il cerchio?
Quando sei in una situazione dove obbedire ad un chiaro ordine di Dio sembra portarti in un baratro?
La natura umana è quella di dubitare che i piani di Dio siano i migliori. La natura umana di Gesù, che era perfettamente e completamente uomo, nel Getzemani fu quella di dubitare che il piano di Dio che prevedeva la croce fosse davvero il migliore:
“Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice1 (Matteo 26:39b)
Ma la natura divina di Gesù, che era perfettamente e completamente Dio fu quella di confidare che il piano di Dio era effettivamente il migliore:
“Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi.” (Matteo 26:39b-c)
Molto tempo dopo Abraamo, ci fu un uomo che divenne famoso per la sua intelligenza, tanto che persino i re e le regine andavano a consigliarsi da lui.
A quest'uomo Dio diede il compito di scrivere un libro dove le persone che sarebbero venute dopo di lui avrebbero potuto trovare risposte alle loro domande.
Fu così che Salomone scrisse il libro di Proverbi, un libro dove è condensata gran parte della saggezza divina applicata alla vita di tutti i giorni, pieno di risposte pratiche a ciò che ci capita realmente nel modo.
Ma quest'uomo saggio, arrivato alla fine dei suoi giorni, scrisse anche un altro libro, Ecclesiaste, dove per dodici capitoli prova a dare un senso logico a tutto quello che ha viso e ha vissuto nella sua lunga vita di successo.
E dopo aver ragionato per dodici capitoli cercando di dare un senso logico a tutto ciò che logico non appariva nella sua lunga vita, conclude così:
“L’Ecclesiaste, oltre a essere un saggio, ha anche insegnato al popolo la scienza e ha ponderato, scrutato e messo in ordine un gran numero di sentenze. L’Ecclesiaste si è applicato a trovare parole gradevoli; esse sono state scritte con rettitudine e sono parole di verità.... Ascoltiamo dunque la conclusione di tutto il discorso: «Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per l’uomo»” (Ecclesiaste 12:11-12, 15)
L'uomo più saggio mai venuto al mondo conclude che è impossibile per l'uomo capire i piani di Dio, e che l'unica strada è quella di obbedire, e lasciar fare a lui.
Abraamo l'aveva fatto: non capendo il perché, cercando di dare una logica umana dove logica non c'era aveva PER FEDE scelto di obbedire.
C'è un Isacco che sai Dio ti ha promesso e ti ha dato, il tuo ministero, il tuo matrimonio felice, i tuoi figli, un’amicizia, la tua salute, il tuo lavoro, la tua chiesa, e, all’improvviso Dio ti dice: “Rinuncia”….“Perché?” … “Perché lo dico io e basta. Io sono Dio.”
Dio chiese ad Abraamo una prova alla sua fede; abbiamo detto che chi ha fede non pensa, ma fa. La fede, quella vera, così come l'amore non è un sentimento, ma un'azione.
E il commento del Dio della vita, dopo aver fermato la mano di Abraamo che era pronta ad uccidere un figlio pur di obbedire a Dio e avere fede in lui, è questo:
“Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli male! Ora so che tu temi Dio, poiché non mi hai rifiutato tuo figlio, l’unico tuo.” (Genesi 22:12)
La parola usata in ebraico per “temi” è “yârê”, che significa “avere rispetto per via della paura”.
Sapete quale parola usa Salomone quando conclude il libro di Ecclesiaste e dice “Temi Dio e osserva i suoi comandamenti”? E' proprio “yârê”!
Ti pongo la stessa domanda che ti ha fatto Mario tre settimane fa: quando la paura bussa alla tua porta, cosa fai? Apri la porta, o apri la Parola di Dio?
Dio vuole sapere che l'unica paura che abbiamo è quella di rispettare le sue Leggi.
Questo è il tipo di paura che Dio ricerca, quella paura che non cerca la logica umana ma che rispetta una logica apparentemente (e solo apparentemente) illogica di Dio... per amor suo.
Questo è il tipo di paura che dimostra a Dio che può fidarsi... e a chi si fida, lui affida...
A Noè affidò la conservazione della vita sulla terra, a Abraamo la nascita di un popolo, a Mosè la liberazione dalla schiavitù, a Giosuè la conquista della terra promessa.
Tu non puoi neppure immaginare a quali grandi opere potresti essere chiamato, potresti essere chiamata, se solo accetterai di avere fede al di ciò che vedi e che ti pare logico, e di rispettare le Leggi di Dio.
Ma... c'è un ma.
4. Chi ha fede è pronto a pagarne il prezzo
Quante volte hai sentito dire da me o da altri che la salvezza è gratis? Non puoi comprare la salvezza.
Allo stesso modo non puoi comperare la fede, ma la fede, a differenza della salvezza, non è mai gratis... c'è un costo, piccolo o grande, ma un costo da pagare.
“(Noè) con la sua fede condannò il mondo” (Ebrei 11-7b)
Per Noè il costo era veder perire nelle onde familiari, amici, armenti, città... tutto....e ritrovarsi solo.
“(Mosè) rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio.” (Ebrei 11: 24.25)
Per Mosè era perdere ogni privilegio regale, patire la fame, le percosse, il disprezzo.
“Allora il re di Gerico mandò a dire a Raab: «Fa’ uscire quegli uomini che sono venuti da te e sono entrati in casa tua; perché sono venuti a esplorare tutto il paese».” (Giosuè 2:3)
Per Raab era le minacce del re per aver nascosto le spie ebree in casa. e la possibilità di essere lei uccisa assieme a loro.
Lo scrittore di Ebrei ci offre una varietà di costi che i credenti hanno dovuto pagare e pagano tutt'ora perché hanno fede:
“altri furono torturati ...altri furono messi alla prova con scherni, frustate, anche catene e prigionia. Furono lapidati, segati, uccisi di spada; andarono attorno coperti di pelli di pecora e di capra; bisognosi, afflitti, maltrattati ... erranti per deserti, monti, spelonche e per le grotte della terra.” (Ebrei 11:35-38)
Sapete, quanto vorrei un “Dio-ombrello”, di quelli che protegge solo me (e quelli che dico io): ”Dio mi ama = non mi farà soffrire”.
Oppure un “Dio-sponsor” di quelli che mi raccomanda: “Io ho fede = Dio mi provvede la raccomandazione per ricevere quello che dico io.”
Ma sapete, il mio è il “Dio-croce”, di quelli che vengono per salvarmi: “Io ho fede = Dio è morto al posto mio”.
Essere obbedienti a Dio, quasi mai comporterà avere una vita facile, un ombrello, una raccomandazione... ma piuttosto una croce da portare.
Gesù dice:
“Chi vuole seguirmi, deve smettere di pensare a se stesso, e deve essere pronto a portare la propria croce ogni giorno, restandomi vicino!” (Luca 9:23 BDG)
Seguire il volere del Padre, ha portato Cristo, colui che ha steso i Cieli, a morire come un criminale su una croce.
In cosa ha fede tu? Se è in un “Dio-ombrello” sappi che la tua fede durerà fino al primo grosso problema. E quando non lo risolverai attraverso la fede nel Dio-ombrello, allora non avrai più fede.
Oppure se è in un “Dio-sponsor” sappi che la tua fede durerà fintanto che otterrai ciò che chiedi. E quando non otterrai ciò che desideri attraverso il Dio-sponsor, allora non avrai più fede.
Ma, invece, se la tua fede è nel “Dio-croce” la tua fede sopravviverà alle tempeste della vita, perché Lui ha già vinto per te.
“ "Credete adesso?" chiese Gesù... Vi ho detto queste cose, perché in me abbiate pace. Nel mondo vi aspetta sofferenza, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo!" “(Giovanni 15:31, 33 PV)
Preghiamo
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