(Audio registrato all'aperto: la qualità ne risente)
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Per noi oggi è un grande onore tenere i battesimi proprio nel giorno in cui tanti volontari stanno
ripulendo il nostro meraviglioso lago.
Cosa stanno facendo i ragazzi e le ragazze, le donne e gli uomini impegnati oggi con paletta, guanti e sacco della spazzatura?
Stanno, semplicemente, cercando di far ritornare questi luoghi allo splendore che avevano in origine, quando erano puliti, quando l'uomo non ci aveva messo del suo per inquinare ciò che era puro.
Come uomini e donne del mondo non siamo molto bravi a conservare le cose belle, e preservare le cose pure.
Ci viene invece benissimo di danneggiare quelle belle, di inquinare quelle pure. Sapete perché? Per due motivi principali.
Il primo è perché ci vuole più sforzo a conservare e preservare; bisogna avere attenzione, avere un piano che preveda come mantenere la purezza dei luoghi.
Il secondo è perché pensiamo di essere i padroni del mondo; quello che vediamo, fino a dove arriva lo sguardo deve servire al nostro piacere.
Sapete una cosa? Quello che ho detto per la nostra vita naturale vale anche per la nostra vita spirituale. Quello che vale per i luoghi dove viviamo vale anche per i luoghi dove vive la nostra anima.
Per noi che crediamo sappiamo che la bellezza di questo luogo non è un caso, ma un progetto.
In Genesi 1:31 è scritto che, alla fine della creazione
“Dio vide che questo era buono” (Genesi 1:25b)
Ma quando si trattò di guardare l'uomo e la donna, gli essere che aveva creato per avere un rapporto intimo e di amore con loro:
“Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono.” (Genesi 1:31a)
Nel Salmo 139:14 è scritto:
“ Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo (Salmo 139:14a)
E la frase nell'originale ebraico è “io sono il capolavoro di Dio”.
Siamo capolavori... ma siamo “ben tenuti”, oppure abbiamo bisogno di una pulizia “straordinaria” come il lungolago?
Una volta un amico avvocato mi disse che quando volevano difendere un cliente che aveva una causa contro qualcun altro, la prima cosa che facevano era di andare a rubare i sacchi dell'immondizia che appartenevano al rivale legale del loro cliente.
Quando chiesi perché, lui mi rispose: “La tua immondizia parla di te molto più delle tue parole”.
Se aprissimo una delle buste che i ragazzi stanno raccogliendo, di sicuro avremmo uno spaccato delle persone che frequentano il lago delle loro abitudini, di come sono.
Ma io oggi voglio aprire assieme a voi non la busta dell'immondizia di un luogo fisico ma quella di un luogo spirituale.
Questa busta potrebbe essere quella che che contiene la spazzatura della mia anima.
Perché sapete, ogni tanto, anche io decido di fare pulizia come oggi stanno facendo attorno al lago.
Mi accorgo che le cose non vanno nella mia vita, che quello che un tempo era un posto bello è ormai simile ad una discarica dove vivo con difficoltà dicendo spesso a me stesso “devo fare un po' di pulizia nella mia vita”.
Vogliamo vedere cosa c'è dentro la mia spazzatura, allora?
BOTTIGLIA DI SOTTACETI: se la lascio stappata in cucina quando è quasi finita, puzza.
Rappresenta il senso di superiorità, l'orgoglio: “Io sono meglio degli altri”, io non faccio quello che fanno gli altri”, “io capisco più degli altri”. E alla fine divento fieri della nostra superiorità, rispetto agli altri; anche di quella spirituale: “Io non commetto i peccati che lui commette!".
PEPERONE: se lo maneggio e poi mi tocco gli occhi, brucia e mi acceca.
Rappresenta la rabbia. La rabbia che scarico contro la mia sposa, contro i miei figli, contro i miei compagni di lavoro. Lo maneggio tritandolo finemente per buttarlo in faccia agli altri, ma alla fine spesso finisce nei miei occhi e acceca me piuttosto che gli altri.
CARBONE: il carbone è quello che resta di qualcosa che mi ha dato calore e luce, ma che ormai è sporco e macchia tutto quello che tocca.
Rappresenta l'egoismo, la voglia di avere calore e luce solo per me, ma che, alla fine, se non nutro la mia vita con l'amicizia e la generosità, finisce per essere solo una cosa nera e fredda che sporca se la tocco. Se faccio le cose per me stesso, le tracce di sporco si vedono, ed è difficile mandarle via.
OROLOGIO: vivo seguendo orari fissati per far entrare tutto nelle nostre 24 ore.
Rappresenta la nostra mancanza di tempo per le persone importanti della mia vita. Può essere uno sport, il mio lavoro, un hobby... Spesso passo più tempo davanti allo smartphone che a parlare con la mia sposa, coi figli, con gli amici... E alla fine della giornata mi accorgo che non rimane molto di quella giornata.
TACCUINO: prendo nota di quello che le persone attorno a me fanno, oppure hanno, oppure ottengono.
Rappresenta l'invidia. Il lavoro, la casa, la famiglia dell'altro; penso “perché a lui si e a me no? IO mi merito quello, non lui!”. Il problema con l'invidia è che, alla fine, non riesco ad apprezzare ciò che ho , perché passo il tempo ad invidiare altri per le cose che non ho.
LIMONE: se lo lascio sul piano di marmo della cucina, fa un buco che non posso più riempire; ha un gusto acido ed amaro.
Rappresenta l'amarezza. Nasce dal non perdonare le offese, dall'essere offeso sempre anche dalle piccole cose, dal portare ancora le ferite del passato e dal non volerle lasciar andare.
So che dovrei perdonare... ma decido di lasciarlo lì, sul piano di marmo della mia anima, a fare un buco che non si può riempire.
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OK. Sono stato bravo, ho fatto pulizia nella mia vita e ho messo tutto nel sacco della spazzatura...
E ora? Che ne faccio di tutte le cose che hanno fatto di me dal “capolavoro di Dio” a una discarica a cielo aperto?
Posso provare a sotterralo, fare una buca nel mio giardino... ma, sapete, prima o poi la fermentazione porterà su la puzza, i cani scaveranno, e io dovrò ritornare a sotterrare... e ancora, e ancora...
Oppure posso legarmelo al collo, e farlo penzolare dietro la mia schiena... Così non lo vedrò più... ma gli altri si...
Oppure...
Oppure posso fare quello che Isaiah ha deciso di testimoniare oggi accettando di essere battezzato nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Decidere di accettare come personale Signore colui che non nasconde i miei errori, non giustifica i miei peccati,
(un membro della chiesa, passando dietro di me afferrerà e porterà via il sacchetto)
ma, semplicemente, li porta lontano da me. Isaiah ha compreso questo, ha compreso che Gesù solo può fare in lui questa pulizia radicale. Non è il battesimo che lo lava, ma la fede in Gesù che esprime attraverso di esso che lo lava.
In 1 Giovanni 1 sta scritto:
“Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, abbiamo comunione l’uno con l’altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.” (1 Giovanni 1:7-9)
Isaiah ha attraversato un deserto e poi ha attraversato il mare per ritrovarsi qui ad accettare quel Gesù che lo ha seguito lungo il deserto e sopra le onde.
Ma, così come nella vita reale, le pulizie non si fanno mai una sola volta, ma serve di farle di tanto in tanto.
E, soprattutto, serve di avere un piano per produrre meno immondizia possibile.
Isaiah, tu hai già camminato assieme a Gesù e oggi il tuo battesimo è un altro passo in quel piano.
In Colossesi Paolo dice:
“Ed ora, come avete ricevuto Gesù Cristo, il Signore, così pure vivete con lui. Tenete le vostre radici in lui, finché sia lui a costruire la vostra vita e a fortificarvi nella fede” (Colossesi 2:6-7 PV)
Eccolo il piano! Il piano che Isaiah ha scelto per evitare di ingombrare la propria vita con l'immondizia del mondo. Vivere mettendo le tue radici in Gesù. E lasciare che sia lui a costruire la sua vita.
Tu che mi hai ascoltato oggi: come va la raccolta differenziata della tua vita? Hai anche tu un sacco pieno di cose che non vorresti più vedere attorno?
Affidala a Gesù! Scegli il suo piano! Affidala a chi può nonostante i deserti e le onde che incontrerai costruire la tua vita e renderti forte.
Preghiamo.
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