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09 ottobre 2016

Essere un credente "DOC" | 9 Ottobre 2016 |

Che tipo di credente sei? Uno di quelli che dubita, disonora e disobbedisce , oppure uno di quelli che dona, obbedisce e crede?

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La settimana scorsa avevamo riflettuto  sulla parola “problema”; questa settimana voglio iniziare con un'altra parola.

E' una parola che conosciamo bene,  che come credenti non ci dovrebbe appartenere, ma che, ahimè, è più comune di quanto pensiamo.

Ipocrita : Zingarelli:” colui che simula buoni sentimenti, buone qualità, buone intenzioni."
Etimologico: “colui che si studia di comparire onesto e religioso mentre tutti i doveri conculca (=calpesta) di onestà e di religione. Dal greco: yipokritès = attore."

L'ipocrita, per i greci, era semplicemente un  un “attore”, qualcuno che “finge” di essere un altro.

Quante persone ci sono al mondo che “interpretano una parte, fingono di essere diversi da quello che realmente sono.

Ci sono due brevissime storie, realmente accadute che mostrano questa “dinamica”:

“In un giorno, bollente quando avevano ospiti a cena, la mamma  chiese al figlio di 4 anni di ringraziare il Signore per i cibi.. "Ma io non so cosa dire!" il ragazzo si lamentò. "Suvvia, devi solo dire quello che senti dire da me" sua madre rispose. Ubbidiente, il ragazzo chinò il capo e mormorò: "Oh Signore, perché ho invitato queste persone in  un giorno caldo come questo?" 

“Un diacono piuttosto pomposo  stava tentando di sottolineare ad una classe di ragazzi l'importanza di vivere una vita cristiana. "Perché la gente dice  che sono un credente?" chiese l'uomo. Dopo un momento di pausa, un giovane disse: "Forse è perché non la conoscono." 

L'ipocrita ha una sua vita,  che è differente da quella che finge di vivere.

Quanti “attori”, quanti ipocriti conosciamo nella nostra vita? Molti dei politici che ti carpiscono il voto lo sono, ma anche molte persone che vivono attorno a noi “recitano” una parte che in realtà non vivono.

Ma anche noi ci mettiamo del nostro. E cosa “fingiamo” più spesso? Fingiamo atteggiamenti che sappiamo essere buoni, giusti, onesti, ma che in realtà, non pratichiamo.

CS Lewis ha detto questo:

“Chiunque abbia mai insegnato o tentato di condurre gli altri, conosce la tendenza in noi tutti di esagerare la nostra profondità , mentre  trattiamo con indulgenza i nostri difetti. La Bibbia chiama questa “tendenza ipocrita”. Noi consciamente o inconsciamente presentiamo una immagine di noi stessi migliore di quella che esiste davvero. L'aspetto esteriore del nostro carattere e la realtà interiore (che solo Dio, noi, e forse i nostri familiari sanno) non corrispondono.”

L'ipocrisia, l'agire simulando una vita e facendone un'altra è un male antico. E' antico come il mondo Dio dedica un intero libro della sua Parola all'ipocrisia.

Il Libro di Malachia

Contesto: Malachia è ultimo libro dell'Antico Testamento (400 anni prima di Gesù). Ci sono oltre 400 anni di silenzio prima che Dio parli di nuovo tramite le Scritture  (con la lettera di Paolo 1° Tessalonicesi – 52 AD).

In che stato è il popolo di Dio? Sono passati circa 50 anni dal ritorno dalla prigionia in  Babilonia
Neemia e gli altri hanno ricostruito le mura, gran parte della città; il Tempio è stato ricostruito e la gente vi si reca regolarmente. Tutte le feste tradizionali scritte nella Legge sono di nuovo osservate
(Pasqua, Capanne, ecc.). Il popolo è di nuovo monogamo (e non poligamo come era stato in parte in Babilonia)

Dunque, va tutto bene!  Purtroppo, non proprio!

La situazione non vi suona familiare con altre che viviamo anche noi? Le persone vanno in chiesa (il nuovo “tempio), anche se di meno ci si sposa di solito in chiesa,  la gente festeggia le cosiddette “feste comandate” (Pasqua, Natale e il patrono cittadino).

Certo Dio sarà felice divedere questo! Sapete, se Dio è felice oggi col suo popolo,  allora lo sarà stato anche all'epoca di Malachia.

Vediamo allora l'inizio del libro.

“Io vi ho amati», dice il Signore.” (Malachia 1:2a)

Il libro non inizia con la frase “Io vi amo”,ma con la frase “Io vi ho amati – dice il Signore...”. Quell'amore è stato trasformato in un'accusa verso il suo popolo.

Quali sono le accuse di Dio ad Israele?

Cosa “addebita” Dio al suo popolo Gli addebita di essere “ipocriti”, di fingere atteggiamenti che sono buoni, giusti, onesti, ma di non praticarli nelle loro vite.

Dio dice: “Voi sacerdoti siete  “indolenti” ovvero “non fate il proprio dovere”; voi popolo siete lontani dall'osservare le leggi di Dio,  le leggi sono state riviste e scorrette ad uso personale dai sacerdoti non esiste più solidarietà tra di voi:  un tempo eravate uniti, ora ognuno pensa al proprio utile.”

Quali conseguenze ha questo comportamento?

Cosa provoca un simile comportamento dinanzi a colui che li ha amati?

1. Disonora Dio

"Un figlio onora suo padre e un servo il suo padrone; se dunque io sono padre, dov'è l'onore che m'è dovuto? Se sono padrone, dov'è il timore che mi è dovuto? Il SIGNORE degli eserciti parla a voi, o sacerdoti, che disprezzate il mio nome! Ma voi dite: "In che modo abbiamo disprezzato il tuo nome?" Voi offrite sul mio altare cibo contaminato, ma dite: "In che modo ti abbiamo contaminato?" L'avete fatto dicendo: "La tavola del SIGNORE è spregevole". Quando offrite in sacrificio una bestia cieca, non è forse male? Quando ne offrite una zoppa o malata, non è forse male? Presentala dunque al tuo governatore! Te ne sarà egli grato? Ti accoglierà forse con favore?" dice il SIGNORE degli eserciti.". (Malachia 1:6-9a)

Sottolineate le parole “padre” e “padrone”; Dio dice: “Se mi riteni un padre, allora mi devi onorare come figlio. Se mi ritieni patrone, allora devi avere timore di me come servo. Io per te sono sia Padre sia Padrone merito il MEGLIO di voi e da voi."

Sapete che mio padre era un politico, uno di quelli che non ha fatto “carriera”, ma è rimasto locale, forse perché non dava né riceveva “mazzette” o “tangenti”.

A lui piaceva dare aiuto a chi ne aveva bisogno nei limiti dell'onesto: le persone che avevano ricevuto aiuto portavano a Natale “il meglio” per ringraziare quanto ottenuto gratuitamente. Era il pollo allevato meglio, o la bottiglia di vino migliore prodotto.

Quello che dava mio padre era “poco” o “nulla” in confronto a quello che da Dio: se diamo il meglio a chi ci ha fatto poco,  allora a Dio spetta il MEGLIO DEL MEGLIO!

Riflessione: sto dando il “meglio del meglio” al mio Signore? Oppure gli offro “bestie mezze morte”? Quello di cui voglio disfarmi? Quale tempo sto dando al mio Signore? E' la migliore parte del mio giorno, o è quella dove non ho altro da fare? Quanto tempo sto dando al mio Signore? E' la migliore parte del mio giorno, o quella che rimane dopo tutto il resto?

2. Disobbedisce a Dio

a. La legge di Dio non è applicata ma “interpretata”

“Ma voi vi siete sviati, avete fatto inciampare molti nella legge, avete violato il patto di Levi", dice il SIGNORE degli eserciti. "Anch'io vi renderò spregevoli e abietti agli occhi di tutto il popolo, perché non osservate i miei insegnamenti e avete dei riguardi personali quando applicate la legge". Non abbiamo forse tutti un solo padre? Non ci ha creati uno stesso Dio? Perché dunque siamo perfidi l'uno verso l'altro così che profaniamo il patto dei nostri padri?” (Malachia 2:8-10)

Detto popolare: “ la legge è forte coi deboli e debole coi forti”: molti di noi, in questa chiesa stanno sperimentando questa verità!

Paolo afferma invece:

“Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose, e ricerca la giustizia, la pietà, la fede, l'amore, la costanza e la mansuetudine”. (1 Timoteo 6:11)

b. La regola “non mischiatevi coi non credenti” non è più applicata.

“Giuda si è dimostrato infedele e l'abominazione è stata commessa in Israele e a Gerusalemme; perché Giuda ha profanato ciò che è santo al SIGNORE, ciò che egli ama, e ha sposato figlie di dèi stranieri. (Malachia 2:11)

Paolo lo ha detto in questi termini:

“Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c'è tra la giustizia e l'iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre? E quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale relazione c'è tra il fedele e l'infedele? E che armonia c'è fra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come disse Dio: "Abiterò e camminerò in mezzo a loro, sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.” (2 Corinzi 6:14-16)

Vi ricordate Salomone? Lui per  per primo aveva sperimentato questo. Aveva creduto di poter “controllare” le sue mogli pagane, alla fine in Ecclesiaste racconta con amarezza il frutto di tutto questo.

Quando mia moglie Janet ed io ci siamo conosciuti la prima volta, e ci siamo innamorati, io ero non credente, lei credente. Tra i tanti motivi che impedivano la nostra unione, Janet ne aveva uno tra tutti:
quel versetto di Paolo: “ Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi.”

Ed aveva ragione! E solo quando sono divenuto credente,  o meglio, quando ho ritrovato la mia fede in Cristo, Janet mi ha preso in considerazione come possibile sposo.

La realtà è che, al giorno d'oggi, è difficile trovare un partner “credente”. La tecnica attuale e quella che dice:  “Mi piace, lo/la sposo, poi la/lo faccio diventare credente... con calma.” Qualche volta funziona... ma non è la regola.

Ragazzi, ragazze: siate chiari con voi stessi ora: se volete continuare a seguire il Signore, un partner non credente non è l'opzione praticabile.

c. La preghiera serve a “giustificare” il peccato, non a chiedere perdono per esso

“C'è un'altra cosa che voi fate: coprite l'altare del SIGNORE di lacrime, di pianto e di gemiti, in modo che egli non badi più alle offerte e non le accetti con gradimento dalle vostre mani. Eppure dite: "Perché?" Perché il SIGNORE è testimone fra te e la moglie della tua giovinezza, verso la quale agisci slealmente, sebbene essa sia la tua compagna, la moglie alla quale sei legato da un patto”.. (Malachia 2:13-14)

Giovanni lo pone in questi termini:

"Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi. "(1 Giovanni 1:9-10)

Spesso pecchiamo, e internamente lo facciamo nella (falsa) certezza che Dio, ci perdonerà... comunque! Questo ragionamento lo facciamo con la testa... non con il cuore! Giovanni dice che c'è differenza tra confessare con la bocca e confessare col cuore: Dio vuole confessioni col cuore: “ho peccato, mi pento, aiutami a non peccare più”.

Riflessione: sto “interpretando” la legge di Dio a mio favore, oppure la sto applicando su di me e verso gli altri? Sono “nel mondo” o “del mondo”? Le mie confessioni vengono dal cuore o dalle labbra?

3. Dubita di Dio

a. Dipinge un dio malvagio

“Voi stancate il SIGNORE con le vostre parole, eppure dite: "In che modo lo stanchiamo?" Quando dite: "Chiunque fa il male è gradito al SIGNORE, il quale si compiace di lui!" o quando dite: "Dov'è il Dio di giustizia?" (Malachia 2:17)

Ti è mai capitato di dire, o di pensare:  “Dio è ingiusto. Perché permette questo?” Anche Israele stava facendo lo stesso.

b. Cambia i valori della vita

“Ora, noi proclamiamo beati i superbi; sì, quelli che agiscono malvagiamente prosperano; sì, tentano Dio e restano impuniti!” (Malachia 3:15)

Ti è mai capitato di pensare che “sarebbe meglio essere disonesti”? I detti popolari lo dicono:  “Aiutati che Dio t'aiuta”,  “Chi pecora si fa, il lupo se la mangia”.

Viviamo nella cultura del “Fatti furbo!” Evadi le tasse, passa col rosso, salta la fila", ecc.

Dov'è Dio nel frattempo? Cosa fa Dio vedendo l'empio che prospera e il giusto che soffre? Dio, semplicemente, prende nota.

“Allora quelli che hanno timore del SIGNORE si sono parlati l'un l'altro; il SIGNORE è stato attento e ha ascoltato; un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono il SIGNORE e rispettano il suo nome. "Essi saranno, nel giorno che io preparo, saranno la mia proprietà particolare", dice il SIGNORE degli eserciti; "io li risparmierò, come uno risparmia il figlio che lo serve. Voi vedrete di nuovo la differenza che c'è fra il giusto e l'empio, fra colui che serve Dio e colui che non lo serve.” (Malachia 3:16-18)

Paolo la mette in questi termini

“Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria” (2 Corinzi 4:16)

Dio non è assente, non è disinteressato, ma è lì che SCRIVE, prende nota in un libro personale di chi lo serve bene! Ci sarà un giorno dove quel libro verrà letto, e quello che c'è scritto sopra farà la differenza!

Riflessione: hai mai pensato “Dio è cattivo”? Se si, non fartene una colpa; sei in buona compagnia! La prossima volta pensa: “Dio, so che sei buono, e so che tu vedi l'intero dipinto, noi io. Aiutami a riposare in te”.

Quali valori porti con te nella vita “nel mondo”?  Quelli di Dio o quelli “del mondo”? Sei alla ricerca di essere gratificato in questo mondo, oppure ti basta sapere che sei sul taccuino di Dio nella sezione “amici”?

Riflessione per chi ha un ministero in chiesa: se il popolo cade, spesso la colpa è delle guide il pastore/sacerdote/ministro deve interpretare rettamente la parola di Dio

“Sfòrzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che dispensi rettamente la parola della verità”. (2 Timoteo 2:15)

Pastori ed anziani saranno chiamato a renderne conto.

“essi vegliano per le vostre anime come chi deve renderne conto”  (Ebrei 13:17)

Ma chiunque ha un ministero nella chiesa deve adoperarsi affinché il popolo non cada, essere di esempio, vivere veramente come vuole il Signore, non “interpretare” la parte del credente di fronte agli altri.

Sai quale è il momento più difficile per essere credente? Quando rientri a casa, magari dopo il culto, quando devi mettere in pratica ciò che hai udito con la tua famiglia, dimostrando amore, affetto, comprensione, perdono. Quando devi rifiutare di aprire quel certo sito che non fa per te, quando  vedi la TV e devi decidere se quello che ti propone come modello è giusto o meno. Ricorda che, anche se sei il miglior attore fuori dalle quattro mura di casa, Dio ti vede anche dentro alle quattro mura.

Stai interpretando una “parte” invece di vivere la vita cristiana?

Ricordati che...

Disonori Dio

Non dai il meglio del meglio, né quello che è giusto dare a Dio

Sei disposto a dare la tua pecora migliore? Sei disposto a salire il monte Moria con la legna sulle spalle per sacrificare tuo figlio Isacco? Dio ti ha dato il meglio del meglio; lui si, ha sacrificato suo figlio per te.

Disobbedisci a Dio

Conosci le leggi, ma le applichi in modo personale.

Conosco ed applico su di me e sugli altri le leggi di Dio? So essere “nel mondo” senza essere “del mondo”?

Paolo dice:

“Vi ho scritto nella mia lettera di non mischiarvi con i fornicatori; non del tutto però con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari e i ladri, o con gl'idolatri; perché altrimenti dovreste uscire dal mondo; ma quel che vi ho scritto è di non mischiarvi con chi, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone, un ladro; con quelli non dovete neppure mangiare. (1 Corinzi 5:10-11)

Confesso col cuore per cambiare la mia vita ed essere simile a Gesù?

Dubiti di Dio

Dubiti che Dio sia buono, ed esalti chi si fa furbo.

Sai lasciare a Dio quello che non capisci? Sai che stai costruendo una “gloria smisurata” ed eterna?

Scegli: vuoi essere un credente DDD o un credente DOC?
Il credente DDD:

Dubita
Disonora
Disobbedisce

C'è un altro tipo di credente, tuttavia, quello in cui Dio si compiace: Il credente DOC:

Dona il meglio del meglio a Dio
Obbedisce alle leggi di Dio
Crede nella giustizia di Dio.

Malachia parlava ad un popolo che non aveva ancora conosciuto Gesù e non aveva visto quanto sia buono il Signore.  Tu vivi avendo conosciuto la bontà di Dio, così grande da sacrificare il Figlio per poterti salvare.

Lo sai. Quale tipo di credente vuoi essere? Preferisci essere un credente DDD o un credente DOC?

Preghiamo.

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