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08 marzo 2009

Il 100% al Signore comincia lungo la strada. | 8 Marzo 2009 |



Qualche settimana fa vi ho lasciato con un messaggio il cui tema principale era dare il 100% della nostra vita al Signore




  • Pregando il Signore


  • connettendo la nostra vita al Signore


  • affidando la nostra vita al Signore.


Avevamo preso ad esempio la vita di Neemia, e tramite essa avevamo visto che darei tutto al Signore costa: costa fatica, costa tempo, costa danaro.

Ma, allo stesso tempo avevamo visto che se diamo il 100% al Signore, allora i nostri sogni (che sono i Suoi progetti per la nostra vita) divengono realtà.


Sono passate quattro settimane da quel messaggio, ed io vi ho lasciato spronandovi a sognare come vedete la vostra chiesa nei prossimi anni. Ma vi ho anche lasciato con una “sfida”: cosa sono disposto a dare al Signore del mio tempo e dei miei soldi, e cosa devo cambiare nella vita con Dio e con gli altri?


Come è andata? Hai riflettuto? Quali decisioni hai preso per la tua vita e per la tua chiesa?


Mai come in quel messaggio il mio intento è stato non quello di “informarvi” del Vangelo di Cristo, ma di “trasformarvi” tramite il Vangelo di Cristo.


E' venuta in mente a nessuno questa domanda, nelle ultime quattro settimane: “OK, Marco. Mi stai forse chiedendo di “abbandonare” il lavoro e di servire a tempo pieno il Signore? E' questo quello che intendi quando dici 'dare il 100% della mia vita a Lui'? Devo fare come ha fatto Amy, e diventare 'missionario', o come ha fatto Giuseppe Longo, e diventare 'fondatore di chiese', o come ha fatto il pastore X, e diventare predicatore?


Sapete, come vostro anziano, vi voglio svelare un “segreto professionale” che solo noi “pastori”, “anziani”, “predicatori” conosciamo: essere missionario, pastore, o fondatore di chiese non significa necessariamente dare il 100% della vita al Signore.


Ovviamente, sto scherzando; non è un segreto, non lo è per nessuno: stare da questa parte del pulpito non significa aver dato automaticamente il nostro 100% (dovrebbe esserlo, ma qualche volta non è così!), essere missionari non significa automaticamente aver dato il 100%, e così via.


Se dunque non devo necessariamente diventare pastore, missionario o fondatore di chiese per dimostrare che sto dando il mio 100% al Signore, che cosa devo fare?


C'è un passo, che abbiamo letto anche nel mio precedente messaggio, nel quale lo stesso Gesù riassume l'intera Legge di Dio; si trova in Matteo 22:36-40, ed è quello che chiamiamo spesso il “Gran Comandamento”.


Oggi voglio leggere assieme a voi il resoconto che fa Luca del medesimo episodio, per un motivo ben preciso. Se ti sei domandato “come fare per...” non sei né il solo, né il primo. Gesù già sapeva che gli avresti fatto questa domanda, ed è per questo che ha provveduto a spiegare meglio quel “come fare per...”. Lo ha fatto nella maniera che ama di più, raccontando una “parabola”, una storia per indicare un esempio da seguire. Leggiamo assieme questa storia.


(25) Ed ecco, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova, e gli disse: "Maestro, che devo fare per ereditar la vita eterna?" (26) Gesù gli disse: "Nella legge che cosa sta scritto? Come leggi?" (27) Egli rispose: "Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso". (28) Gesù gli disse: "Hai risposto esattamente; fa' questo, e vivrai". (29) Ma egli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?" (30) Gesù rispose: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s'imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. (31) Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada; e lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. (32) Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. (33) Ma un samaritano che era in viaggio, passandogli accanto, lo vide e ne ebbe pietà; (34) avvicinatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra olio e vino; poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. (35) Il giorno dopo, presi due denari, li diede all'oste e gli disse: "Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno". (36) Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s'imbatté nei ladroni?" (37) Quegli rispose: "Colui che gli usò misericordia". Gesù gli disse: "Va', e fa' anche tu la stessa cosa".(Luca 10:25-37)


Si dice che un buon giornalista, per raccontare una storia e renderla più chiara possibile al lettore, debba tenere sempre presente cinque domande (che, difatti, si chiamano “domande giornalistiche”).


Esse sono:


1.Chi?


2.Dove?


3.Quando?


4.Come?


5.Perché?


Gesù non ha (e non ha bisogno) di nessuna laurea in giornalismo, ma risponde in questo brano proprio a queste cinque domande, perché ci ama, e perché vuole che capiamo perfettamente quello che Lui desidera, si attende e vuole da noi.


1. Chi?


Gesù non sceglie a caso i tre protagonisti della storia.



Il Sacerdote rappresenta colui che, per vocazione, ha dedicato la sua intera esistenza a Lui, mentre il Levita è colui che si occupa di servire nel tempio; al giorno d'oggi li chiameremmo “pastore” e “diacono”.



Quale è il loro comportamento? Versetti 31 e 32: ”lo vide, ma passò oltre dal lato opposto”.



Che delusione, che ipocrisia, questi due individui! Essi dovrebbero conoscere a memoria i comandamenti del Signore ma, pur vedendo la necessità nella vita dell'altro, scelgono di passare dal lato opposto, non si avvicinano neppure alla vita di colui che ha bisogno!


Quello che ci saremmo aspettati dagli “uomini di Dio”, invece lo vediamo fare a colui che proveniva da una razza ritenuta dagli Ebrei “impura”; versetti 33 e 34:


(33) Ma un samaritano che era in viaggio, passandogli accanto, lo vide e ne ebbe pietà; (34) avvicinatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra olio e vino


Anche il Samaritano vede l'uomo che ha bisogno, ma non decide di passare dall'altra parte della strada, gli passa a fianco, e passandogli a fianco la sua vita senza apparenti problemi entra in contatto con la vita piena di problemi dell'altro. Non aspetta che qualcuno gli dica chi deve intervenire a favore di quella vita in pericolo: LUI è il CHI!


Se hai accettato la sfida scritta su quel foglietto quattro settimane fa, ora sai che la risposta al “chi?” sei tu; e allora io ti chiedo: stai passando “accanto” alle vite delle persone che hai intorno, oppure passi dall'altro lato della strada?


Passare accanto alle vite delle persone, avvicinarsi ai loro sogni, ai loro bisogni, alle loro gioie, alle loro preoccupazioni: comincia da lì il tuo cammino per dare il 100% di te al tuo Signore.
Perché, se tu passi vicino alle vite di coloro che non conoscono Cristo, solo allora puoi avene pietà, avvicinandoti a loro, aiutandoli a scoprire la ricchezza che tu sai esistere nella vita in Cristo Gesù.


Il “Chi?”, sono io, sei tu.


2. Dove?


Gesù avrebbe potuto ambientare la sua storia in una sinagoga, o al tempio, luoghi sacri per eccellenza e dove ci aspettiamo uomini e donne “sante”, o in un palazzo o anche in una casa, dove le persone sono intime e rilassate l'una verso l'altra.


Ma Gesù, come sempre, sceglie un'altra prospettiva a quella da cui siamo abituati a guardare il mondo e gli eventi: sceglie il posto più comune, usuale ed anonimo possa esistere: una strada!
Un posto dove (31) Per caso un sacerdote scendeva, per caso un Levita passava, per caso un Samaritano era in viaggio.


Ora che sai che il chi sei proprio tu, Gesù ti dice anche il dove: è la via dove “per caso” vivi, il posto di lavoro dove “per caso” lavori, la scuola dove i tuoi figli “per caso” frequentano, gli amici con cui “per caso” ti incontri, la famiglia dove “per caso” sei nato o sei nata.


Il “dove?” è la tua vita, fatta di familiari, amici e conoscenti; e, se la vuoi sapere tutta, non è “per caso” che sei li! Dio non ha creato il mondo “per caso”, ma con uno scopo,; Paolo dice in Colossesi:


Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui (= Gesù) e per Lui (=Gesù)(Colossesi 1: 16b V.P.)


E neppure tu sei stato creato “per caso”Paolo dice in Efesini:


infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.(Efesini 2:10)


Tu sei nel posto preciso dove il Signore ti vuole; alcuni (come Amy) il Signore li manda lontano, perché vi siano suoi testimoni “fino all'estremità della terra” (Atti 1:8b), ma tu non devi andare lontano; devi solo aprire gli occhi e guardare coloro che incontri sulla tua strada, la strada dove Dio ti ha posto.


Il “Dove?”, è dove sono, è dove sei.


3. Quando?


Il Samaritano non sapeva chi avrebbe incontrato sulla sua strada; Gesù ci dice solamente che era in viaggio; ma si è fatto trovare pronto a rispondere alla situazione di estremo bisogno dell'uomo derubato e picchiato.


Personalmente, non penso che avesse frequentato alcun corso di primo soccorso, e nemmeno che fosse infermiere professionale; non c'era tempo per studiare un po' di fisiologia o di chirurgia d'urgenza e, soprattutto, non c'era nessun altro che potesse aiutare più esperto di lui.


Se tu hai deciso in cuor tuo di dare la tua vita al Signore, il Signore ti farà trovare sulla tua strada molte persone sofferenti, e non ci sarà tempo per frequentare un corso di primo soccorso, ma soprattutto, non ci sarà nessuno più esperto di te sulla strada nel curare le ferite dell'anima; sarà tuo compito di curare, confortare, accompagnare, dormire assieme, pagare, per coloro che il Signore ti avrà posto di fronte.


Sii pronto, come dice Paolo in Efesini, per quando sarà.


Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. (Efesini 6:10)


Questo comporta studiare la Sua parola ogni giorno, parlare con Lui ogni giorno, essere disponibili ad essere usati da lui dal sorgere del sole al suo tramonto.


Il “Quando?”, è ogni giorno.


4. Come?


Non penso il Samaritano girasse per strada con un kit completo di pronto soccorso, né che ci fossero farmacie aperte a quell'ora sulla via tra Gerico e Gerusalemme.


Gesù ci racconta che curò le piage versandovi sopra olio e vino.


Non ha aspettato di avere i farmaci giusti, o le giuste bende, ma ha utilizzato quello che aveva con lui per il viaggio; il vino e l'olio dei suoi pasti, una tunica di ricambio strappata per farne bende...


Quelli che Gesù ci mostra sono elementi semplici, alla portata di tutti; egli ti incoraggia ad usare quello che hai, non quello che non hai. Questo include sia il campo della “fede” ovvero della preparazione biblica, sia quello materiale.


Gesù si aspetta che tu condivida con gli altri che ti metterà sul tuo cammino quello che tu stesso hai imparato su di Lui e sulla Bibbia, quello che porti con te.


E' per questo che è importante che tu li abbia sempre a portata di mano, come il vino e l'olio del Samaritano; e non sto dicendo che devi avere una Bibbia dentro la tua borsa (anche se non guasta) ma la Bibbia dentro la tua testa e dentro il tuo cuore!


Ma Gesù si aspetta anche che tu dia alla sua opera una parte della prosperità che Lui ti ha concessa, che rinunci alla bella tunica di ricambio per farne bende, che paghi la locanda al tuo amico in difficoltà.


Non sto suggerendoti di prestare o regalare soldi ai bisognosi, ma di investire parte di ciò che hai grazie al Signore in maniera regolare per le Sue opere .


Il “Come?”, è con quello che ho, con quello che hai.


5. Perché


Se hai creduto in Gesù, se lo segui, ti basti il comandamento che ci consegna la versetto 37: "Va', e fa' anche tu la stessa cosa".


Se ciò non ti sembra sufficiente, Paolo rende chiaro il motivo della tua testimonianza:


Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c'è chi lo annunzi? E come annunzieranno se non sono mandati? Com'è scritto: "Quanto sono belli i piedi di quelli che annunziano buone notizie!" (Romani 10:14-15)


Tu sei colui che annunzia il Signore ad altri; tu sei colui che annunzia le “buone notizie”, l'Evangelo!


Tu sei stupendo negli occhi del tuo Signore; persino i tuoi piedi sono belli, quando fai questo!


Il “Perché” è perché Gesù lo chiede.


Se non sai dove cominciare per dare il 100% della tua vita a Gesù, comincia lungo la strada. Sei TU il ministro di Dio, sei TU l'ambasciatore della Buona Novella al mondo!


Non ci credi? Pensi di non essere all'altezza? In realtà, già sei ministro di Cristo in quello che fai per la tua chiesa.


(chiama per gruppi:




  • il gruppo di preghiera


  • la scuola domenicale


  • il gruppo giovanile


  • guide del culto


  • l'adorazione


  • gli uscieri l


  • pulizie


  • coloro che ospitano le cellule presso le proprie abitazioni


  • coloro che hanno aiutato altri membri di chiesa in maniera pratica


  • coloro che hanno testimoniato agli altri del Signore durante l'ultimo mese


falli rimanere con te dalla parte del pulpito)


Tu non sei un ascoltatore della Parola, ma un ministro di Cristo davanti alla comunità dove vivi.
Sii fiero di dove sei, ma impegnati ogni giorno nel fortificarti in Cristo


Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. (Efesini 6:10)


Il mondo là fuori aspetta di ricevere Gesù; il mondo là fuori aspetta che la tua vita gli parli di Lui.
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